Un comune toscano impone di non usare l'inglese. Ma non sappiamo neanche l'italiano
- Postato il 4 febbraio 2025
- Di Il Foglio
- 3 Visualizzazioni
![](https://img-prod.ilfoglio.it/2025/02/04/135445186-1ed210c0-e332-4789-8203-7a8addb1801d.jpg)
Un comune toscano impone di non usare l'inglese. Ma non sappiamo neanche l'italiano
Il comune di Castiglion Fiorentino ha stabilito che i documenti municipali dovranno evitare, per quel che è possibile, l’utilizzo dell’inglese, ricorrendo invece a termini italiani, ove ne esista un equivalente. Il principio è indubbiamente valido, ma presenta un problema teorico a monte. Com’è noto, in Italia si parla inglese senza saperlo, solo per darsi un tono: nei casi estremi l’esterofilia si manifesta tramite biascichii e mugugni, che di tanto in tanto culminano in strida degne di Alberto Sordi che minaccia i maccheroni; nei casi abituali, che costituiscono pressoché la totalità, i lemmi stranieri vengono utilizzati in modo approssimativo, per indicare concetti vaghi, o in modo equivoco, per camuffare ciò che non si è capito. Ad esempio, sono cinque anni che chiunque la trincia da gran sultano con lo smart working, senza accorgersi che ciò che definiamo così – stare connessi da casa anziché dall’ufficio – è in realtà remote working o telelavoro, mentre lo smart working consiste nell’organizzazione autonoma di orari e priorità in base a obiettivi concordati. Del resto, in Italia si parla italiano allo stesso modo.
Nei negozi si applica la scontistica, sul treno si svolgono le operazioni di controlleria, i problemi sono diventati problematiche, si tiene la barra dritta per andare avanti benché la barra a dritta conduca verso destra, la decade si è dilatata da dieci giorni a dieci anni, la resilienza ormai è un tema; capire una partita di calcio è diventato impossibile, fra ripartenze e quinti, mentre il piede sinistro è diventato mancino e, in una telecronaca, ho sentito dire che un giocatore era stato espulso “per eccesso di gestualità”, avendo platealmente mandato l’arbitro a fanculo in eurovisione; lo stesso Pnrr, di cui tutti ci riempiamo la bocca e le tasche, viene alternativamente chiamato pi-enne-erre, pi-enne-enne, pi-enne-enne-erre, benché qualcuno lo confonda col Pnl. Il comune di Castiglion Fiorentino ha dunque un bel dire che non bisogna utilizzare l’inglese bensì l’italiano; di fatto, sta solo imponendo di non usare una lingua immaginaria, ma di usarne un’altra.
Continua a leggere...