Un giovane ricercatore di Bergeggi tra gli autori di uno studio pubblicato su Science Robotics
- Postato il 17 novembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Losanna/Bergeggi. Dalla Riviera ligure alla copertina di una delle più autorevoli riviste scientifiche del mondo. Luca Zunino, originario di Bergeggi e laureato alla École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), è tra gli autori di una ricerca pubblicata su Science Robotics che propone un nuovo approccio all’intelligenza artificiale ispirato al cervello del pesce zebra.
Lo studio, coordinato dal Politecnico di Losanna in collaborazione con la Duke University (Stati Uniti) e l’Instituto Superior Técnico di Lisbona, è stato selezionato anche per la copertina dell’edizione di ottobre della rivista. La notizia è stata riportata anche dall’ANSA, che sottolinea come il progetto “colleghi neuroscienze, robotica e intelligenza artificiale in modo del tutto inedito”.
Il gruppo di ricerca ha realizzato una simulazione digitale completa del pesce zebra, capace di riprodurre con sorprendente fedeltà il comportamento dell’animale in risposta agli stimoli visivi e ambientali. Attraverso questo modello computazionale, gli studiosi hanno potuto prevedere l’esistenza di nuovi tipi di neuroni in aree cerebrali mai osservate prima, successivamente confermati con tecniche di neuroimaging su esemplari reali.
Come ulteriore verifica, i ricercatori hanno costruito un robot ispirato al pesce zebra, immerso poi in un fiume reale: il sistema è riuscito a orientarsi nella corrente applicando le stesse strategie sensomotorie individuate nella simulazione. “L’intelligenza non risiede esclusivamente nel cervello, ma emerge dall’interazione continua tra cervello, corpo e ambiente”, ha spiegato Zunino all’ANSA, sottolineando come dettagli apparentemente marginali – dalla curvatura del cristallino agli effetti idrodinamici sul corpo – influenzino direttamente lo sviluppo dei circuiti neurali.
Il modello, battezzato simZFish, integra elementi di neuroscienze, biomeccanica e robotica in un ciclo iterativo che combina simulazione, esperimenti biologici e test sul campo. Secondo gli autori, questo metodo rappresenta un nuovo paradigma per lo studio dell’intelligenza naturale e artificiale, aprendo la strada a robot e sistemi autonomi capaci di apprendere dall’interazione con l’ambiente piuttosto che dall’elaborazione di enormi quantità di dati.
“Il nostro lavoro dimostra che l’intelligenza è un fenomeno distribuito, plasmato dal corpo e dal contesto”, aggiunge Zunino. Un concetto che, se applicato alle tecnologie di domani, potrebbe ridisegnare le basi stesse dell’intelligenza artificiale.
Il testo completo della ricerca è disponibile sul sito di Science Robotics (link diretto).