Turchia, dopo l’appello di Ocalan i curdi del Pkk pronti al disarmo. Ma crescono i dubbi sulla contropartita di Erdogan
- Postato il 28 febbraio 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni

La delegazione del Partito filo curdo per l’uguaglianza e la democrazia dei popoli (Partito Dem ex Hdp) ha tenuto ieri una conferenza stampa a Istanbul per condividere il messaggio del leader del Pkk Abdullah Öcalan, dopo il terzo incontro negli ultimi 4 mesi tenutisi presso la prigione dell’isola di İmralı. È qui che il leader curdo è detenuto in isolamento da ventisei anni in seguito alla commutazione del verdetto di condanna a morte in ergastolo.
La delegazione includeva Ahmet Türk, Pervin Buldan, Sırrı Süreyya Önder, Tülay Hatimoğulları, Tuncer Bakırhan, Cengiz Çiçek e membri del partito, nonché Faik Özgür Erol.
Un gran numero di agenti di polizia era di stanza all’esterno dell’hotel per motivi di sicurezza data la svolta storica che stavano per annunciare. Ovvero l’appello di Apo (zio in lingua curda, l’affettuoso soprannome con cui viene da sempre chiamato) ai suoi guerriglieri affinché depongano le armi dopo 40 anni di conflitto contro l’esercito e la polizia turchi. Oltre 300 giornalisti di 140 media si sono riuniti per seguire in diretta questa nuova pagina di storia.
Poco prima dell’inizio dell’evento, i parlamentari del partito Dem, insieme ai co-sindaci di Diyarbakır, Van e Mardin, sono arrivati nella sala della conferenza assieme alle militanti dell’associazione Madri della Pace e delle Madri del Sabato/Popolo, che sono state accolte con una standing ovation. Il parlamentare di Istanbul Sırrı Süreyya Önder – di etnia turca – ha pronunciato il discorso di apertura, descrivendo il momento come “una svolta storica in senso positivo”, esprimendo gratitudine verso coloro che hanno contribuito al processo di pace, menzionando specificamente le vittime del massacro della stazione ferroviaria di Ankara del 2015 e gli Accademici per la pace. Ha anche sottolineato l’importanza della pace per tutti i segmenti della società, rivolgendosi alle famiglie dei soldati e degli ufficiali di polizia che hanno perso la vita nel conflitto durato decenni.
Dopo il discorso di Önder, è stata proiettata sullo schermo una fotografia recente di Abdullah Öcalan, la sua prima immagine dopo l’ultima scattata 12 anni fa. La fotografia mostrava Öcalan insieme alla delegazione in visita, così come Hamili Yıldırım, Ömer Hayri Konar e Veysi Aktaş, che sono anche loro imprigionati nel carcere di massima sicurezza di İmralı.
Ahmet Türk è stato il primo a leggere la dichiarazione di Öcalan in curdo. Dopo l’annuncio, i parlamentari del partito Dem, i co-sindaci eletti e molti partecipanti si sono alzati in piedi e hanno applaudito fragorosamente l’appello. Poi è stato Pervin Buldan a riportare il messaggio del leader:
“Proprio come ogni società e partito contemporaneo, la cui esistenza non è stata interrotta forzatamente, farebbe volontariamente, vi chiedo di convocare il vostro congresso e prendere la decisione di integrarvi con lo Stato e la società; tutti i gruppi devono deporre le armi e il Pkk deve sciogliersi. In questo clima plasmato dall’appello di Devlet Bahçeli, dalla volontà dimostrata dall’Onorevole Presidente Recep Tayyip Erdogan e dagli approcci positivi di altri partiti politici verso questo noto appello, sto facendo una chiamata al disarmo assumendomi la responsabilità storica di tale appello”.
Tuttavia, il messaggio non ha delineato un quadro dettagliato su come o in quali condizioni l’organizzazione dovrebbe disarmarsi. Mentre l‘annuncio curdo è stato accolto con un applauso, l’atmosfera in sala è diventata più cauta dopo la lettura della versione turca. Alcuni tra il pubblico hanno visto l’appello come l’inizio di una nuova era, mentre altri hanno espresso delusione, affermando che questa non era la dichiarazione che si aspettavano.
Uno dei punti più dibattuti dopo l’evento è stata una nota non inclusa nella dichiarazione ufficiale di Öcalan ma trasmessa separatamente da Sırrı Süreyya Önder: “Senza dubbio, in pratica, la deposizione delle armi e lo scioglimento del Pkk richiedono il riconoscimento di una politica democratica e di una nuova cornice giuridica”. Questa nota (un argomento di discussione tanto quanto l’appello stesso) suggerisce che affinché il Pkk si disarmi e sciolga, la sfera politica democratica turca deve essere ampliata e l’ambiente giuridico deve riconoscere e supportare il nuovo processo. Molti hanno interpretato queste osservazioni come un’indicazione che le dimensioni legali e politiche del processo sono e rimangono poco chiare.
Nel frattempo, fonti del partito Dem hanno rivelato che l’appello di Öcalan era diretto esclusivamente al Pkk e non includeva i gruppi armati in Siria. Mentre si prevede che il Partito Dem rilasci ulteriori dichiarazioni sul processo nei prossimi giorni, si continua a speculare su come l’appello di Öcalan influenzerà le dinamiche politiche nella regione e oltre. Dopo l’annuncio, Salih Muslim, membro del Consiglio presidenziale del Partito dell’Unione Democratica (PYD), ha detto all’Agenzia Mezopotamya (MA): “Ora è il turno della Turchia: quali misure prenderà?”.
L'articolo Turchia, dopo l’appello di Ocalan i curdi del Pkk pronti al disarmo. Ma crescono i dubbi sulla contropartita di Erdogan proviene da Il Fatto Quotidiano.