Ue studia sostegni a esportatori colpiti da dazi climatici (Cbam)

  • Postato il 2 luglio 2025
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Ue studia sostegni a esportatori colpiti da dazi climatici (Cbam)

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Roma, 2 lug. (askanews) – La Commissione europea ha annunciato, oggi a Bruxelles, che presenterà entro fine anno alcune ulteriori modifiche al regolamento che introdurrà, dal 2026, i “dazi climatici” all’importazione nell’Ue di cemento, prodotti siderurgici, alluminio, fertilizzanti, energia elettrica e idrogeno. Le modifiche mireranno a compensare gli esportatori europei che rischiano di essere sfavoriti, da questo dispositivo, nei confronti della concorrenza internazionale.

Il meccanismo Cbam (sigla inglese dal titolo del regolamento, “Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alla Frontiera”) mira a imporre il pagamento dei “dazi climatici” compensativi alle importazioni di prodotti ad alta intensità di emissioni di carbonio, provenienti da paesi terzi in cui non si applica all’industria un regime di riduzione obbligatoria e di scambio delle emissioni analogo al sistema europeo Ets.

Il regolamento Cbam ha già subito una prima revisione legislativa molto rilevante, con la semplificazione “Omnibus” proposta dalla Commissione il 26 febbraio e approvata dal Consiglio Ue e dal Parlamento europeo a tempo di record il 18 giugno. La semplificazione ha escluso dal campo di applicazione del Cbam, e in particolare dagli obblighi di rendicontazione, le piccole e medie imprese dell’Ue, che costituiscono il 90% degli importatori.

La revisione di fine 2025 introdurrà misure anti elusione del Cbam, e un nuovo regime di sostegno e compensazioni agli esportatori dell’Ue per evitare il rischio di “ri-localizzazione delle emissioni di carbonio” (ovvero che trasferiscano i propri impianti in paesi terzi con politiche climatiche meno rigorose). In certi settori, e in particolare acciaio e alluminio, il Cbam potrebbe determinare, infatti, un aumento dei costi per la produzione europea destinata all’esportazione. Questi esportatori nei mercati extra-Ue sarebbero poi esposti alla concorrenza di altri produttori che non hanno dovuto pagare né i permessi di emissione, né i dazi climatici.

La proposta, spiega una nota della Commissione, mirerà “a garantire parità di trattamento per tutti i beni, siano essi prodotti e venduti nell’Ue, importati nell’Ue o esportati fuori dall’Ue”. Le compensazioni agli esportatori dovrebbero essere finanziate con una parte dei proventi dei dazi climatici del Cbam.

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