Turchia, autore satirico arrestato per una caricatura di Maometto. Militanti islamisti tentano l’assalto al giornale
- Postato il 30 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un autore satirico turco, identificato con le iniziali D.P., è stato arrestato per aver disegnato una caricatura di Maometto, pubblicata pochi giorni fa sullo storico settimanale LeMan, il “gemello” turco del francese Charlie Hebdo, bersaglio di un attentato islamista nel 2015. “Maledico ancora una volta coloro che cercano di seminare l’ipocrisia dipingendo caricature del nostro Profeta (pace e benedizione su di lui)”, ha scritto su X il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya postando il video dell’arresto. Nelle immagini si vedono tre agenti di polizia che bloccano a terra e ammanettano l’uomo su una scala interna di un edificio. “Lo ripeto ancora una volta: queste persone senza vergogna saranno ritenute responsabili davanti alla legge”, aggiunge il ministro.
Poco prima dell’arresto, un gruppo di militanti islamisti aveva tentato di forzare la porta della sede del settimanale nel centro di Istanbul, rompendo le finestre con pietre e bastoni e venendo fermati dalla polizia. Dopo la pubblicazione della vignetta, il ministro della Giustizia turco Yilmaz Tunc aveva annunciato l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura generale di Istanbul contro la rivista, accusata di “insulto ai valori religiosi“. La magistratura aveva emesso mandati d’arresto per quattro persone: l’autore della vignetta, i due capiredattori e il direttore responsabile. “La mancanza di rispetto per le nostre convinzioni non è mai accettabile. Nessuna libertà garantisce il diritto di prendere in giro in modo orribile la sacralità di una fede”, aveva dichiarato.
Nelle scorse ore, con alcuni post sul proprio account X, il giornale satirico aveva negato che la vignetta “incriminata” si riferisse al Profeta Maometto: “Nella vignetta, il nome di un musulmano ucciso nei bombardamenti di Israele è stato romanzato come Muhammad. Più di duecento milioni di persone nel mondo islamico si chiamano Muhammad. Nella vignetta non vi è alcun riferimento al Profeta Muhammad”. E ancora: “Usando un musulmano assassinato come soggetto”, la vignetta “voleva rappresentare la rettitudine del popolo musulmano oppresso e non vi era alcuna intenzione di insultare i valori religiosi. Non accettiamo la macchia che ci è stata recata perché non c’è alcuna raffigurazione del nostro Profeta. È pessimo interpretare la vignetta in questo modo”.
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