Ucraina, Travaglio (Nove): “Con il piano di pace Trump, Zelensky può scegliere solo tra una sconfitta ora o una disfatta totale fra un anno”

  • Postato il 23 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“La situazione per l’Ucraina non è ribaltabile: la scelta ora non è fra la dignità e la perdita di un alleato, ma tra una sconfitta adesso o tra una disfatta totale fra un anno“. Così Marco Travaglio, ospite di Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi con la partecipazione di Andrea Scanzi, in onda il sabato su Nove a proposito delle parole del presidente ucraino dopo la pubblicazione del piano Trump in 28 punti per la pace. “Possiamo solo immaginare che cosa succederebbe se non fosse la volta buona. Zelensky è un bravissimo retore e bravissimo nel comunicare, è un uomo di spettacolo e sa toccare le corde giuste, ma l’alternativa tra la dignità e la perdita del principale direi unico alleato che hanno, a meno di non considerare alleati questi sciagurati dei governi europei e della Commissione europea, non è corretta. – ha detto il direttore del Fatto Quotidiano – Capisco che Zelensky debba in questo momento, dopo avere detto e contraddetto tutto e il contrario di tutto, in questi quasi quattro anni di guerra, debba far digerire agli ucraini che avevano creduto alla propaganda a cui nemmeno lui credeva, che ormai hanno l’acqua alla gola e sono messi con le spalle al muro da Trump. In realtà purtroppo sono stati messi con le spalle al muro dalla realtà, che prescinde dalla persona di Trump”.

Secondo il giornalista “per quattro anni abbiamo atteso che qualcuno dicesse agli ucraini la verità. Nessuno degli europei ha osato dirgliela. Li hanno riempiti, li hanno drogati di propaganda. E poi è arrivato Trump, che è un mascalzone, che è tutto quello che sappiamo, ma dato che lui non si sente parte dell’America che ha scatenato e provocato quella guerra, se ne è immediatamente tirato fuori perché gli hanno fatto un quadro preciso della situazione sul campo. – ha proseguito – Un quadro preciso che conosceva perfettamente anche Biden, ove mai fosse lucido o chi comandava con la faccia di Biden, perché quello che dice adesso Trump è quello che diceva il generale Mark Milley, che era il più alto in grado fra i generali del Pentagono nel novembre 2022. Fino a quando non è arrivato Trump, nessuno ha detto la verità a Zelensky. Trump gliel’ha detta subito in quell’incontro (a febbraio, ndr) alla Casa Bianca, che è stato scambiato per un agguato. Quello è un comportamento da amico, anche se sgarbato, perché Trump non ha le buone maniere. Ma gli amici devono dire la verità e devono criticare quando un altro amico sta sbagliando, soprattutto se sta sbagliando a proprio danno”.

Perché, quando Trump disse a Zelensky ‘non hai le carte’, ha spiegato Travaglio “stava ripetendo quello che lo stesso Zelensky aveva detto a dicembre, cioè un mese prima che si insediasse Trump: ‘Noi non recupereremo i territori perduti’. È passato un anno. Nessuno ha capito per quale motivo i soldati abbiano dovuto continuare a combattere sapendo che ogni giorno che passava moriva gente e perdevano territori. Adesso che sta accadendo? Zelensky è pronto a dire per gradi, una goccia al giorno, la verità al suo popolo, che secondo me l’ha capita benissimo, ma veniva sempre illuso che ci fosse un’arma segreta, una nuova fornitura di missili più potenti, a raggio più lungo che potesse ribaltare la situazione. La situazione però non è ribaltabile”.

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Il Fatto Quotidiano

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