Turchia, la sicurezza informatica secondo Erdogan: il Parlamento approva una legge che mette a rischio la libertà di espressione

  • Postato il 7 marzo 2025
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Il parlamento turco, la cui maggioranza da 22 anni è costituita dai seggi del partito della Giustizia e Sviluppo fondato e guidato dal presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan, ha approvato i primi 13 articoli di un disegno di legge pericolosamente liberticida che prepara scenari inediti. Si tratta di un Ddl sulla sicurezza informatica che minaccia la privacy, la libertà di espressione e l’inviolabilità delle residenze private. Per questo gli oppositori sostengono che sia incostituzionale. La Carta della Turchia include senza ombra di dubbio il diritto del cittadino a criticare e a esprimere la propria opinione anche nei confronti delle Istituzioni e di coloro che le incarnano. Questa settimana un emendamento parlamentare però ha rimosso una precedente disposizione che avrebbe concesso al capo della Direzione per la sicurezza informatica il potere di condurre perquisizioni, copiare e sequestrare dati informatici senza alcun mandato dell’autorità giudiziaria.

In base al disegno di legge, le perquisizioni di residenze private, luoghi di lavoro e aree non pubbliche richiederanno un ordine del tribunale per motivi di sicurezza nazionale, ordine pubblico, prevenzione della criminalità o minacce alla sicurezza informatica. Tuttavia, nei casi in cui i ritardi della magistratura rappresentino un rischio, un ordine scritto di un pubblico ministero sarà sufficiente per condurre una perquisizione. Ciò che verrà sequestrato sarà conservato senza causare interruzioni prolungate del servizio e una copia sarà fornita alla parte interessata. L’intero processo sarà documentato e firmato. Per le perquisizioni condotte senza un ordine del tribunale, le autorità dovranno sottoporre entro 24 ore il caso a un giudice per l’approvazione.

Nei data center gestiti da provider autorizzati, le ricerche, le copie e il sequestro dei dati saranno consentiti solo con un ordine del tribunale. I giudici saranno tenuti a emettere una sentenza entro 48 ore. Se non viene presa alcuna decisione entro questo periodo, tutti i dati copiati e i testi decriptati dovranno essere immediatamente distrutti e l’ordine di sequestro verrà automaticamente revocato. La Corte penale di Ankara avrà giurisdizione esclusiva su tali richieste. Se però ci si trova davanti a situazioni che coinvolgono le istituzioni pubbliche, non verrà richiesta l’approvazione del tribunale.

In base agli altri articoli approvati, verrà istituito un Consiglio per la sicurezza informatica come autorità centrale che supervisiona le politiche nazionali sulla sicurezza informatica. Un Direttorato per la sicurezza informatica opererà sotto questo consiglio. Il Direttorato sarà autorizzato a raccogliere e archiviare dati e a redigere un registro in merito. Avrà inoltre il potere di richiedere ed estrarre informazioni, documenti, dati e registri dai centri operativi e dagli enti che si occupano di comunicazione. Questi registri possono essere archiviati fino a due anni e condivisi con istituzioni e organizzazioni pertinenti tramite relazioni ufficiali.

Per scoraggiare gli attacchi informatici, il Direttorato adotterà o applicherà le precauzioni necessarie. Avrà inoltre l’autorità di istituire Cyber Incident Response Team (SOME) per affrontare la minaccia alla sicurezza informatica. Gli amministratori locali, le forze dell’ordine e le istituzioni pubbliche saranno tenuti ad assistere e collaborare con coloro che conducono ispezioni sulla sicurezza informatica. Gli ispettori saranno autorizzati a esaminare dati elettronici, documenti, infrastrutture, dispositivi, sistemi, software e hardware come parte dei loro doveri di supervisione. Potranno anche fare copie, richiedere spiegazioni scritte o verbali, preparare relazioni ufficiali e ispezionare strutture e operazioni.

Le entità soggette a ispezioni devono garantire l’accesso a dispositivi, sistemi, software e hardware entro il lasso di tempo stabilito, fornire l’infrastruttura necessaria per l’ispezione e mantenere i sistemi operativi. Le discussioni sui restanti otto articoli del disegno di legge riprenderanno l’11 marzo. Il controllo informatico da parte dello Stato fa parte della strategia dell’autocrate Erdogan di tenere sotto controllo e compromettere la libertà degli 80 milioni di cittadini turchi. Il principale obiettivo del Sultano in vista delle prossime elezioni è di restringere lo spazio di manovra della cittadinanza e dei partiti di opposizione per modificare la legge costituzionale e potersi ricandidare alla guida della Turchia per la terza volta.

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Il Fatto Quotidiano

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