Uccise la sorella con venti coltellate, la Cassazione conferma la condanna di Alberto Scagni a 24 anni e mezzo

  • Postato il 9 ottobre 2024
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alberto e alice scagni

Genova. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 24 anni e 6 mesi per Alberto Scagni, imputato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per aver ucciso, il 1 maggio 2022, la sorella Alice.

Scagni aveva atteso a lungo la 34enne sotto casa a Quinto, dove la donna viveva con il marito e il figlio di pochi mesi. Quando Alice era scesa a portare fuori il cane l’aveva colpita con più di venti coltellate. Il delitto era maturato dalla rabbia crescente che Scagni nutriva nei confronti della famiglia e in particolare verso i genitori che accusava di  non dargli abbastanza denaro.

A Scagni era stato concesso uno sconto di pena grazie alla seminfermità riconosciuta già dal perito del gip in incidente probatorio e confermata in primo e secondo grado.

Gli avvocati di Scagni, Mirko Bettoli e Alberto Caselli Lapeschi, avevano fatto ricorso agli Ermellini chiedendo che dalla condanna fosse esclusa la premeditazione che a loro avviso anzitutto sarebbe incompatibile con la seminfermità. E poi – hanno sostenuto i legali – gli investigatori della squadra mobile non sono riusciti a dimostrare cosa abbia fatto esattamente Scagni nelle ore che hanno preceduto il delitto. Il procuratore generale presso la Cassazione aveva ritenuto inammissibile il ricorso e confermato la sussistenza dell’aggravante.

Scagni si trova recluso attualmente nel carcere di Torino dopo le due aggressioni subite in cella prima a Genova e poi, quella violentissima a Sanremo.

Intanto sempre oggi si apprende che la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Cedu) ha dichiarato ‘ammissibile‘ il ricorso presentato dai genitori di Scagni sui presunti allarmi inascoltati al 112 e al centro di salute mentale. Da quegli allarmi era nato un fascicolo bis dove erano stati indagati due poliziotti e un medico della Asl3, poi archiviati.

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Genova24

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