Un documentario Hbo e il mistero di Satoshi Nakamoto, il Banksy delle criptovalute

  • Postato il 10 ottobre 2024
  • Di Il Foglio
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Un documentario Hbo e il mistero di Satoshi Nakamoto, il Banksy delle criptovalute

Per molti, criptovaluta vuol dire semplicemente Bitcoin. Non è un caso che uno dei parametri dello stato di salute del mondo cripto sia proprio la “dominance”, ovvero quanto è il valore totale di Bitcoin rispetto al totale del mercato delle criptovalute (nel momento in cui scriviamo, è del 56 per cento). Bitcoin è d’altronde la prima criptovaluta mai nata, e il concetto stesso di criptovaluta, accolto con non poco scetticismo all’epoca, è stato coniato proprio in seguito all’ormai iconico white paper pubblicato nel 2008 da un misterioso Satoshi Nakamoto.


Nakamoto sta al mondo delle cripto, e più latamente della finanza, come Banksy ed Elena Ferrante stanno a quello del mercato dell’arte: è il segreto meglio conservato di questo mondo. La domanda circa l’identità di Nakamoto ha alimentato speculazioni per oltre un decennio, coinvolgendo numerosi candidati – dall’ingegnere informatico Hal Finney (morto nel 2014, anno a cui risale anche l’ultimo post di Satoshi) al co-fondatore di Blockstream, Adam Back, passando per il povero Dorian Nakamoto, semplicemente omonimo e a Craig Wright, che si era spinto fino ad autodefinirsi l’inventore di Bitcoin. Ora, un nuovo documentario di Hbo, Money Electric: The Bitcoin Mystery, ha proposto un altro nome: Peter Todd.


Il white paper di Bitcoin fu pubblicato nel 2008, nel pieno della crisi finanziaria globale dei mutui subprime: il momento perfetto per colpire al cuore il sistema finanziario, craccandolo dall’esterno. Nel documento, Nakamoto delineava una rete finanziaria decentralizzata, priva di intermediari, in cui le transazioni venivano  registrate pubblicamente tramite un sistema chiamato blockchain. L’idea di un sistema monetario alternativo a quello centralizzato degli Stati ha rapidamente attratto cypherpunks, innovatori e chiunque vedesse in Bitcoin una soluzione ai problemi intrinseci del sistema bancario, oltre una potenziale e non trascurabile occasione speculativa. 
La crescita di Bitcoin negli anni e la persistenza dell’anonimato del suo creatore hanno reso Satoshi uno dei personaggi più enigmatici e influenti del XXI secolo, capace di rispecchiarne in pieno lo Zeitgeist, a metà strada tra un meme, un hacker di Anonymous e un tycoon ipermiliardario. Su Polymarket, un sito di scommesse cripto, si sono raccolti più di 44 milioni di dollari in scommesse su chi sarebbe stato identificato come Satoshi dal programma di Hbo. Un (ovviamente anonimo) signore ha vinto 150 mila dollari puntando su Todd. Il documentario di Hbo diretto da Cullen Hoback ripercorre diversi anni di indagini e speculazioni sull’identità di Nakamoto, ma si concentra su Peter Todd come candidato principale. Nella costruzione della tesi hanno giocato un ruolo la sua attività pubblica sui forum della comunità Bitcoin e le sue interazioni con noti cypherpunk. Il regista Hoback si basa su una serie di indizi che sembrano sottoposti alla fallacia argomentativa del “cherrypicking”: post online, presunti messaggi criptici e dettagli del passato di Todd che farebbero di lui un sospetto credibile.


Todd ha provveduto seduta stante a smentire pubblicamente ogni legame con Nakamoto, con un post su X/Twitter piuttosto chiaro: “I am not Satoshi”. La smentita non ha però fermato le speculazioni, anzi, non ha fatto che aumentare il tam-tam mediatico: alcuni sostengono banalmente che il vero Satoshi negherebbe sempre, vista la posta in gioco e i potenziali rischi legali e di sicurezza personali.


Il documentario di Hoback si inserisce in una lunga tradizione di tentativi di scovare Satoshi, che hanno contribuito più ad animare il dibattito piuttosto che risolverlo. La mancanza di prove concrete nel caso di Todd ha fatto sorgere l’ipotesi che l’intera operazione sia un trollaggio – una mossa ben orchestrata per sollevare clamore piuttosto che per fornire risposte definitive.


E’ innegabile che Peter Todd sia un personaggio rilevante nella comunità di Bitcoin. Nato in Canada 39 anni fa (era quindi 23enne quando Bitcoin fu fondato), ha studiato sound design prima di orientarsi verso il settore della crittografia. Grazie alla sua profonda comprensione delle tecnologie blockchain, Todd è diventato un influente sviluppatore di Bitcoin, contribuendo a diverse innovazioni e perfezionamenti tecnici. E’ noto per essere un critico schietto e per il suo approccio diretto alle problematiche di sicurezza, ed è considerato un’autorità nel settore, rispettato per la sua competenza tecnica e le sue intuizioni sulle vulnerabilità del sistema.
La verità è che oggi la cosa più probabile è che l’identità di Satoshi Nakamoto non sia mai rivelata. In un mondo come quello cripto, popolato da shitcoin (letteralmente: monete di merda) che creano e disfano milionari nel giro di qualche ora, il culto di figure forse inesistenti o collettive come quella di Satoshi Nakamoto aggiungono ulteriore appeal al folklore nativo della net-society.

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Il Foglio

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