Tumori, torna la speranza, svolta epocale nei nuovi risultati: c’è il 30% di sopravvivenza anche nei casi più gravi

  • Postato il 17 settembre 2025
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Il 30% di sopravvivenza anche nei casi più gravi di tumore: nei nuovi risultati di questi studi torna la speranza.

Il tumore al seno continua a rappresentare la neoplasia più diffusa in Italia, con un trend in crescita costante negli ultimi dieci anni. Dai 48.000 nuovi casi del 2014 si è passati a una stima di 53.686 per il 2024, pari a un aumento dell’11%.

Tuttavia, grazie ai progressi scientifici e ai programmi di prevenzione, il quadro clinico sta vivendo una vera e propria rivoluzione, soprattutto per le pazienti con forme metastatiche della malattia, dove la sopravvivenza mediana è migliorata di circa il 30% rispetto a un decennio fa.

Tumori, 30% di sopravvivenza anche nei casi gravi

La 21ª edizione del Convegno “Advanced International Breast Cancer Course”, che si svolge a Padova, rappresenta il principale momento di confronto tra circa 150 esperti internazionali. L’evento approfondisce le più recenti innovazioni in campo diagnostico, chirurgico, radioterapico e farmacologico nel trattamento del carcinoma mammario, con particolare attenzione alla multidisciplinarità e alla personalizzazione delle terapie.

Valentina Guarneri, Direttore della Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS di Padova e Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Padova, sottolinea come il potenziamento della terapia ormonale rappresenti oggi una strada chiave per migliorare l’efficacia del trattamento nei tumori con recettori ormonali positivi. “Nel contesto del trattamento adiuvante, ovvero quello successivo all’intervento chirurgico, stiamo assistendo all’introduzione degli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti (CDK4/6), una nuova classe di farmaci che permette di ridurre il rischio di recidiva di circa il 25% nelle pazienti a rischio intermedio-alto, andando oltre la tradizionale combinazione di chemioterapia e terapia ormonale”.

Per quanto riguarda la malattia metastatica, i progressi sono altrettanto significativi. Nelle forme che esprimono la proteina Her2 e in quelle con recettori ormonali positivi, la sopravvivenza mediana supera ormai i cinque anni, un risultato che fino a pochi anni fa sembrava impensabile. La chiave di questo successo risiede nella capacità di adottare terapie personalizzate, scelte in base alla caratterizzazione molecolare della neoplasia e nell’uso di algoritmi terapeutici progressivi che permettono di passare in modo efficace da una linea di cura all’altra.

Laboratorio ricerca
Tumori, salgono le possibilità di sopravvivenza anche per le forme più gravi – Blitzquotidiano.it

Una delle innovazioni più promettenti è rappresentata dagli anticorpi farmaco-coniugati (ADC). Questi agenti combinano un anticorpo monoclonale specifico con un chemioterapico, consentendo un rilascio mirato del farmaco direttamente sulle cellule tumorali e limitando così gli effetti collaterali sistemici. Attualmente approvati per la malattia metastatica, si stanno valutando ampiamente anche nelle fasi iniziali del tumore al seno, grazie alla loro efficacia e alla riduzione della tossicità.

Sul fronte della personalizzazione terapeutica, i test genomici stanno rivoluzionando la gestione della malattia. Questi esami permettono di identificare quali pazienti possono evitare la chemioterapia, valutando l’espressione genica del tumore. Se finora utilizzati soprattutto nelle pazienti già operate, studi clinici in corso stanno esplorando il loro impiego anche nel contesto neoadiuvante, cioè prima dell’intervento chirurgico, aprendo nuove prospettive per un trattamento sempre più mirato e meno invasivo.

Nonostante i progressi terapeutici, un nodo cruciale rimane l’adesione alle cure. Dal primo al quinto anno di trattamento, infatti, la percentuale di pazienti che interrompono o modificano la terapia scende del 25,5%, con conseguenze negative sulla prognosi. I principali ostacoli sono gli effetti collaterali, che necessitano di essere attentamente discussi con il medico. L’aggiunta degli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti, pur aumentando la complessità della terapia, richiede un maggiore impegno da parte delle pazienti e un adeguato supporto medico.

La prevenzione riveste un ruolo fondamentale anche dopo la diagnosi. L’adozione di stili di vita sani, come un’alimentazione equilibrata e l’attività fisica regolare, influisce positivamente sui risultati clinici, riducendo il rischio di recidiva nelle fasi iniziali e migliorando la sopravvivenza nelle forme metastatiche. In particolare, il controllo del peso corporeo si rivela cruciale nei tumori con recettori ormonali positivi, poiché il tessuto adiposo è sede di produzione estrogenica che può ostacolare l’efficacia della terapia ormonale.

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Blitz

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