Turismo e influencer, un dibattito che divide

  • Postato il 1 febbraio 2025
  • Di Agi.it
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Turismo e influencer, un dibattito che divide

AGI - Il fenomeno del turismo virale, alimentato dalla potenza dei social network, è ormai una realtà consolidata. Basta un video di un influencer per trasformare una località in una meta di tendenza e attirare migliaia di visitatori in pochi giorni. L'ultimo caso è quello di Roccaraso, dove Rita De Crescenzo, popolare tiktoker con oltre 1,4 milioni di follower, ha scatenato un'ondata di 'turisti per un giorno', portando il piccolo comune montano a essere travolto da una folla di persone e bus tanto da spingere la prefettura de L'Aquila a limitare l'accesso dei pullman turistici per i prossimi weekend.


Ma questa popolarità improvvisa è davvero un'opportunità di sviluppo per le destinazioni o si trasforma in un boomerang per l'economia locale? Gli operatori turistici e i rappresentanti del settore si dividono tra chi vede in questi flussi un'occasione da cogliere e chi, invece, denuncia una mancanza di pianificazione capace di trasformare l'entusiasmo digitale in un problema.

 

Per Cesare Foà, presidente di Advunite/Aidit Campania Federturismo, la questione principale è la distinzione tra turismo e escursionismo: "Il turista vero pernotta, spende nel territorio, crea un indotto stabile. L'escursionista invece arriva, spesso in giornata, con un impatto pesante sui servizi locali senza una ricaduta economica significativa. E Roccaraso ne è un esempio perfetto. Siamo di fronte a un afflusso improvviso che il territorio non riesce a gestire".


Il problema principale, secondo Foà, è la mancanza di servizi adeguati. "Un paese di 800 abitanti non può accogliere 10.000 visitatori in un giorno senza parcheggi, bagni pubblici, forze dell'ordine sufficienti. Tutto era prevedibile, perché il fenomeno era annunciato sui social, ma nessuno ha preso provvedimenti", spiega.


Diversa la visione di Gennaro Lametta, presidente di Federnoleggio/Assoturismo, che sottolinea un altro aspetto chiave, cioè che il turismo virale non va fermato, ma organizzato. "Abbiamo invocato questi flussi per anni e ora che arrivano, li vogliamo bloccare? Le amministrazioni locali devono strutturarsi per accoglierli, non vietarli con ordinanze e divieti - osserva - serve pianificazione, non repressione".

Lametta evidenzia come il turismo virale abbia un impatto economico sottovalutato: "Si è detto che quei 10.000 turisti non portano soldi. Ma se anche solo la metà avesse speso 10 euro tra un caffè, una bottiglia d'acqua o un panino, parliamo di almeno 100.000 euro in un solo giorno. Non si può sempre demonizzare".

 

 

A pesare sulle destinazioni colpite dall'overtourism sono anche le decisioni delle amministrazioni locali. Amedeo Conte, presidente regionale di Sistema Trasporti Campania, critica le soluzioni adottate finora, come la ZTL a pagamento istituita in molte città.

 

"Bloccare l'accesso non è la soluzione giusta. Se un luogo diventa di tendenza, bisogna saper gestire i flussi, non respingerli. Venezia, Firenze e Napoli hanno adottato limitazioni, ma non hanno creato servizi adeguati. Il punto è trovare un equilibrio: servono parcheggi esterni, navette per il centro e una regolamentazione intelligente", annota. Secondo Conte, il vero errore è la mancanza di una visione strategica.

 

"Dobbiamo ringraziare chi promuove il territorio sui social, non ostacolarlo. Ma senza una gestione adeguata - conclude - queste località rischiano di diventare invivibili sia per i turisti che per i residenti". (AGI)

 

 

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Agi.it

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