Ucraina, il Parlamento vota sulla legge “riparatoria” sull’anticorruzione. Media: “Senza l’ok stop ai fondi dell’Ue”

  • Postato il 31 luglio 2025
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Oggi il Parlamento ucraino è chiamato a votare il ddl annunciato da Volodymyr Zelensky per mettere riparo alla legge approvata il 22 luglio che depotenzia le due principali agenzie anticorruzione del paese. Il presidente ha modificato la norma dopo che il testo originale aveva scatenato le più grandi proteste di piazza dall’invasione russa del febbraio 2022 e provocato forti reazioni da parte dell’Unione europea.

La legge poneva l’Ufficio Nazionale Anticorruzione dell’Ucraina (NabuNational Anti-Corruption Bureau) e la Procura Specializzata Anticorruzione (SapoSpecial Office of the Anti-Corruption Prosecutor) sotto la diretta autorità del procuratore generale, a sua volta nominato dal presidente, scatenando le accuse di interferenza presidenziale nelle indagini dei due enti che riguardano diversi altri funzionari del governo Zelensky, tra cui l’ex vice premier Oleksiy Chernyshov, accusato di aver ricevuto tangenti in un’operazione immobiliare.

Diverse centinaia di persone hanno inscenato una nuova protesta sotto la pioggia nel centro di Kiev ieri, alla vigilia del voto, per fare pressione sui legislatori. “Giù le mani da Nabu e Sapo”, hanno gridato. Gli alleati europei di Kiev, preoccupati che la precedente legge potesse indebolire le riforme anticorruzione fondamentali per la candidatura dell’Ucraina all’Ue, hanno invece espresso apprezzamento per i nuovi emendamenti proposti dal governo di Zelensky. Ma negli ultimi giorni hanno fatto arrivare al presidente un messaggio chiaro: la mancata approvazione metterebbe in forse l’erogazione di alcuni fondi comunitari.

Il 25 luglio era emerso che Bruxelles potrebbe tagliare la quarta tranche del programma di aiuti “Ukraine Facility”: Kiev avrebbe dovuto ricevere 4,5 miliardi di euro, ma almeno per il momento l’erogazione si fermerà a 3,05 miliardi. La motivazione ufficiale è che l’Ucraina ha portato a termine solo 13 delle 16 riforme richieste per ottenere i fondi, ma lo stesso giorno i media ucraini rivelavano che la motivazione reale era legata alla legge sull’anticorruzione e una fonte riferiva a Rbc Ukraine che l’Europa non erogherà gli 1,5 miliardi trattenuti “finché non saranno risolte le questioni relative a NABU e SAPO, in particolare il ripristino della loro indipendenza”.

Non solo. Oggi diversi media, tra cui il Kyiv Independent, riferiscono che se la legge del 22 luglio non verrà ritirata l’Ue interromperà i finanziamenti nell’ambito del prestito ERA (Extraordinary Revenue Acceleration) del G7, programma di finanziamento coperto da beni russi congelati, quelli della Banca europea per gli investimenti (BEI) e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). “”Sì, l’Ue ha effettivamente avvertito Kiev – ha detto un funzionario dell’Unione alla European Pravda, media vicino alle istituzioni comunitarie -. Se la legge non verrà approvata, i prestiti derivanti dai profitti derivanti dagli asset russi nell’ambito del programma ERA cesseranno, semplicemente smetteremo di erogarli. Anche i finanziamenti della BERS e della BEI cesseranno”. Il congelamento non riguarderebbe, invece, i fondi di “Ukraine Facility”.

Dall’inizio della guerra, l’Ucraina ha ricevuto 138,9 miliardi di dollari di aiuti finanziari, secondo il ministero delle Finanze. Il principale donatore al bilancio è stata l’Unione Europea, che ha stanziato direttamente 48,6 miliardi di dollari. L’Ue ha fornito altri 8 miliardi di euro (9,3 miliardi di dollari) attraverso il meccanismo di prestiti ERA, in base al quale l’Ucraina prevede di ricevere un totale di 50 miliardi.

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