Trump, taglia da 50 milioni sulla testa di Maduro
- Postato il 11 agosto 2025
- Di Panorama
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Taglia raddoppiata a 50 milioni di dollari
Aumentano le fibrillazioni tra l’amministrazione Trump e Nicolas Maduro. La procuratrice generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, ha portato a 50 milioni di dollari la ricompensa per chi dovesse offrire informazioni utili all’arresto del presidente venezuelano. Si tratta di una cifra doppia rispetto a quella che era stata stabilita dal governo statunitense lo scorso gennaio.
“È uno dei più grandi narcotrafficanti al mondo e una minaccia per la nostra sicurezza nazionale. Per questo motivo, abbiamo raddoppiato la sua taglia, portandola a 50 milioni di dollari”, ha dichiarato la Bondi, riferendosi a Maduro. “Sotto la guida del presidente Trump, Maduro non sfuggirà alla giustizia e sarà ritenuto responsabile dei suoi crimini spregevoli”, ha aggiunto. La Bondi ha inoltre accusato il leader venezuelano di spalleggiare la pericolosa gang Tren de Aragua. Non solo. Secondo il Dipartimento di Stato americano, “nelle elezioni presidenziali venezuelane del 28 luglio 2024, Maduro si è dichiarato vincitore fraudolentemente, nonostante le prove contrarie”.
La replica di Caracas
Il governo di Caracas ha replicato duramente alla decisione della Bondi. “Mentre noi sventiamo i complotti terroristici organizzati nel suo Paese, questa donna si inventa uno spettacolo mediatico per compiacere l’estrema destra sconfitta in Venezuela. Non ci sorprende, considerando da chi proviene. La stessa persona che ha promesso una ‘lista segreta’ inesistente”, ha affermato il ministro degli Esteri venezuelano, Yvan Gil, riferendosi alla questione della lista di Jeffrey Epstein.
Un lungo scontro già in corso
Nel 2020, durante la prima presidenza di Donald Trump, Maduro era stato incriminato negli Stati Uniti con accuse inerenti al traffico di droga. La sua amministrazione pose quindi su di lui una taglia di 15 milioni di dollari: una cifra che Joe Biden portò successivamente a 25 milioni. Le tensioni in corso tra Washington e Caracas hanno, insomma, prevalentemente al centro le questioni della droga e dell’immigrazione illegale. Tuttavia, scavando più a fondo, emergono anche elementi di natura geopolitica.
Il legame con la Cina e la strategia di Trump
Il regime di Maduro intrattiene infatti significativi legami con Pechino. A maggio scorso, il presidente venezuelano si è incontrato con Xi Jinping a Mosca. Nell’occasione, il leader cinese ha affermato che la Repubblica popolare “sosterrà fermamente il Venezuela nella salvaguardia della sovranità, della dignità nazionale e della stabilità sociale”. “La Cina”, ha aggiunto Xi, “ha sempre considerato e sviluppato le relazioni con il Venezuela da una prospettiva strategica e a lungo termine”. Ora, non è un mistero che Trump stia puntando molto su una riedizione aggiornata della Dottrina Monroe: si tratta di una strategia volta ad arginare l’influenza di Pechino sull’America Latina. È dunque anche in questo quadro che va inserita la linea dura del presidente americano verso il regime di Caracas.