Turismo, per gli albergatori genovesi e liguri è un’estate in salita: “Penalizzati da clima ed effetto dazi”

  • Postato il 18 agosto 2025
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spiaggia lavagna

Genova. Un’estate con luci e ombre per il turismo a Genova e sulle sue riviere. È il punto di vista degli albergatori che tracciano un primo bilancio della stagione dopo aver superato lo spartiacque del weekend di Ferragosto. A precludere la possibilità di replicare il record del 2023 sono i fattori climatici, ma anche quelli economici, con una tendenza generale a ridurre le spese che si osserva pure nella fascia di clientela più abbiente. I giochi, però, non sono ancora fatti e nei prossimi mesi ci sono margini per recuperare.

Qui Tigullio: meno italiani, la colpa non è solo del meteo

Giugno è andato bene, con bei risultati sia nel Ponente che nel Levante – spiega Aldo Werdin, presidente di Federalberghi Liguria radicato nel Tigullio -. Luglio purtroppo è stato caratterizzato da due fattori. Anzitutto l’effetto meteo, con quattro weekend su quattro piovosi o a rischio pioggia che hanno penalizzato soprattutto il Levante: chi arriva da Lombardia e Piemonte aspetta le previsioni e non vuole buttare soldi, anche perché c’è crisi”.

A fare da contraltare è il caldo estremo che induce sempre più persone a preferire il clima fresco della montagna. In questo modo, o per la pioggia o per le temperature elevate, una buona fetta di italiani settentrionali ha disertato Tigullio e dintorni in uno dei mesi normalmente più floridi per il turismo balneare, con un calo che continua a farsi sentire nel mese di agosto, per quanto gli stranieri assicurino sempre la maggior parte delle presenze.

Anche perché poi pesa il secondo fattore: “L’inizio dell’effetto dazi, che si vede in prima battuta sugli italiani e sul mercato americano. Certo, i dazi non colpiscono il turismo, ma è una conseguenza indiretta: il pubblico alto-spendente, gli imprenditori impensieriti dai listini ondivaghi che cambiano quasi tutti i giorni, tendono a risparmiare, cosa che non facevano l’anno scorso. Anzi, gli statunitensi erano esuberanti. Ho parlato con gli industriali, queste dinamiche portano a ristrettezze: magari uno si muove meno per controllare l’azienda”.

Rincari sotto accusa, ma gli albergatori non ci stanno

Si potrebbe dire, insomma, che di questi tempi anche i ricchi piangono trascinando con sé l’economia delle località più esclusive della Riviera. E se i clienti più facoltosi iniziano a badare a spese, è facile comprendere come possa comportarsi il ceto medio: “I prezzi aumentano quando si va a fare la spesa, aumentano i generi alimentari e di conseguenza anche gli alberghi devono aumentare i loro prezzi per stare nelle spese, per cui il cliente quest’anno paga leggermente di più“, ammette Werdin che però assicura: “I rincari? Sono dal 3% all’8%, poi dipende se una struttura ha investito per abbellire le camere o meno”.

E i prezzi (in salita) degli stabilimenti balneari? “Quelli, secondo noi, non influiscono. Il tema è la minore clientela italiana, che di solito va sulla brandina a prendere il sole tutto il giorno, mentre lo straniero non utilizza la spiaggia al 100% ma preferisce visitare l’entroterra e i paesini. E poi stanno cambiando le abitudini”.

Tra le novità positive, mentre calano gli arrivi dalla Germania, c’è la crescita dei francesi, attratti dalla maggiore convenienza rispetto ai prezzi della Costa Azzurra, di cui beneficiano soprattutto località come Sanremo, ma di riflesso anche Genova e il Tigullio. E non solo: “Notiamo un continuo aumento di turisti dai Paesi ex Urss, in particolare Bulgaria, Romania e Ungheria – riferisce Werdin -. Sono clienti abbastanza ricchi, arrivano prevalentemente in auto e sopperiscono alla diminuzione di inglesi e tedeschi. Abbiamo poi mercati in crescita nel Medio Oriente, ad esempio l’India, l’Azerbaijan e l’Uzbekistan. E pure diversi sudamericani che arrivano per visitare i luoghi dei loro nonni e bisnonni, il turismo delle radici”.

Qui Genova: tariffe in calo e prenotazioni last minute

“Possiamo dirci soddisfatti ma non entusiasti”, sintetizza Laura Sailis che rappresenta gli associati di Federalberghi nella città di Genova. Da sempre i mesi estivi premiano il turismo balneare più che quello artistico e culturale, ma negli ultimi anni erano arrivati segnali molto incoraggianti anche per il capoluogo. “Agosto in particolare è stato un mese un po’ difficile – spiega l’imprenditrice -. Le prenotazioni arrivano sempre all’ultimo, si parte vuoti e alla fine le camere si riescono a riempire, soprattutto negli hotel di piccole dimensioni. Ma lavorare così è faticoso, forse anche perché Genova non è la prima scelta”.

E questo, mentre in Italia si discute del caro vacanze, provoca il fenomeno opposto: “Stiamo lavorando tutti con tariffe inferiori all’anno scorso e al 2023, che è stato l’anno migliore per Genova, sia a luglio sia ad agosto – riferisce Sailis -. C’è meno domanda. Se le prenotazioni arrivano in anticipo si possono alzare i prezzi, ma vedendo che non entrano si cominciano ad abbassare. L’ultima settimana di agosto la vediamo simile alle precedenti”.

“Servono più eventi estivi per aiutare il turismo”

La spiegazione? Come detto, il mare e la montagna restano più attrattivi di un soggiorno in città, soprattutto con le temperature torride delle ultime due settimane. Ma secondo gli albergatori si potrebbe fare di più: “Bisogna lavorare sui mesi estivi con iniziative che possono aiutare il turismo. Questo periodo va riempito di manifestazioni, anche piccoli concerti. In agosto il centro storico si svuota, molte attività commerciali chiudono, invece sarebbe utile promuovere la città per farla diventare un’attrattiva culturale”. E non solo: “Abbiamo le attività outdoor e abbiamo le spiagge che possono diventare un’offerta aggiuntiva”.

Anche quest’estate si conferma la netta prevalenza di stranieri a Genova, mentre il pubblico italiano è minoritario e orientato perlopiù al solito comportamento mordi e fuggi: “Non siamo la meta dell’estate, magari passano per vedere l’Acquario ma non è detto che si fermino in città”, osserva Sailis. D’altro canto si conferma la tendenza all’aumento della permanenza media rispetto al passato, segno che la città si consolida come meta non solo residuale o di passaggio.

Le speranze per settembre e ottobre

Per compensare le parziali delusioni estive gli albergatori confidano in settembre e ottobre, mesi che per una parte della clientela sono assimilabili alla tarda primavera. “Abbiamo già molte prenotazioni, grazie al Salone Nautico ma non solo – spiega Sailis -. Ci sono più eventi in generale e sempre più si riscontra la presenza di stranieri, che giocoforza sono in numero maggiore in quel periodo e preferiscono climi più tiepidi e ospitali. Per il turismo nordeuropeo è un prolungamento d’estate, quella che vorrebbero loro, non con 40 gradi”.

Così funziona pure in riviera: “Cercheremo di recuperare sulla media stagione, cavalcando il continuo aumento di prenotazioni dall’estero. Questa è una certezza, gli stranieri continueranno a venire, magari per fare trekking approfittando delle temperature miti”, garantisce Werdin. Dopodiché si guarda già all’inverno: “Speriamo che non ci sia tanta neve in montagna…”.

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Genova24

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