Trump: “Se Meloni resta premier, Italia miglior alleato Usa”. L’incontro alla Casa Bianca tra inchini e promesse

  • Postato il 18 aprile 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Dal punto di vista della presidente del Consiglio passerella, accoglienza e cordiale incontro alla Casa Bianca sono stati un successo. Voleva accreditarsi come portavoce di Trump in seno alla Ue: complimenti e apprezzamenti di un presidente abituato a maltrattare gli interlocutori (tipo il trattamento che riservò a Zelensky) le danno ragione.

Meloni alla Casa Bianca, come è andata

Voleva allo stesso tempo accreditarsi quale ponte  tra le due sponde atlantiche: qui la missione – in fondo impossibile – non è riuscita, i veri problemi, le grandi frizioni, sono rimasti sullo sfondo, se non presenti come vaghe enunciazioni di principio.

meloni alla casa bianca da trump
Trump: “Se Meloni resta premier, Italia miglior alleato Usa”. L’incontro alla Casa Bianca tra inchini e promesse (foto Ansa-Blitzquotidiano)

E dal punto di vista del Paese (e di riflesso dal punto di vista della Ue)? Gli elogi a un aspirante autocrate non sembrano andare nella direzione auspicata.

Se Meloni promette che “l’Italia manterrà gli impegni perché arriverà al 2% di Pil prima del vertice Nato”, Trump non risponde aggredendo il capofila dei Paesi inadempienti ma si limita a sorridere dandosi di gomito con il vice Vance: “Non è mai abbastanza…!”. Poi Meloni dovrà spiegare come farà a convincere il ministro Giorgetti ad allargare i cordoni della borsa.

“Make Occident great again”

Quando Meloni cerca di compiacerlo utilizzando la sua retorica (“Make Occident great again”, laddove Occidente allude a una civiltà prima che a uno spazio geografico o a un segmento del mercato globale) la risposta di Trump, oltre convenevoli ed elogi di maniera, dovrebbe far correre più di un brivido sulla schiena:  “L’Italia può essere il miglior alleato degli Stati Uniti se Meloni resta premier”.

Meloni porta in dote l’impegno delle parti a incontrarsi a Roma per un vertice Ue-Usa, unito alla promessa di investimenti per 10 miliardi di euro in Usa da parte delle imprese italiane. Trump accetta educatamente – come non si rifiuta palesemente il generico invito di un lntano cugino simpatico -, ma ancora fa finta che Ursula Von der Leyen non esista, anche se democraticamente sarebbe lei a rappresentare la Ue e infatti un incontro con lei non ha spazio alcuno in nessuna agenda.

Domanda, si è parlato di Starlink (l’impresa spaziale di Musk)? Meloni vola alto: “No, si è parlato di difesa, di spazio e di missioni su Marte su cui lavoreremo insieme”.

Europei “parassiti”? Mai detto

Chi ha scatenato la guerra in Ucraina? “Sapete come la penso, che ci sia stata un’invasione e che l’invasore fosse Putin”, risponde Meloni in italiano, tuttavia la parte su Putin non viene tradotta dall’interprete presente.

Ma non aveva detto, Trump, che gli europei sono “parassiti”? Macché, la risposta concorde, mai detto (ma ci sono i record, come si dice).

La premier italiana è disinvolta fino al punto di interrompere Trump quando magnifica i risultati della sua amministrazione sulla questione migratoria: “Ora la situazione è cambiata anche grazie all’Italia, sono ottimista”.

Piena identità di vedute, cioè, con chi ha ripristinato senza scrupolo alcuno termini come “deportazione” e ordinato ai funzionari di dogana di controllare la corrispondenza degli stranieri sospettati di criticare il governo, magari dentro una chat privata.

 

 

 

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Autore
Blitz

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