Un “rosso” da 5,7 milioni di euro per Chiara Ferragni: i bilanci delle sue società
- Postato il 27 giugno 2025
- Trending News
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Le società di Chiara Ferragni, la Tbs Crew e Fenice Srl, hanno chiuso i bilanci del 2024 con “rosso” complessivo di 5,7 milioni, “coerente con un anno segnato da forti trasformazioni e da una scelta strategica di pausa operativa”, si legge nella nota ufficiale rilasciata dopo l’assemblea di Fenice, cui fanno capo i marchi dell’imprenditrice digitale. Insomma, la situazione è complicata – non è una novità, visto che già a marzo era stata inquadrata la situazione economica del gruppo – e la Ferragni punta al rilancio, arrivando ad utilizzare un gioco di parole che però rimanda al “piccola Chiara” del monologo di Sanremo: la nuova direzione sarà “più Chiara, più essenziale e più fedele alla personalità imprenditoriale di Chiara Ferragni”. Intanto ecco i numeri.
UN ROSSO DA 5,7 MILIONI PER LE SOCIETÀ DELLA FERRAGNI
Nel dettaglio, dopo l’assemblea di ieri si scopre che Fenice Srl (proprietaria del marchio Chiara Ferragni) ha chiuso il 2024 con un rosso da 3,4 milioni. “Pur mantenendo un minimo di attività, molte iniziative e collaborazioni tradizionalmente parte del business sono state sospese, in attesa di valutare l’evoluzione dello scenario di mercato”, spiega la nota ufficiale. Come sia andata questa prima parte dell’anno non è dato saperlo (secondo il Corriere della Sera il fatturato si assesterebbe intorno ai 2 milioni) ma viene ricordato che Chiara Ferragni ha sottoscritto un aumento di capitale di 6,4 milioni, definito “un gesto straordinario di leadership”, salendo così salendo così dal 37,5 al 99,8% del capitale. Quanto a Tbs Crew (che si occupa dell’e-commerce, del blog e di progetti di comunicazione), è stato investito in maniera pesante dagli effetti del “Pandoro gate”: se il consuntivo del 2023 era stato chiuso con 17 milioni di fatturato e 4,4 milioni di utile, il 2024 ha registrato un crollo del giro d’affari con 2,3 milioni di rosso.
IL CASO SISTERHOOD E LA CHIUSURA DEI NEGOZI
In questo quadro, mancano ancora i dati relativi alla Sisterhood, cioè la holding cassaforte che controlla Fenice, TBS Crew e gli immobili della Ferragni. Ieri il Corriere della Sera aveva scritto di “bilanci scomparsi” visto che “dal 2022 che non se ne sa nulla”, oggi arriva un parziale chiarimento. “I bilanci 2023 e 2024 sono di prossima pubblicazione: per valorizzare correttamente l’attivo patrimoniale si è atteso la chiusura dei bilanci delle sue società partecipate”, si legge nella nota. “Il bilancio 2023 di Sisterhood è stato approvato di recente e chiude con un risultato positivo per 1 milione, mentre per la chiusura del bilancio 2024 “si è in attesa dell’approvazione del bilancio di Fenice”. Confermata poi la messa in liquidazione di Fenice Retail, la società che gestiva i negozi di Milano e Roma, entrambi chiusi: “Una scelta mirata a ottimizzare le risorse e a concentrarsi sul riposizionamento del brand sul mercato”.
IL RILANCIO E I NUOVI OBIETTIVI
Questa insomma è la fotografia dello stato attuale del gruppo, del quale dall’ottobre scorso è amministratore unico Claudio Calabi, manager di lungo corso esperto di ristrutturazioni aziendali, il quale ha snellito le società della Ferragni, ha fatto pulizia, razionalizzato le risorse e cercato di mettere in ordine i conti in vista della ripartenza dopo il crollo degli affari e della reputazione. Ma che direzione prenderà ora il gruppo Ferragni? Per ora le strategie non sono chiare, gli intenti invece sì. L’obiettivo dell’influencer è quello di “guidare la sua azienda verso un futuro di crescita e innovazione”, guardando al futuro “con fiducia, forti dell’impegno finanziario appena intrapreso e della riorganizzazione che permetterà di affrontare la nuova direzione, più Chiara – è scritto proprio in maiuscolo nella nota ufficiale, ndr – più essenziale e più fedele alla personalità imprenditoriale di Chiara Ferragni”.
L'articolo Un “rosso” da 5,7 milioni di euro per Chiara Ferragni: i bilanci delle sue società proviene da Il Fatto Quotidiano.