Un anno fa l’arresto di Giovanni Toti: dalla tempesta giudiziaria alle elezioni, l’inchiesta che ha sconvolto la Liguria

  • Postato il 7 maggio 2025
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Genova. Un anno fa, il 7 maggio 2024, si abbatteva la bufera giudiziaria che ha portato all’arresto dell’allora governatore della Liguria Giovanni Toti. Un vero e proprio terremoto politico che ha scosso non solo la Regione, con le dimissioni e le elezioni dello scorso autunno, ma anche indirettamente il Comune capoluogo, che dopo la vittoria di Marco Bucci – che lasciato la carica di sindaco di Genova per diventare presidente della Regione Liguria – dovrà eleggere tra meno di venti giorni il nuovo sindaco.

7 maggio 2024: Toti viene arrestato per corruzione

La ‘bomba’ deflagra poco dopo le 9 del mattino. Circa due ore prima i militari della guardia di finanza si sono presentati nell’hotel di Sanremo dove il presidente della Regione Liguria aveva passato la notte per una trasferta istituzionale per dirgli che era in arresto per corruzioneCon lui ai domiciliari erano finiti l’imprenditore Aldo Spinelli e l’allora capo di gabinetto Matteo Cozzani, mentre l’ex presidente del porto Paolo Signorini era stato portato in carcere a Marassi. Con loro quasi una trentina di indagati per un’inchiesta che dalla Spezia aveva portato al capoluogo ligure.

Toti, Cozzani e una dozzina di altri sono anche accusati di voto di scambio. In occasione delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite nell’arco temporale dell’indagine, vale a dire le elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), le elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) le elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) e le  elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023), il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti “pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori”, aveva scritto la gip Paola Faggioni nell’ordinanza di custodia cautelare con cui il 7 maggio aveva disposto l’arresto ai domiciliari per l’allora presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, oltre che di Aldo Spinelli (finito anche lui ai domiciliari e Paolo Signorini (che era stato portato e in carcere dove è rimasto oltre due mesi).

Per l’accusa il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti avrebbe accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro  a fronte dell’impegno – di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta dell’Olmo da “libera” a “privata”. Toti è accusato di corruzione anche in merito alla vicenda Esselunga per aver ottenuto un finanziamento alla campagna elettorale della lista Toti nelle comunali del 2022 in cambio della velocizzazione di alcune pratiche per l’apertura del nuovo supermercato Esselunga di Sestri Ponente.

signorini toti yacht spinelli
Signorini e Toti sullo yacht di Spinelli

23 maggio 2024: il lungo interrogatorio che non convince i magistrati

Toti si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti alla giudice Paola Faggioni ma poi, insieme al suo avvocato Stefano Savi, si è presentato davanti ai pm Luca Monteverde, Vittorio Ranieri Miniati e Federico Manotti. È il 23 maggio: l’interrogatorio si svolge in un luogo inaccessibile anche da lontano ai cronisti per evitare assalti: la caserma della finanza di Molo Giano, nel porto di Genova. L’interrogatorio dura quasi nove ore. Toti dice in sostanza di aver sempre agito per il bene delle Liguria e che il fatto che chiedesse soldi a Spinelli per la sua campagna elettorale era indipendente dal suo interessamento nelle vicende del porto di Genova. È convinto di aver chiarito tutto ma le sue dichiarazioni di principio invece non saranno sufficienti a farlo uscire dai domiciliari. Per i magistrati le tempistiche tra richieste di denaro e interessamento alle pratiche configurato il reato di corruzione.

