Tutte le volte di un presidente italiano in Giappone

  • Postato il 2 marzo 2025
  • Di Agi.it
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Tutte le volte di un presidente italiano in Giappone

AGI - Dopo ben 16 anni un capo di Stato italiano torna nel Paese del Sol Levante. Una visita attesa e preparata nei minimi dettagli da tempo che, nelle intenzioni, dovrà contribuire al rafforzamento dei già intensi rapporti bilaterali tra Italia e Giappone in un momento di grandi incertezze per gli equilibri mondiali messi a dura prova dai conflitti in corso e dai repentini "riposizionamenti" dell'America del presidente Trump. La prima visita di Stato di Sergio Mattarella (nella Capitale, Tokyo, da lunedì a giovedì e, poi, a Kyoto e Hiroshima prima di rientrare a Roma, il 10 marzo) si pone come momento di chiusura di un ciclo che, dagli anni '80 del secolo scorso a oggi, ha visto il progressivo intensificarsi delle relazioni tra i due Paesi, tanto sul piano economico quanto sul piano culturale e diplomatico.

Roma e Tokyo, insieme ai tavoli G7-G20 e partner (con Londra) del progetto Gcap per lo sviluppo di cacciabombardieri di sesta generazione, sono sempre più strettamente coordinate sui temi prioritari dell'agenda internazionale nonché pronte, a detta degli osservatori, a un ulteriore salto di qualità della cooperazione, in linea con la strategia europea per l'Indo-Pacifico. E con la traiettoria inaugurata dalla politica estera americana che, da Obama in poi, vede in quest'area del mondo la propria priorità strategica.

Alla luce del programma, la quarta volta di un capo di Stato italiano in Giappone (dopo Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano) servirà a suggellare questa nuova, e più forte, fase della collaborazione Italo giapponese. Una fase che è stata "puntellata" da incontri e colloqui interministeriali frequenti - oltre una ventina dal 2023 a oggi - oltre a essersi arricchita di numerose iniziative e attività congiunte: dalle esercitazioni navali nel Golfo di Aden, fino al programma di addestramento congiunto dei nostri F-35 presso la base di Komatsu.

A rafforzare questo contesto contribuisce inoltre il dinamismo dei rapporti commerciali con un'Italia che, oramai da anni, esporta a ritmi sostenuti (sulla spinta dei comparti lusso, agroalimentare, macchinari e farmaceutico) ben più di quanto non importi dal Sol Levante. Un trend stabilmente in ascesa che ha permesso al Bel Paese di diventare un partner chiave per il Giappone confermandosi il secondo fornitore dell'Ue con una quota di mercato dell'1,7%, seconda solo a quella tedesca.

Sandro Pertini (7-15 marzo 1982)

La 'fotografia' era sostanzialmente diversa quando a Tokyo sbarca, a marzo del 1982, Sandro Pertini, il primo capo di stato italiano in un Paese allora poco conosciuto dal Bel Paese e con un mercato difficilmente accessibile, basti pensare che l'intercambio commerciale complessivo tra i due Paesi raggiungeva appena l'1%.

La visita di Pertini, un evento eccezionale, mise in evidenza il ritardo italiano e, in generale, europeo nel tessere relazioni con una potenza moderna e avanzata, che era già il secondo motore dell'economia mondiale. Furono l'esuberanza spontanea e sincera del presidente, unita all'autorevolezza della sua eta' - un 'plus' nella cultura nipponica - a conquistare il popolo del Sol Levante che fino ad allora aveva dell'Italia un'immagine piuttosto stereotipata. Il "presidente pacifista", come la stampa nipponica aveva presentato Pertini, riuscì poco per volta a calamitare i giapponesi attratti dalla franchezza di un uomo cui riconoscono simpatia e disponibilità al dialogo nonostante le rigidità protocollari.

Il momento cruciale della visita - sottolineano le cronache del tempo - fu il discorso pronunciato l'11 marzo alla Dieta, il primo concesso ad un capo di Stato straniero dopo quello dopo quello del presidente argentino Frondizi (1961). Con solennità e sicurezza Partini in quell'occasione esaltò il ruolo dei sistemi democratici-parlamentari e concluse il suo intervento con un convinto e applauditissimo appello al disarmo totale e controllato. "A rischio di apparire utopista - disse - ancora una volta sostengo la necessità di un disarmo totale e controllato".

Parole chiare e inconsuetamente concrete che furono bene accolte dai media nipponici anche perché Pertini elimino' un passaggio del discorso che evocava le "armi terribili detenute dalle due superpotenze", proprio per non rischiare di far apparire l'Italia più vicino alla Cina non allineata, invisa a Tokyo. Quello stesso giorno, del resto, un comunicato congiunto dei ministri degli Esteri di Giappone e Italia riconfermavano la cooperazione tra Europa, Stati Uniti e Giappone per contrastare la "penetrazione" sovietica in Afghanistan e in Polonia nonché la potenza militare dell'Urss, una "minaccia della pace del mondo".

