Tumore della prostata: la forza della prevenzione nella medicina di precisione
- Postato il 1 dicembre 2025
- Di Panorama
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Dottor Ferrari, quanto è diffuso oggi il tumore della prostata e perché è così importante parlarne?
Il carcinoma prostatico è la neoplasia maschile più diffusa, ma anche una delle più trattabili. L’incidenza è di circa 110 casi ogni 100 mila abitanti, con oltre 45 mila nuove diagnosi ogni anno nel mondo, pari a quasi un quinto di tutti i tumori maschili. Tuttavia, se diagnosticato precocemente, la sopravvivenza a cinque anni raggiunge il 90%. Parlare di prevenzione significa quindi parlare di vita e qualità della vita.
Quali sono i principali fattori di rischio?
Il principale fattore di rischio è l’età, ma incidono anche l’obesità e le abitudini alimentari. Alcuni studi suggeriscono che diete particolarmente ricche di grassi possono aumentare la probabilità di sviluppare la malattia. Oggi si presta grande attenzione anche ai fattori genetici: avere un genitore colpito da tumore alla prostata o al seno aumenta di circa quattro volte la probabilità di sviluppare la patologia. Le indagini autoptiche mostrano inoltre che, intorno agli 80 anni, quasi tutti gli uomini presentano una forma di tumore prostatico, spesso indolente o clinicamente non rilevante.
Quali sono gli esami più utili per la diagnosi precoce?
I test fondamentali sono il dosaggio del PSA e la visita rettale digitale. Circa il 15% dei tumori prostatici si manifesta con valori normali di PSA, quindi solo la combinazione dei due esami consente una diagnosi attendibile. Il tumore è spesso silente e, quando dà sintomi, può essere già in fase avanzata. Questo è il motivo per il quale lo screening dovrebbe iniziare dai 50 anni — o prima in caso di familiarità — e ripetersi ogni anno. La visita urologica non è invasiva né traumatica: è un gesto di consapevolezza e responsabilità. Controllarsi regolarmente significa intercettare tempestivamente una malattia curabile, spesso con approcci mini-invasivi e ottimi risultati.
Quali sono le opzioni terapeutiche più efficaci oggi?
La chirurgia robotica consente interventi estremamente precisi, preservando continenza urinaria e funzione sessuale. La radioterapia moderna, grazie alla guida d’immagine, riduce gli effetti collaterali. Nelle forme più avanzate si utilizzano terapie ormonali e immunoterapie, mentre nei carcinomi a basso rischio si preferisce la sorveglianza attiva. L’obiettivo è sempre lo stesso: curare, preservando la qualità di vita del paziente.
In conclusione quale messaggio vuole lanciare?
La prevenzione resta l’arma più potente contro il tumore della prostata. Come ripeto ai miei pazienti: “Non aspettate i sintomi. Anticipateli con la prevenzione.” È lì, nella cultura della consapevolezza, che la medicina di precisione incontra la responsabilità individuale: due forze capaci di cambiare il destino della malattia — e della vita.
Responsabilità sanitaria: il decreto attuativo 232/2023 della Legge Gelli-Bianco
Sette anni dopo l’introduzione della Legge 24/2017 (Gelli-Bianco), arriva finalmente il Decreto attuativo che ne completa il quadro, chiarendo obblighi assicurativi, responsabilità delle strutture sanitarie e tutele per pazienti e professionisti. Ne parlano gli avvocati Massimiliano Scipioni e Giuliana De Matteis, esperti di diritto sanitario.
Avv. Scipioni, qual è la portata di questo decreto?
Il Decreto attuativo della Legge Gelli-Bianco rafforza la sicurezza delle cure e la responsabilità delle strutture sanitarie. Oltre a tutelare i pazienti, impone alle aziende sanitarie di dotarsi di coperture assicurative obbligatorie o di sistemi di autoritenzione del rischio, responsabilizzandole nella gestione dei propri processi interni e nella prevenzione degli eventi avversi.
Quali sono le principali novità introdotte?
Il Decreto chiarisce finalmente la disciplina dell’obbligo assicurativo e definisce i requisiti minimi delle polizze: durata, massimali, soggetti coperti e responsabilità reciproca tra Struttura e medico. La Struttura sanitaria risponde contrattualmente verso il paziente e la polizza copre anche i danni derivanti dal personale che opera a qualsiasi titolo al suo interno. Il medico risponde extracontrattualmente, ma resta coperto dalla polizza della Struttura per l’attività svolta al suo interno, salvo nel caso di colpa grave, per cui è prevista l’obbligatorietà di una polizza personale.
Che cos’è l’autoassicurazione?
La regolamentazione dell’autoassicurazione è una delle principali innovazioni del decreto. Le strutture possono scegliere, entro il 16 marzo 2026, se: stipulare una polizza assicurativa tradizionale; adottare un modello di autoritenzione dei rischi; combinare entrambe le soluzioni. Chi opta per l’autoritenzione, totale o parziale, deve istituire fondi specifici: un fondo riserva sinistri per sinistri denunciati ma non ancora pagati; un fondo rischi per sinistri potenziali che possono dar luogo a richieste di risarcimento future. Sono inoltre richieste figure specializzate nella gestione del rischio clinico, sistemi di risk management evoluti e formazione continua del personale, segnando un reale cambio culturale: dalla copertura del danno alla prevenzione del rischio.
Avv. De Matteis, cosa rischiano le Strutture che non si adeguano?
Pur senza sanzioni dirette previste dal decreto, la mancata applicazione può avere impatti sull’accreditamento, nonché determinare responsabilità in sede civile e avanti la Corte dei Conti, in quest’ultimo caso limitatamente alla struttura sanitaria pubblica. D’altra parte, senza copertura assicurativa o fondi conformi, la Struttura rischia di rispondere dell’eventuale dissesto finanziario.
Quale messaggio vuole lanciare alle strutture sanitarie?
Il Decreto non è solo un adempimento normativo, ma un cambio di paradigma: gestire il rischio in modo integrato significa prevenire, tutelare e migliorare la qualità delle cure. Lo Studio Scipioni accompagna le Strutture nella compliance legale e nella consulenza giuridica per la gestione del rischio sanitario. Inoltre, tramite la rete professionale “SIS- Servizi Integrati per la Sanità”, di cui lo Studio è partner, l’obiettivo diviene offrire alle azienda sanitarie un servizio integrato e multidisciplinare che abbraccia tutte le competenze richieste dal DM 232/2023. Di questi temi se ne parlerà nel prossimo Convegno del 3 dicembre a Milano dal titolo “Verso una gestione integrata del rischio sanitario tra compliance, governance e sostenibilità”.