14 giugno e 11 luglio 2024: Gip e Riesame dicono no alla scarcerazione

C’è il rischio “concreto e attuale” che il presidente della Regione reiteri “analoghe condotte criminose”. Lo scrive il 14 giugno la gip Faggioni che ricorda le accuse e quindi i finanziamenti ottenuti da Aldo Spinelli in concomitanza con le 4 competizioni elettorali prese in esame dalle indagini. La gip nel rigetto dell’istanza riprende anche le più recenti indagini delle Fiamme gialle che ipotizzano un nuovo possibile reato in relazione alla recente cena elettorale organizzata da Toti a Villa Lo Zerbino l’11 aprile, da cui emerge che Spinelli aveva come al solito garantito la sua partecipazione alle cena (10 persone pari a 4.500 euro) ma oltre alla cena ci sarebbe stato probabilmente nelle settimane successive anche un ulteriore finanziamento. Il tutto dopo un pranzo a Montecarlo di Toti e consorte con Aldo Spinelli (avvenuto il 23 marzo di quest’anno e confermato sia da Spinelli sia da Toti. Quasi un mese dopo il tribunale del Riesame ci va ancora più duro negando la scarcerazione.

Il giudice estensore Massimo Cusatti giudica con estrema severità non solo i comportamenti oggetto di indagine, ma anche la stessa difesa di Toti nell’interrogatorio. Nel provvedimento di 33 pagine i giudici avevano scritto che nell’interrogatorio Toti “non ha ammesso nulla di rilevante”. O, meglio, ha ammesso ciò che nitidamente emergeva dalle intercettazioni senza aggiungere altro, anzi, infarcendo di “non ricordo” le richieste dei pm di spiegazioni ulteriori. “E’ stato per l’l’indagato necessario ‘farsi spiegare’ dagli inquirenti che è vietato scambiare la promessa o l’accettazione di utilità di qualsiasi tipo con favori […] continua indubbiamente a sussistere il concreto e attuale pericolo” di reiterazione del reato. Toti per i giudici dovrebbe “farsi spiegare ogni volta dagli inquirenti cosa sia lecito e cosa non lo sia”.

18 luglio 2024, la seconda ordinanza di custodia cautelare: corruzione e finanziamento illecito per l’affaire Esselunga

Mentre Toti ancora ai domiciliari annuncia tramite il suo legale il ricorso in Cassazione, a sei giorni di distanza dal no del Riesame gli uomini della guardia di finanza gli recapitano nell’abitazione di Ameglia un nuova misura cautelare ai domiciliari con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito relativo alla vicenda Esselunga, vale a dire al passaggio attraverso il maxi schermo di terrazza Colombo di spot elettorali relativi per elezioni comunali del 2022, che secondo gli investigatori sono stati pagati da Esselunga attraverso l’allora consigliere di amministrazione Francesco Moncada. Nella stessa inchiesta sono indagati sempre per finanziamento illecito oltre all’editore di Primocanale Maurizio Rossi, anche Francesco Moncada e Matteo Cozzani. Entrambi sono già indagati in questo filone per il reato di corruzione.

26 luglio 2024: Toti si dimette da presidente della Regione Liguria

Dopo due mesi e mezzo ai domiciliari e avendo capito che non sarebbe stato semplice uscirne se avesse continuato a svolgere la funzione pubblica che secondo l’accusa ha asservito agli interessi del suo partito politico, Toti decide di dimettersi. Oltre alla lunga lettera fatta recapitare dal ‘fedelissimo’ Giampedrone al presidente ad interim Alessandro Piana, copia delle dimissioni arriva anche a palazzo di Giustizia. A questo punto è abbastanza chiaro che non ricoprendo più incarichi pubblici Toti può essere scarcerato. La Regione entra in regime di prorogatio fino alle nuove elezioni che verranno fissate al 27-28 ottobre.

30 luglio 2034: la Procura deposita istanza di processo immediato

La procura di Genova deposita l’istanza di giudizio immediato per l’ex presidente della Regione Giovanni Toti e per i due co-indagati nella maxi inchiesta sulla presunta corruzione in Liguria, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona ed ex amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini. Istanza che viene accolta quattro giorni dopo con processo fissato al 5 novembre. Si tratta infatti di una modalità di arrivare al processo molto rapida, che salta l’udienza preliminare. Gli imputati possono però entro il 15 settembre chiedere di patteggiare o di accedere all’abbreviato.

