Ucraina, von der Leyen studia le proposte per finanziare Kiev e avverte: “Deficit enorme”

  • Postato il 18 novembre 2025
  • Di Panorama
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Profondo rosso, non il film, ma il budget fiscale dell’Ucraina. A certificarlo ieri, in una lettera inviata ai 27 Paesi membri, è stata la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Nella missiva l’euroburocrate invitava i Paesi dell’Unione Europea a concordare entro dicembre un piano per coprire il fabbisogno militare e finanziario dell’Ucraina, fornendo tre opzioni.

La premessa: Kiev rischia la bancarotta

La Presidente della Commissione, nella lettera, ha innanzitutto indicato che l’Ucraina necessiterà di ben 70 miliardi entro l’inizio del secondo trimestre del 2026 per far fronte ai buchi di bilancio causati dall’invasione russa, che continua a prendere di mira anche le infrastrutture energetiche.

Tale cifra scenderà a 65 miliardi l’anno successivo, per un totale di ben 135 miliardi nel biennio 2026-2027. La situazione disperata delle finanze ucraine è ben nota, secondo agenzie di rating come Fitch il Paese è di fatto in “default ristretto”, tenuto a galla artificialmente dalla continua iniezione di fondi occidentali.

La valutazione di von der Leyen si basa sulle stime del Fondo Monetario Internazionale e delle autorità di Kiev, e parte dall’assunto che l’invasione della Russia finisca entro il 2026, fatto, questo, tutto da dimostrare.

Le tre opzioni di von der Leyen

«Sarà ora fondamentale raggiungere rapidamente un impegno chiaro su come garantire che i finanziamenti necessari per l’Ucraina siano concordati nella prossima riunione del Consiglio europeo di dicembre», scrive von der Leyen.

La prima delle tre opzioni fornita dalla Presidente della Commissione è un prestito da 90 miliardi di euro in contributi bilaterali da parte degli Stati membri. Tale assistenza verrebbe erogata sotto forma di sovvenzione a fondo perduto e imputata al bilancio nazionale di uno Stato membro, compresi i pagamenti degli interessi associati.

In alternativa, von der Leyen propone un prestito da 90 miliardi erogato tramite debito comune, gli interessi dovrebbero essere coperti da garanzie nazionali o dal bilancio comune del blocco. Tale azione necessiterebbe tuttavia dell’approvazione unanime, che difficilmente l’Ungheria di Orban concederà, visto anche il commento caustico di ieri del premier ungherese: «Dare più fondi a Kiev è come dare della vodka ad un alcolizzato».

L’ultima opzione è quella del cosiddetto “prestito di riparazione”. Esso consiste in un prestito dal valore di 140 miliardi utilizzando come garanzia gli asset russi immobilizzati in Europa, soprattutto nella società belga Euroclear.

I beni russi congelati verrebbero restituiti alla Russia solo dopo l’eventuale pagamento da parte di Mosca di riparazioni di guerra a Kiev, eventualità impossibile. Quest’ultima opzione comporta però gravi rischi di credibilità per l’Europa, rischiando di innescare una fuga di capitali, la stessa von der Leyen nella lettera avverte di «potenziali effetti a catena».  

Ucraina, von der Leyen studia le proposte per finanziare Kiev e avverte: “Deficit enorme”
Ukrainian President Volodymyr Zelensky speaks during a press conference with European Commission President Ursula von der Leyen (not pictured) after their meeting in Brussels, Belgium, 17 August 2025. EPA/OLIVIER HOSLET

Zelensky domani in Turchia, riprende il negoziato?

Proprio mentre l’Ucraina affronta questa crisi di sostenibilità finanziaria, il presidente Volodymyr Zelensky si trova oggi in Spagna, dove ha tenuto discorsi al Parlamento e agli alti vertici istituzionali per rafforzare il sostegno diplomatico spagnolo all’Ucraina.

Domani, invece, Zelensky volerà ad Istanbul, dove in questi giorni si stanno tenendo negoziati tra Russia e Ucraina per la ripresa degli scambi dei prigionieri di guerra. Nella città turca lo attenderà anche l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff.

Proprio la presenza di Witkoff, principale mediatore di pace del Presidente Trump, potrebbe segnalare una potenziale nuova spinta al processo diplomatico. Tuttavia, Mosca ha già annunciato che non prenderà parte all’incontro di domani, il che lascia intendere che i colloqui di Istanbul potrebbero servire a preparare il terreno per futuri negoziati, piuttosto che a produrre accordi immediati.

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Panorama

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