Udine ospita la partita Italia-Israele: un giorno tra protesta e conflitto

  • Postato il 18 ottobre 2025
  • Attualità
  • Di Paese Italia Press
  • 1 Visualizzazioni

L’11 ottobre 2023, la città di Udine è stata teatro di una grande mobilitazione che ha visto la partecipazione di migliaia di persone unite da un unico, forte messaggio di solidarietà verso il popolo palestinese. La protesta è stata organizzata a margine della partita di qualificazione ai Mondiali 2026 tra Italia e Israele, vinta dalla Nazionale azzurra con un netto 3-0. Tuttavia, quella che inizialmente doveva essere una marcia pacifica in difesa dei diritti dei palestinesi, è degenerata in violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, generando un clima di tensione che ha fatto da contraltare alla celebrazione sportiva.

Il Corteo: Una Dimostrazione di Solidarietà e Rivendicazioni Politiche

Prima che la partita avesse inizio, circa quindicimila persone si sono radunate in piazza della Repubblica per un corteo che ha attraversato il centro di Udine, con l’intento di richiamare l’attenzione sulla situazione del popolo palestinese e chiedere l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive internazionali. La mobilitazione si è svolta nel contesto di una crescente pressione globale per il riconoscimento dei diritti dei palestinesi, con slogan come “Non si gioca contro chi rappresenta uno Stato genocida di apartheid come Israele.”

L’iniziativa è stata promossa dal Comitato per la Palestina di Udine, con l’adesione di oltre 350 realtà locali, fra cui associazioni, sindacati, partiti politici, studenti e cittadini di tutte le età. Tra i gruppi più rappresentativi c’erano i sindacati CGIL e USB, insieme a numerose famiglie e giovani studenti. Uno dei momenti più toccanti si è svolto in piazza Primo Maggio, dove è stato srotolato un enorme striscione con 18.745 nomi: simbolicamente, quelli dei bambini uccisi in Palestina.

I partecipanti hanno denunciato il presunto “genocidio del popolo palestinese”, chiedendo con forza il riconoscimento di uno Stato di Palestina come unica soluzione possibile per il conflitto israelo-palestinese. La protesta, pur pacifica nella sua struttura, ha avuto un forte contenuto politico e simbolico.

Gli Scontri: Dalla Protesta alla Tensione

Al termine del raduno, quando il grosso del corteo si era ormai disperso, un piccolo gruppo di persone con il volto coperto si è staccato dalla folla e ha cercato di forzare i blocchi della polizia, lanciando sassi, bottiglie e transenne contro i mezzi blindati. La risposta delle forze dell’ordine è stata immediata: lacrimogeni e getti d’acqua sono stati utilizzati per disperdere i violenti.

Il bilancio è stato pesante: tre persone ferite, tra cui due giornalisti. Elisa Dossi, inviata di Rai News 24, ha riportato lievi ferite, mentre un operatore video dell’agenzia Local Team è stato colpito al volto, riportando un trauma importante allo zigomo. Almeno 15 persone sono state fermate.

Sicurezza ai Massimi Livelli

Il clima teso era evidente fin dal mattino. Udine si era preparata a una giornata ad alto rischio, con un massiccio dispiegamento di forze di polizia, zone rosse attorno allo stadio, e controlli capillari su tifosi e cittadini. Droni ed elicotteri hanno sorvolato l’intera area, mentre gli agenti presidiavano strade e piazze.

Nel frattempo, all’interno dello stadio, durante l’esecuzione dell’inno israeliano, sono partiti sonori fischi dagli spalti – segnale di un malcontento che ha travalicato i confini del corteo, trovando eco anche tra parte del pubblico sportivo.

Una Rete Nazionale di Solidarietà

Oltre a Udine, anche in altre città italiane – tra cui Roma, Ancona e Ascoli Piceno – si sono svolte iniziative di sostegno alla causa palestinese. Presidi e sit-in hanno invocato il boicottaggio della partita e la sospensione di Israele da tutte le competizioni sportive internazionali, in analogia a quanto accaduto alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Sport e Geopolitica: Quando il Calcio Diventa Arena di Conflitto

La giornata di Udine dimostra quanto lo sport possa diventare un terreno simbolico di scontro, capace di amplificare tensioni politiche e sociali che vanno ben oltre il campo da gioco. Se da un lato il calcio dovrebbe unire popoli e culture, dall’altro diventa – come in questo caso – uno strumento per veicolare messaggi politici e rivendicazioni profonde.

La mobilitazione udinese, con la sua imponente partecipazione e le sue drammatiche conseguenze, ha rilanciato il dibattito sul ruolo della comunità internazionale e sulla necessità di trovare soluzioni politiche efficaci e durature per la questione israelo-palestinese. Una questione che, ancora una volta, è esplosa nel cuore dell’Europa, trasformando una serata di sport in un messaggio potente e controverso.

L'articolo Udine ospita la partita Italia-Israele: un giorno tra protesta e conflitto proviene da Paese Italia Press.

Autore
Paese Italia Press

Potrebbero anche piacerti