Uccise la nonna a forbiciate, la Corte d’assise assolve Simone Monteverdi per “vizio di mente”

  • Postato il 4 novembre 2025
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Genova. Il 21enne Simone Monteverdi che il 21 settembre 2024 a Chiavari aveva ucciso a forbiciate la nonna Andreina Canepa, 82 anni è incapace di intendere e di volere. Per questo è stato assolto per l’omicidio per l’omicidio ma dovrà, essendo socialmente pericoloso, dovrà essere sottoposto a un periodo di mantenimento in una Rems di almeno 10 anni, che potrà essere revocato se e quando il giovane non sarà più considerato socialmente pericoloso.

Il giovane era già stato dichiarato  totalmente incapace di intendere e di volere dallo psichiatra nominato dalla gip Angela Nutini e per questo si trova già da mesi nella Rems Villa Caterina di Prà.

Ma essendo il delitto avvenuto tra congiunti, in base alla legge l’avvocata di Monteverdi non ha potuto chiedere il giudizio abbreviato (il delitto tra congiunti è punito con l’ergastolo in base a quanto previsto dal Codice rosso) ed è stato obbligatorio il passaggio davanti alla Corte d’assise. presieduta dal giudice Massimo Cusatti.

Monteverdi aveva ucciso la nonna dopo l’ennesima lite nell’appartamento che condividevano solo loro due, dopo che la sorella e la mamma erano andate ad abitare con i rispettivi compagni. Le liti in quella casa erano continue negli ultimi tempi a causa del precipitare delle condizioni psichiche del ragazzo. Anche la madre, quando andava a trovarlo, aveva subito alcune aggressioni ma lei non si era mai sentita di denunciarlo. La donna però aveva parlato dei suoi timori sia alle forze dell’ordine sia ai servizi sociali, chiedendo un supporto. Un primo incontro era stato fissato la settimana successiva a quella del delitto, ma la situazione, tesissima ormai da parecchi mesi, era precipitata prima.

“La famiglia ha scelto di non puntare il dito contro nessuno – spiega dopo la sentenza l’avvocata di Simone, Ilaria Tulino – ha perso due persone, una donna anziana e un ragazzo che aveva 19 anni e che ha visto stravolta completamente la sua vita”.

Tulino ha spiegato di essere stata proprio ieri nella Rems di Pra’ per incontrare il ragazzo: “E’ giovane, e quindi l’auspicio è che che si possa curare in tempi più rapidi possibili. Il percorso è lungo, ma i risultati cominciano a vedersi: ho trovato un ragazzo presente a se stesso, segue i ragionamenti e in questo momento – è passato un anno – comincia a prendere consapevolezza e soffre per quello che è successo”.

Autore
Genova24

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