1 agosto 2024, Giovanni Toti viene scarcerato, le prime parole: “Spiegheremo nel processo che gli atti erano legittimi”

“Dal punto di vista del processo non ci siamo opposti né ci opporremo in alcun modo a un processo rapido e veloce – ha proseguito Toti – perché siamo convinti di poter spiegare tutto quello che c’è”. Sono alcune tra le prime parole pronunciata da Toti fuori dal cancello della sua abitazione di Ameglia dove lo hanno raggiunto tutti i suoi fedelissimi, dall’ex portavoce Jessica Nicolini all’assessore Giacomo Giampedrone. “Non ho mai intascato un euro per me stesso, sono più povero di prima“, dirà il giorno dopo nella lunghissima conferenza stampa convocata all’NH Hotel in Darsena con una promessa: “Non mi candido, ma sono pronto a metterci il nome”. Disponibilità che tuttavia nessuno raccoglierà.

Giovanni Toti torna libero
Toti esce dalla sua villetta di Ameglia dopo la fine degli arresti domiciliari

11 settembre 2024, il centrodestra affida a Bucci l’eredità di Toti

Dopo settimane di caos all’interno del centrodestra, con la coalizione impantanata nella ricerca del miglior profilo per non perdere il governo della Regione, arriva la mossa a sorpresa: il sindaco di Genova Marco Bucci, rieletto nel 2022 per il secondo mandato consecutivo, scioglie la riserva e accetta la candidatura alla presidenza della Liguria nonostante i noti problemi di salute. Decisiva, come confermerà in seguito, una telefonata della premier Giorgia Meloni che gli ha chiesto il grande salto. A sfidarlo sulla sponda opposta, ufficialmente da una decina di giorni ma informalmente da qualche settimana, è l’ex ministro Andrea Orlando, esponente di spicco del Pd, scelto dal centrosinistra unito per tentare il ribaltone.

Toti e Bucci al Makò per Nicolini
Jessica Nicolini in campagna elettorale

Nel frattempo il movimento civico di Toti, diventato prima forza del centrodestra ligure nel 2020, si è quasi dissolto. Molti eletti migrano verso altri partiti o formazioni civiche. Tra i pochi fedelissimi rimangono l’assessore Giacomo Giampedrone e l’ex portavoce Jessica Nicolini, il cui ruolo in Regione è ormai fortemente ridimensionato, candidata a sostegno di Bucci. Uno degli indagati nel filone sul voto di scambio, il consigliere regionale Stefano Anzalone, è candidato nella lista Orgoglio Liguria.

13 settembre 2024, altro colpo di scena: Toti chiede di patteggiare

Mentre ufficialmente l’avvocato Stefano Savi chiede e ottiene dalla procura più tempo per ascoltare le numerosissime intercettazioni in vista del processo, e ha sempre detto che il suo assistito sarebbe andato a dibattimento per dimostrare la sua innocenza, si lavora invece nel massimo riserbo per chiudere la bufera giudiziaria in fretta e con un accordo che riduce al massimo la pena per l’ex governatore di fatto cancellando il capo di imputazione più grave, quello della corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Risultato: due anni e un mese di patteggiamento per essere stato corrotto da Spinelli e anche da Francesco Moncada di Esselunga e una confisca da 84mila euro al suo comitato.

27-28 ottobre 2024: le elezioni regionali e la vittoria del centrodestra

Nonostante la bufera politico-giudiziaria non si verifica il ribaltone in Regione Liguria. Dopo una campagna elettorale senza esclusione di colpi, inevitabilmente segnata dall’inchiesta come uno dei principali fili conduttori, Marco Bucci sconfigge di misura Andrea Orlando: 48,77% per il candidato del centrodestra, 47,36% per lo sfidante progressista, con meno di 9mila voti di differenza e un minimo storico di affluenza sotto il 46%. Il sindaco vince soprattutto grazie alle percentuali bulgare del Ponente, ma perde nella sua città, dove l’ex ministro lo distanzia di 8 punti percentuali. Tra i fattori determinanti, secondo il candidato sconfitto, anche l’uscita di Italia Viva dalla coalizione.

