Tutti gli accordi attivi tra Difesa e atenei messi a rischio dal no dell'Unibo. La lista del ministero

  • Postato il 4 dicembre 2025
  • Di Il Foglio
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Tutti gli accordi attivi tra Difesa e atenei messi a rischio dal no dell'Unibo. La lista del ministero

Non è tanto il caso di Bologna, dove l’Università ha detto no a un corso di Filosofia dedicato agli allievi dell’Accademia di Modena, a preoccupare la Difesa. Quanto il fatto che Bologna sia solo un’altra tappa di un processo in atto oramai da mesi e che vede le università italiane distaccarsi dagli accordi stipulati con le Forze armate (lo hanno fatto Pisa, Siena, il Politecnico di Torino). Tanto che la domanda che ci si fa è se adesso anche gli altri accordi ancora in vigore possano essere messi a repentaglio. Secondo un documento del ministero della Difesa, nel primo semestre del 2025 risultavano essere operativi 28 accordi e protocolli tra il dicastero, le Forze armate e le università italiane (sia pubbliche che private). Si va dalla Luiss a Roma Tre, passando per la Statale di Milano e la Sapienza. Ma poi ci sono, a parte, anche le decine di accordi che Leonardo ha stipulato per conto suo con gli atenei. Dopo il niet di Bologna, che fine faranno?

 

In un documento del ministero della Difesa si fa una rendicontazione precisa dei protocolli d’intesa, accordi quadro, accordi esecutivi e convenzioni stipulati dalle varie articolazioni delle Forze armate con gli atenei italiani. Passandoli in rassegna si scopre che l’Università Bocconi di Milano ha all’attivo un accordo quadro di collaborazione della durata di tre anni con lo Stato maggiore della Difesa “nell’ambito della formazione avanzata da realizzare attraverso l’organizzazione di lezioni, seminari, workshop e conferenze riguardanti l’analisi e l’approfondimento di problematiche complesse”. Il dipartimento di Biologia e Biotecnologie della Sapienza di Roma ha attivato una convenzione con la Difesa per una “attività di ricerca e sviluppo scientifico, aggiornamento e formazione scientifica, in relazione alle biotecnologie esaminate dal regime internazionale di non proliferazione delle armi di distruzione di massa ‘Australia Group’”. Ma alla Sapienza è attivo anche un accordo stipulato nel 2024 e operativo fino al 2027 con l’Aeronautica militare “nell’ambito delle attività di formazione, ricerca applicata e non, sperimentazione nei settori di comune interesse, quali, tra gli altri, quello dell’aerospazio, della medicina e chirurgia, della progettazione e gestione delle infrastrutture aeroportuali, in una prospettiva di completa sinergia”. Sempre alla Sapienza, la Difesa ha stretto una collaborazione per “disciplinare e favorire lo svolgimento delle attività di formazione pratica professionalizzante previste nel Master in Psicologia militare”. A proposito di “accordi di facilitazione”, come quello tentato a Bologna, l’Università Roma Tre ha sottoscritto un accordo quadro per stabilire “condizioni agevolate per il master Responsabilità della Pubblica amministrazione e del Pubblico funzionario (civile, penale, erariale) per il personale della Difesa e familiari”. Mentre l’Azienda ospedaliera universitaria Sant’Andrea ha predisposto un “addestramento avanzato a favore del personale delle Forze Speciali qualificato ex lege come ‘Soccorritore Militare delle Forze Speciali’”, da poco scaduto.

 

L’Università di Genova ha firmato un accordo quadro, con il Covi (Comando di vertice interforze), con scadenza maggio 2026, per “adottare forme di collaborazione reciproca per la programmazione, progettazione, realizzazione, svolgimento e condivisione di attività esercitativa da svolgere attraverso lezioni, seminari, conferenze, workshop, stage ed altre attività riguardanti l’analisi e l’approfondimento di aree tematiche di comune interesse”. Un accordo simile a quello tra Covi e Università della Tuscia, con la medesima scadenza. L’Università degli studi di Milano, invece, ha in essere un accordo per lo “sviluppo di progetti di formazione avanzata e ricerca di interesse reciproco da realizzare attraverso collaborazioni e sinergie con l’università”. Spostandosi a sud, l’Università di Salerno ha sottoscritto un accordo quadro affinché si consenta la “frequenza della Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera in favore di Ufficiali Farmacisti della Difesa. L’Ispettorato generale della sanità militare (Igesan) mette a disposizione dell’Università competenze specifiche e tecniche per lo svolgimento di attività didattiche e avvalersi di personale esperto appartenente al Servizio sanitario militare”.

 

In generale, come detto, sono 28 gli accordi che coinvolgono realtà come l’Università degli studi di Torino, Catania, Messina, dove sono stati attivati dei tirocini, ma anche di Udine, dove è stata predisposta una “cooperazione su formazione, studio e ricerca nel campo dell’intelligence e delle tecnologie emergenti” all’interno del Master in “Intelligence and Emerging Technologies”. Poi però ci sono anche gli accordi sottoscritti dalle singole università con Leonardo, principale operatore italiano nel campo della Difesa, come quelli dell’Università di Genova, l’Università del Salento e dell’Università della Campania Vanvitelli. Il clima di caccia alle streghe che si respira un po’ ovunque farà fare marcia indietro ai rettori? Dalla Difesa si augurano di no. Nonostante i precedenti pericolosi di Pisa, Siena, Torino. E ora anche di Bologna.

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Autore
Il Foglio

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