Turchia, il sindaco di Istanbul in tribunale, accusato di voler influenzare la magistratura: una folla lo accompagna e la polizia carica

  • Postato il 31 gennaio 2025
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Attraverso la magistratura finita parzialmente sotto l’esecutivo dopo la riforma referendaria del 2017, il Sultano ci riprova a mettere fuori gioco il sindaco della città piú popolosa e importante della Turchia: Istanbul, 18 milioni di abitanti. Ekrem İmamoğlu – al suo secondo mandato – è comparso davanti al tribunale di Çağlayan, per testimoniare in due indagini separate in merito alle sue osservazioni sul procuratore capo di Istanbul e su un esperto nominato dal tribunale.

Un’indagine accusa İmamoğlu di “aver esposto un funzionario dell’antiterrorismo facendone cosí un bersaglio per i gruppi terroristici”, in seguito alle dichiarazioni da lui rilasciate sul procuratore capo Akın Gürlek. Nell’altra è accusato di “aver tentato di influenzare la magistratura” in seguito alla sua rivelazione circa il coinvolgimento del testimone esperto in molteplici indagini che avevano come obiettivo le municipalità guidate dal laico Partito Popolare Repubblicano (CHP), ovvero il maggior partito di opposizione al partito del presidente Recep Tayyip Erdogan.

Negli ultimi anni, Gürlek ha presieduto diversi casi politici di alto profilo. Il CHP lo ha accusato di allinearsi all’agenda politica del governo. Il 20 gennaio, İmamoğlu ha rilasciato una dichiarazione diretta a Gürlek, dicendo: “Sradicheremo la mentalità che i vostri metodi e le vostre pratiche rappresentano da ogni angolo di questo paese”. Pochi giorni dopo, il 27 gennaio, İmamoğlu ha rivelato pubblicamente che un testimone esperto, identificato dalle iniziali S.B., era stato assegnato a diverse indagini sui comuni gestiti dal CHP. E ha quindi suggerito che ciò fosse motivato politicamente.

Centinaia di membri e sostenitori del CHP, tra cui il sindaco della capitale Ankara, Mansur Yavaş, hanno accompagnato İmamoğlu al tribunale cantando slogan. Per contrastare la protesta sono stari assiepati centinaia di poliziotti, veicoli blindati e antisommossa all’ingresso del tribunale e nel quartiere. Rivolgendosi brevemente ai media fuori dal tribunale, il sindaco di Ankara Mansur Yavaş, anche lui membro del CHP, ha detto: “Non credo che ci sia alcuna giustificazione per presentare un caso contro İmamoğlu. Spero che da ora in poi il sistema legale funzioni come dovrebbe. Per il bene del nostro Paese, la magistratura deve rimanere imparziale e non prendere ordini dai politici”.

Ha anche sottolineato l’impatto più ampio di una magistratura politicizzata, dicendo: “Una mancanza di fiducia nel sistema legale mina la fiducia nel Paese, scoraggia gli investimenti e indebolisce l’economia. Più giustizia significa più democrazia, più posti di lavoro e più opportunità. Se lo stato di diritto continua a indebolirsi, sia la nostra economia che i nostri valori crolleranno”. Il sindaco di Ankara, anche lui al suo secondo mandato, è come il collega di Istanbul molto amato dai giovani, ha poi aggiunto: “Confido che alla fine raggiungeremo un momento in cui la magistratura e la separazione dei poteri funzioneranno correttamente”.

Mentre i membri del partito continuavano a scandire slogan, la polizia ha caricato i repubblicani e chi aveva aderito alla protesta, usando spray al peperoncino. Strumento di cui la polizia da anni fa grande uso, contravvenendo al dettato costituzionale che garantisce il diritto a manifestare pacificamente e a esprimere critiche anche nei confronti delle figure politiche e dei governi. Le purghe del Sultano per annientare il voto delle scorse amministrative ha già colpito in questo mese decine di sindaci dei partiti di opposizione, specialmente nel sud-est della Turchia, conosciuto come Kurdistan.

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