Tutti parlano dei femminicidi, nessuno dei morti in bici (in nome del Green Deal)

  • Postato il 21 maggio 2025
  • Di Panorama
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Potremmo definirla come una strage silenziosa. Che per la banalità della dinamica, per la sua quotidianità, non fa notizia. Ma non per questo merita di essere snobbata.

Dall’inizio dell’anno 72 persone in Italia hanno perso la vita. Se non ne se ne parla è perché sono morti a bordo di una bicicletta o di un monopattino, nel silenzio generale. Ma qualcuno dovrà pure occuparsi di loro: le vittime su due ruote. 9 di queste sono morte per colpa dei pirati della strada, 11 erano a bordo di un monopattino, secondo i dati dell’osservatorio Sapidata-Asps.

Il paradosso è che, numeri alla mano, la trafila di decessi supera, in cifre, l’altra grande tragica piaga della nostra società, e cioè i delitti per femminicidio. Dramma quotidiano che spinge a riflettere sulla relazione uomo-donna, e sulle strade perverse che può raggiungere. Sarebbe opportuno, tuttavia, senza voler fare alcun tipo di macabro paragone, che un briciolo di attenzione venisse posta anche su ciò che accade nelle strade asfaltate e nelle ciclabili delle nostre città. 72 morti in cinque mesi, che spesso non hanno nome e volto davanti al pubblico, meriterebbero forse una riflessione più approfondita: sulla razionalità con cui viene disegnata la viabilità stradale, sulla perizia con cui si conducono biciclette e monopattini, e su come interagiscono – spesso con ostilità – con la tribù degli automobilisti.

La logica ambientalista che pervade le grandi città – Milano tra tutte – impedisce di dare giudizi ragionati sulla mobilità “green” (dall’auto elettrica allo sharing al già citato monopattino). Non possiamo far altro che approvare e promuovere, inginocchiandoci alla nuova religione del monopattino e delle emissioni zero. L’ansia di ricoprire i centri storici dell’asfalto rosso delle ciclabili (spesso travolgendo anche il verde pubblico) spesso non tiene conto delle conseguenze di questa malagestione. E il conto – 72 morti – è indubbiamente salato.  

Autore
Panorama

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