Altro momento chiave del viaggio presidenziale fu la visita al mausoleo di Hiroshima con una guida d'eccezione: uno dei pochissimi sopravvissuti allo scoppio del 6 agosto 1945. "Le poche parole espresse da un Pertini sconvolto dai terribili segni dell'esplosione che marcavano il corpo la sua guida sancirono definitivamente agli occhi dei giapponesi - scrivono le cronache - l'immagine di Pertini "presidente-Samurai" e "Ambasciatore di pace nel mondo".

Oscar Luigi Scalfaro (12-19 aprile 1998)

Dopo 16 anni, nell'aprile del 1998, è il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro a esser ricevuto con tutti gli onori dal Primo Ministro giapponese Ryutaro Hashimoto e a varcare la soglia del Palazzo della Dieta nazionale. In questa occasione anche l'imperatore Akihito e la consorte Michiko avranno modo di ricambiare la calorosa accoglienza riservata loro dal Quirinale, durante il loro viaggio in Italia cinque anni prima.

Italia e Giappone sono due nazioni industrialmente avanzate: l'Italia si prepara a fare il suo ingresso nell'eurozona, mentre il Giappone lancia il nuovo corso dell'ingegneria inaugurando il ponte sospeso più lungo del mondo, un collegamento cruciale per le sue quattro isole principali. Sulla scia dei contatti sempre più' intensi, Roma e Tokyo alla fine degli anni '90 sono più vicine: la prima - come ricorda Scalfaro incontrando il primo ministro - è "impegnata con profondo convincimento nell'edificazione di un'Europa unita", la seconda è "sempre più attiva negli esercizi regionali dell'Asia Pacifico".

Tuttavia, sottolinea Scalfaro, "esistono ampi margini per una loro ulteriore proficua espansione". Il mondo che descrive Scalfaro rivolgendosi alla Dieta, è attraversato da "cambiamenti profondi": oltre alle sfide della guerra, della povertà e della tirannide - dice - si affacciano nuove sfide come quella ambientale e demografica. Problemi che, a suo dire "impongono di avere una chiara visione del mondo" che trascenda dagli egoismi nazionali e riscopra il valore del dialogo e della collaborazione, "per conferire maggiore incisività alle proprie azioni in campo internazionale".

Scalfaro non cela che gli orientamenti dei due Paesi divergono su una "delicata e importantissima questione", ovvero la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma tiene subito a specificare che la proposta di riforma dell'Italia "non ha mai inteso, ne' intende minimamente atteggiarsi ad azioni di contrapposizione ai legittimi interessi di qualsiasi altro Paese", soprattutto se si tratta di Paese amico come il Giappone.

Giorgio Napolitano (12-19 settembre 2009)

A distanza di quasi un decennio dall'ultima trasferta presidenziale, Giorgio Napolitano arriva in Giappone nel pieno della campagna Nato (appoggiata dall'Onu) contro i talebani e Al-Qaeda in Afghanistan. Una missione internazionale nota come Isaf (International Security Assistance Force) che il presidente Usa, Barack Obama, rilancia in modo ancora più deciso pochi mesi prima: sulla carta, per supportare le neonate istituzioni afghane, in pratica per sradicare il terrorismo islamista con obiettivi più mirati rispetto la "global war on terror" del presidente Usa George W. Bush.

 

 

La visita di Napolitano è tristemente marcata, a soli due giorni dall'arrivo, dalla notizia della strage di militari italiani della Folgore in un attentato a Kabul. La tragedia gli viene riportata mentre è in scena, al teatro Bunka Kaikan di Tokyo, il 'Don Carlo' di Verdi diretto dal maestro Daniele Gatti. In sala, con il Capo del Quirinale, c'è anche l'imperatore del Giappone Akihito. Impossibile rompere il rigido cerimoniale: Napolitano attende l'ultima nota dell'opera portata in tourne'e dalla Scala di Milano per incontrare i cronisti e mandare alla nazione, "visibilmente commosso" - scrivono i giornali del tempo - il suo messaggio di "sincero e accorato cordoglio" per le vittime. Rimanda al suo rientro in Italia qualsiasi altra considerazione sul possibile ritiro del contingente italiano da Kabul e Herat e mantiene i suoi impegni in agenda.

L'indomani, incontra il premier giapponese Hatoyama nella sua residenza: un onore che viene accordato per la prima volta a un visitatore straniero. Al centro dei colloqui, ovviamente, il problema della lotta al terrorismo mondiale e di come proseguire le missioni internazionali, ma anche il tema degli aiuti che Roma e Tokyo pensano di mettere in campo per la stabilità e la ripresa dell'Afghanistan. Il premier giapponese manifesta la volontà di voler rafforzare i rapporti non solo con l'Italia, ma con tutta l'Ue della quale apprezza - si legge nelle cronache - "lo sforzo e la perseveranza nel costruire una comunità di Stati". Un esempio - rilevò l'imperatore - da cui anche il Paese del Sol Levante "ha molto da imparare". 

 

 

 

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Agi.it

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