Ubriaco su una Lamborghini, inseguimento coi Carabinieri dopo l’alt

  • Postato il 14 ottobre 2025
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  • Di Virgilio.it
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Notte di follia sull’asfalto lombardo. Una Lamborghini Huracán Evo lanciata a tutto gas ha trasformato le vie di Cologne in una pista clandestina. Nessuna telecamera, nessuna gloria, solo il rombo sordo di un V10 e un conducente ubriaco al volante. È successo tra le province di Brescia e Bergamo, in un copione che ricorda più Fast & Furious che un normale controllo su strada.

La vicenda

Il protagonista è un 36enne di origini kosovare, fermato al termine di un inseguimento ad alta tensione. Una lunga corsa in piena notte, cominciata dopo che l’uomo ha ignorato l’alt intimato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Chiari. Invece di fermarsi, ha affondato il piede sull’acceleratore, cercando di lasciare alle spalle pattuglia e buon senso.

L’auto, una Huracán Evo da 640 cavalli, è un’arma affilata se usata con leggerezza. In questo caso, lo è stata davvero. L’uomo ha sfrecciato per chilometri a velocità folle, tra sorpassi al limite, manovre pericolose e tratti imboccati con la delicatezza di un proiettile. La sua corsa si è conclusa soltanto nel territorio di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, dove i militari sono riusciti a fermare il bolide e identificare il conducente.

Era ubriaco

Come spesso accade in questi casi, il finale è un bollettino di reati: guida in stato di ebbrezza, eccesso di velocità, mancato arresto all’alt e una lunga serie di violazioni del Codice della Strada. È scattata una multa salata, il ritiro della patente e, verosimilmente, un processo che rischia di appesantire ulteriormente il conto.

L’intervento è stato rapido e coordinato – spiegano dal Comando dei Carabinieri di Chiari –. Episodi come questo dimostrano l’importanza del rispetto delle regole e del lavoro quotidiano delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada”.

Un messaggio chiaro, che sottolinea quanto la sicurezza sulle strade non sia mai un automatismo. Serve attenzione, serve rispetto. Ma resta un punto: cosa spinge un uomo a mettersi alla guida ubriaco, dentro un’auto che sfiora i 300 all’ora, e a pensare che tutto questo possa passare impunito? È l’illusione di invincibilità che accompagna certi volanti. La convinzione che un motore potente basti per lasciare indietro ogni responsabilità. Invece no: arriva il momento in cui la potenza si spegne e resta solo la realtà, fatta di verbali, sirene e una Lamborghini ferma, umiliata.

Un episodio che fa riflettere

È un episodio che fa riflettere anche su un altro aspetto: l’abuso della tecnologia da parte dell’uomo. Perché le supercar, oggi, sono strumenti raffinati, perfetti nella meccanica e nell’elettronica. Ma affidate a chi non ha il controllo, diventano puro pericolo. E la responsabilità ricade, sempre, su chi guida.

L’Italia non è nuova a episodi simili. Negli ultimi anni, le cronache hanno raccontato di Porsche, Ferrari, Maserati usate come giocattoli illegali da guidatori improvvisati o irresponsabili. Ma ogni volta resta il dubbio: serve davvero un’auto da sogno per sentirsi liberi, se poi l’unica destinazione è il tribunale?

La risposta, ormai, la conosciamo. E mentre la Huracán finisce sotto sequestro e il 36enne dovrà rispondere delle sue azioni davanti alla giustizia, sulle strade resta l’eco sordo di un motore spinto per vanità. Una corsa inutile, una notte da dimenticare. Un pericolo scampato per caso.

Autore
Virgilio.it

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