Bucci vittoria elezioni
Bucci a De Ferrari la sera della vittoria alle elezioni

30 ottobre 2024: le nuove accuse dei pm e il rinvio del patteggiamento

Mentre nell’udienza del 28 ottobre il giudice aveva rigettato la proposta di lavori socialmente utili fatta dal legale di Toti come addetto alla promozione del parco naturale di Montemarcello-Magra-Vara  (l’area naturale in provincia della Spezia, la cui presidente Eleonora Landini è stata nominata nel 2021 con un decreto dello stesso Toti) giudicata incompleta dal punto di vista sanzionatorio, i pm Federico Manotti hanno chiesto che nell’accordo di patteggiamento siano inseriti gli accordi corruttivi con l’imprenditore nautico Luigi Alberto Amico. Anche per gli imputati Signorini e Spinelli vengono formulate accuse suppletive e la decisione su patteggiamenti viene rinviata a dicembre.

18 novembre 2024: Bucci vara una “mezza” giunta Toti

Passato il nuovo valzer di incontri e indiscrezioni, Marco Bucci ufficializza la sua squadra di governo: quattro assessori su sette arrivano dal precedente ciclo amministrativo. Tra loro c’è Giacomo Giampedrone, una delle persone più vicine all’ex governatore, ripescato dopo essere stato escluso dagli eletti spezzini della Vince Liguria (che ha inglobato Noi Moderati) per il meccanismo di assegnazione dei seggi. Conservano la poltrona a De Ferrari Marco Scajola, nel frattempo tornato in Forza Italia, Simona Ferro di Fratelli d’Italia e il leghista Alessandro Piana, premiato per aver traghettato la nave durante la tempesta con la riconferma nel ruolo di vicepresidente. In giunta, diversamente dai pronostici, non c’è Matteo Campora: in questo modo non scatta il seggio per Jessica Nicolini, che finisce fuori dai giochi.

18 dicembre 2024: via libera al patteggiamento, per Toti 1620 ore di lavori socialmente utili alla Lilt

Con la sentenza del giudice Matteo Buffoni arriva il via libera al patteggiamento per Giovanni Totidue anni e tre mesi convertita in 1.620 ore di lavori socialmente utili che svolgerà, come ufficio stampa e pubbliche relazioni, nella sede della Lega italiana per la lotta contro i tumori. Ok definitivo anche ai patteggiamenti di Paolo Emilio Signorini (tre anni e cinque mesi e 28 giorni) e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli (tre anni e tre mesi). Parlando per la prima volta con i cronisti dopo mesi di polemiche politiche e attacchi alla magistratura, il procuratore Nicola Piacente ricorda come la maxi inchiesta abbia portato a una sentenza definitiva in meno di 7 mesi e come i costi dell’inchiesta siano stati ampiamente coperti dalle confische agli imputati: 740mila euro sono stati infatti confiscati tra Toti, Signorini e Spinelli), quasi il doppio delle spese di intercettazione (396mila euro)

18 febbraio 2025: la nuova vita dell’ex governatore tra lavori socialmente utili, giornalismo e comunicazione

L’ex governatore Toti comincia i lavori socialmente utili alla Lilt e rilascia la prima intervista dopo la conclusione della vicenda giudiziaria. Non può parlare dell’inchiesta che lo ha travolto, come indicato dallo stesso giudice in sentenza. Nella ‘nuova vita’ del governatore non c’è – al momento – la politica, ma c’è una collaborazione con il Giornale di Alessandro Sallusti e una nuova agenzia di comunicazione con la fedelissima Jessica Nicolini.

