Ucraina, Travaglio su La7: “Ue sta facendo ciò che Einstein definiva follia, ripetere lo stesso errore e attendere risultati diversi”
- Postato il 24 ottobre 2025
- La7
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, interviene a Otto e mezzo (La7) sullo stato del conflitto tra Russia e Ucraina, alla luce delle nuove sanzioni statunitensi contro Rosneft e Lukoil e il deterioramento della situazione militare sul fronte orientale.
Secondo Travaglio e il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, gli Stati Uniti hanno deciso di non fare più la guerra alla Russia. In particolare, il direttore del Fatto sostiene che le narrazioni di vittoria diffuse nei primi anni del conflitto non corrispondono più alla realtà militare: “Noi per tre anni abbiamo ascoltato proclami di vittoria da parte dell’Unione Europea, della Nato, di Zelensky, che diceva: ‘Recupereremo tutti i territori’. Adesso Zelensky ha cominciato a rendersi conto, con un paio d’anni di ritardo, che non recupererà nessun territorio, ne perde 500 chilometri quadrati al mese in media nell’ultimo anno con un’accelerazione”.
Travaglio descrive un fronte ucraino in difficoltà: “Ha la sua ultima linea difensiva, quella schierata dalla Nato nel 2014 in Donetsk, che sta sbriciolandosi perché i russi sono entrati a Pokrovs’k, il centro logistico ferroviario e minerario più importante. Se cade quella linea lì, dietro non c’è più niente, non c’è più una trincea a protezione di Dnipro e di Kiev”.
Per il giornalista, la gradualità delle operazioni russe non va letta come un segno di impasse: “Non dobbiamo valutare la lentezza esasperante con cui i russi avanzano inesorabilmente da tre anni come un segnale di stallo, ma dobbiamo essere preoccupati almeno quanto lo è Zelensky, che infatti sta implorando l’Occidente affinché fermi Putin”.
Sul piano politico, Travaglio osserva che “Putin non è Netanyahu, non è un alleato, un vassallo di Trump a cui dare gli ordini. Putin è il capo di una grande potenza, dello Stato più grande del mondo, del più grande arsenale nucleare del mondo. Non lo fermi facendogli la faccia feroce mandando qualche Patriot o qualche Tomahawk”.
Quindi, “l’unico che può fermare Putin è Zelensky, che in questo momento sta perdendo, facendogli un’offerta che non possa rifiutare. Non è Putin che chiede la tregua agli ucraini, sono gli ucraini che chiedono la tregua a Putin. E perché? Perché sanno che se crolla quel fortilizio dietro non c’è più niente”.
Travaglio aggiunge che Putin “dice sempre la stessa cosa: ‘Io mi prendo il Donetsk, o me lo date tutto e lo barattiamo con un pezzo di Zaporizhzhia, un pezzo di Kherson, un pezzo di Dnipropetrovsk, un pezzo di Kharkiv. Se non me lo date me lo prendo’. Ed è quello che sta succedendo con devastanti costi umani per gli ucraini ed economici per noi”.
Sul fronte occidentale, il direttore del Fatto critica l’efficacia delle sanzioni: “La tregua non ci sarà mai, perché chi è in vantaggio non dà qualche settimana o qualche mese di respiro a chi è in svantaggio. Sta a noi occidentali decidere che cosa vogliamo fare: noi europei stiamo facendo quello che Einstein definiva la follia, cioè ripetere sempre lo stesso comportamento, sperando che dia risultati diversi. Faremo la ventunesima sanzione, la ventiduesima, la ventitresima, e ci renderemo conto che purtroppo quello che conta è il risultato sul campo”.
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