Ugly chic: la tendenza che esclude il bello…con stile
- Postato il 11 luglio 2025
- Di Panorama
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C’è una moda strana. In base alla quale devi essere brutto. Ma non brutto normale: brutto- brutto. Devi fare del tuo meglio per riuscirci, impegnarti, darti da fare, senza se e senza ma. Trasandato, ecco. Noncurante dei dettami della bella presenza, di quelli che si svegliano la mattina alle sei solo per lisciarsi i capelli.
No, tu ti svegli alle sei del mattino, certo — ma per farti i capelli più crespi possibile. Gonfi come se avessi appena preso la corrente: elettrici, impazziti, perfetti.
Perché questa tendenza si chiama ugly chic, e se c’è la parola “ugly” non è un caso.
Questa tendenza nasce già negli anni Novanta, portata avanti da celebri stilisti, in base a un motto molto semplice e chiaro: faccio finta che della bellezza non me ne freghi niente. Mi faccio brutto, anzi bruttissimo, e ci metto il tocco chic, come un bracciale, un gioiello. Nulla è lasciato al caso: è una bruttezza studiata.
Ciabatte di pelo portate con fierezza anche in agosto, calzini fucsia magari con gli elefantini, indossati con un décolleté blu elettrico, pantaloni strappati, sdruciti, non stirati, larghi, che cadono quasi fino alle ginocchia, e magari occhiali minuscoli a forma di cuore che ti coprono appena le pupille. Gialli, magari.
Tutto pensato, forse griffato, volto a dire: a me non interessa di apparire.
Che, più precisamente, andrebbe declinato con: a me non interessa apparire in ordine.
Io sono libero. Io sono più brutto che mai. Evviva!
In questa tendenza nulla dipende dai connotati con cui si è nati. Qui è solo una questione di volontà.
E se si riesce a non dare garanzie nemmeno rispetto alla propria igiene: bingo.
Ce l’hai fatta. Sei chicchissimo. (Con il dettaglio ricercato, ricordiamocelo).
C’è chi sostiene che dietro questa, apparente, mancanza di gusto si nasconda, in realtà, un’estetica colta, postmoderna. Un gusto per il paradosso, che chiede al fashionista non di piacere a tutti, ma di essere riconoscibile, unico, magari un po’ disturbante.
Perché — chissà — forse oggi il modo per trovare un posto nel mondo è proprio quello di sembrare fuori posto.
E allora sì, ben venga il maglione a rombi, il pantalone culottes color senape, la scarpa ortopedica con tacco.
Ben vengano le uscite con amici che seguono la stessa tendenza: ugly chic — che, attenzione, non è sciatteria: è strategia.
Troviamo intere compagnie di Ugly chic per le strade, nelle piazze, sui social.
Al punto che ci si può sentire quasi a disagio ad avere la camicia bianca, stirata e ben infilata nei pantaloni.
E se poi ci si ritrova a cena con la compagnia degli Ugly Chic, senza nemmeno un filo di pallore strategico… mio Dio, che orrore.
Se vuoi mangiare la pizza con loro, devi sembrare Lurch della Famiglia Addams, lo vuoi capire?
E, alla domanda: “Strategia rivolta a cosa?”, si potrebbe rispondere in un unico modo: boh.
Ma se stai bene tu, stanno bene tutti.
O, almeno, dovrebbero.