8 aprile 2025: anche gli imprenditori Moncada, Vianello e Amico chiedono di patteggiare

La procura di Genova chiude il filone d’inchiesta sulla corruzione con ulteriori tre accordi di patteggiamento e una richiesta di messa alla prova. A chiedere di patteggiare sono l’ex manager di Esselunga Francesco Moncada (un anno di reclusione, pena convertita in una maxi-sanzione pecuniaria),  l’imprenditore Alberto Amico titolare dell’omonima azienda di cantieri navali (un anno e due mesi) e l’imprenditore ed ex presidente dell’Ente bacini Mauro Vianello (1 anni e 4 mesi). A scegliere la messa alla prova invece è stato il patron di Primocanale Maurizio Rossi. Gli accordi tra i Pm Federico Manotti e Luca Monteverde e i difensori degli imputati sono stati inviati al giudice per le indagini preliminari Alberto Lippini che fisserà l’udienza in cui saranno discussi e poi ‘validati’ con la sentenza. L’unico a non aver ancora scelto, ma potrà farlo in fase di udienza preliminare dopo la richiesta di rinvio a giudizio, è Matteo Cozzani, ex capo di gabinetto di Giovanni Toti accusato di corruzione e finanziamento illecito e sotto accusa anche da parte della procura della Spezia.

6 maggio 2025: verso la chiusura dell’inchiesta sul voto di scambio

Non è ancora chiusa ma lo sarà a breve la seconda parte dell’inchiesta, quella sul voto di scambio da cui è nata quella principale che portò agli arresti di un anno fa. Si tratta del filone sui presunti casi di corruzione elettorale che coinvolgono una ventina di imputati collegati alla comunità dei riesini. Per alcuni di loro e per l’ex capo di Gabinetto di Toti Matteo Cozzani l’accusa è aggravata dal 416 bis, cioè dal fatto di aver agevolato da mafia. Anche Toti formalmente è ancora indagato per quel filone di inchiesta (per voto di scambio ma senza l’aggravante), ma il patteggiamento di dicembre probabilmente (anche se informalmente) ha chiuso anche quel capitolo.

L’eredità politica di Toti un anno dopo

Le elezioni comunali anticipate, a distanza di tre anni dall’ultimo voto per Palazzo Tursi, chiuderanno l’ultimo capitolo politico scaturito dal terremoto giudiziario in una sorta di effetto a cascata. Bucci, che non ha mai voluto parlare in termini di continuità discontinuità, rivendicando invece la propria autonomia, ha marcato alcune linee di frattura rispetto a quello che gli avversari avevano definito totismo: tagli lineari alle spese per la comunicazione, regolamentazione degli organi di staff a partire dal capo di gabinetto, puntualità negli appuntamenti istituzionali (il Consiglio regionale non inizia più con un’ora di ritardo), azzeramento pressoché totale del cerchio magico che ruotava intorno al governatore. Sulla partita della sanità, la più calda in assoluto, Bucci ha promesso un’inversione di rotta sul dossier delle liste d’attesa, con risultati ancora da dimostrare.

Toti Bucci

Il governatore, intanto, è sempre più elemento trainante della coalizione, come lo era stato Toti nei tempi d’oro, nonostante il malumore dei partiti messi talvolta ai margini dallo strapotere del suo movimento arancione. In questa cornice, il voto imminente a Genova segnerà probabilmente uno spartiacque: se il centrodestra con Pietro Piciocchi rivendica il buongoverno della città e agita lo spauracchio di un nuovo arretramento, il centrosinistra punta ad avviare una nuova stagione col volto nuovo di Silvia Salis, consapevole del fatto che l’alleanza larghissima all’ombra della Lanterna può diventare un laboratorio nazionale in chiave anti-Meloni. Tra meno di un mese il primo verdetto.

Autore
Genova24

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