Ucraina, alle porte di Sumy 50 mila soldati russi: il triplo delle truppe di Kiev. “Putin ci vuole sfiancare”
- Postato il 30 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Putin lo aveva detto appena 10 giorni fa: “Non escludo di conquistare Sumy”. Oggi la Russia ha schierato 50.000 soldati nell’area intorno alla località ucraina – scrive il Wall Street Journal – con un rapporto di circa tre a uno rispetto alle forze ucraine. Le truppe russe ora sarebbero posizionate a soli 19 chilometri dalla città nordorientale ucraina, diventata il nuovo obiettivo di Mosca, secondo la testata statunitense.
La superiorità numerica sul campo – Per le truppe ucraine, in inferiorità numerica, la battaglia diventa sempre più difficile. La Russia infatti apre frequentemente nuove linee di attacco, per sfruttare il vantaggio in termini di uomini. Secondo il generale Oleksandr Syrskiy, comandante supremo delle forze armate ucraine, la strategia russa è chiara: “Sfiancarci con il numero”. Dopo aver quasi completamente espulso le forze ucraine dalla regione russa di Kursk all’inizio di quest’anno, le forze russe si sono ora riversate oltre il confine proprio in direzione di Sumy. A soli 20 chilometri dal confine russo, la città ucraina è diventata il nuovo epicentro della controffensiva del Cremlino, mentre la linea del fronte si è estesa a oltre 1.200 chilometri.
Ma il punto critico per Zelensky ora è Sumy. Unità d’élite ucraine, come il gruppo Timur delle forze speciali Hur, sono state dispiegate nella regione, riuscendo a fermare temporaneamente l’avanzata russa. Ma la battaglia è durissima. “I loro numeri sono un problema enorme, anche se non bastano a sopraffarci del tutto – ha spiegato Kappa, altro comandante delle forze speciali – Perdono 300-400 uomini al giorno nella regione, ma possono permetterselo. Continuano a far arrivare riserve”. A peggiorare la situazione, i soldati ucraini lamentano la mancanza di difese adeguate nella regione di confine. Dopo il ritiro caotico dal Kursk, molti si sono trovati senza trincee moderne né copertura aerea. “Sembrava si stessero preparando a un attacco di carri armati, non a una guerra fatta di droni e artiglieria”, ha denunciato Kyrylo, comandante di fanteria.
Adolescenti ucraini, sabotatori di Mosca? – Parallelamente alla pressione militare, Kiev è sempre più alle prese con un’insidiosa guerra ibrida. Secondo quanto rivelato dal Financial Times, i servizi di sicurezza ucraini (Sbu) hanno arrestato un 16enne reclutato dall’Fsb russo (i servezi segreti del Cremlino) tramite Telegram. Il ragazzo, fermato mentre fotografava una base militare a Dnipro, forniva coordinate sensibili destinate a guidare attacchi missilistici, secondo le autorità di Kiev. Solo pochi giorni dopo, un attacco russo su Dnipro avrebbe provocato 20 morti e oltre 170 feriti.
“Il nemico recluta i nostri giovani trasformandoli in armi contro il loro stesso Paese”, ha dichiarato il capo dell’Sbu Vasyl Malyuk. Dal 2023, oltre 700 persone sono state arrestate per attività di spionaggio, sabotaggio o terrorismo commissionate dai servizi russi. Un quarto di questi erano minorenni. Gli adolescenti vengono adescati con la promessa di facili guadagni – da 100 a 1.000 euro – chiedendo in cambio foto di postazioni militari, incendi dolosi o il piazzamento di ordigni esplosivi. In alcuni casi, i ragazzi pensavano di partecipare ad attività ludiche su Telegram. “I bambini ricevevano geolocalizzazioni e dovevano inviare immagini e descrizioni dei luoghi. L’intelligence russa usava quei dati per colpire con precisione”, ha spiegato un portavoce dell’Sbu.
Di fronte a una minaccia così insidiosa, le autorità ucraine hanno lanciato una massiccia campagna di comunicazione rivolta ai giovani. Slogan come “Non bruciare i tuoi simili! Brucia il nemico!” campeggiano su manifesti e stazioni ferroviarie, mentre agenti dell’Sbu tengono lezioni nelle scuole. Tuttavia, sotto la legge marziale, anche i minori vengono spesso processati come adulti, e molti dei ragazzi adescati da Mosca si trovano a dover affrontare pene lunghissime, se non addirittura l’ergastolo.
Sanzioni confermate, Germania con Kiev – L’Europa ha prorogato le sanzioni contro Mosca di sei mesi. Dopo il via libera del Consiglio Europeo, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, e l’accordo in Coreper venerdì mattina, la procedura scritta si è conclusa alle 11 di stamani, con la firma di tutti i 27 Paesi. Le sanzioni sono ora in vigore fino al 31 gennaio 2026.
Intanto la Germania rinnova il sostegno militare all’Ucraina con il Esteri Johann Wadephu: “La libertà e il futuro dell’Ucraina sono l’obiettivo più importante della nostra politica estera e di sicurezza”, ha dichiarato l’esponente del governo Merz. Wadephu, in visita a Kiev, ha promesso di proseguire con gli aiuti militari all’Ucraina. La Germania, ha assicurato, “resterà con determinazione al fianco dell’Ucraina affinché possa continuare a difendersi con successo, con sistemi di difesa aerea moderni e di altro genere di armamenti, con aiuti umanitari ed economici”.
Tajani rilancia la conferenza per la ricostruzione: dovrebbe esserci Zelensky – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto a “Morning News” su Canale Cinque, ha ribadito la scarsa fiducia nel leader russo e nella sua volontà di giungere alla tregua: “Vuole andare avanti per una serie di motivi… Ha un esercito di un milione di persone, i militari vengono pagati il doppio rispetto a un operaio medio russo, e molte imprese si sono riconvertite alla difesa”. Il vicepremier ha sottolineato come “dopo quasi tre anni Putin non è riuscito a ottenere ciò che voleva”, ma per fermarlo sarà necessario agire con più decisione sul piano economico: “Credo che sarà inevitabile infliggere altre sanzioni però mirate agli aspetti finanziari, in modo da impedire a Putin di finanziare le proprie truppe. È il modo migliore per convincerlo a più miti consigli”. Tajani ha ribadito il sostegno alla mediazione americana, pur riconoscendo che si tratta di “un’impresa molto difficile”.
Il leader di Forza Italia ha anche ricordato l’iniziativa italiana: “Il 10 e l’11 luglio a Roma si svolgerà una grande conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, con decine di capi di Stato, imprese pubbliche e private. Vogliamo dare un segnale di vicinanza al popolo ucraino”. Dovrebbe partecipare Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, secondo l’agenzia RBC Ukraine, avrebbe espresso l’intenzione di presenziare la conferenza italiana in un colloquio della scorsa settimana con il primo ministro Denys Shmyhal.
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