Il nuovo corso è stato annunciato con un memorandum presidenziale pubblicato sul sito della Casa Bianca poche ore dopo l’insediamento. Trump, che nel nuovo mandato ha promesso di varare nuovi tagli di tasse per imprese e famiglie benestanti, nel documento destinato al Segretario al Tesoro e al rappresentante permanente degli Usa presso l’Ocse lamenta che a” causa del Global Tax Deal” negoziato durante la presidenza Biden “e di altre pratiche fiscali estere discriminatorie le aziende americane potrebbero trovarsi ad affrontare regimi fiscali internazionali ritorsivi”. E dunque dispone che quell’accordo “non abbia effetto negli Stati Uniti”. Il Tesoro viene poi incaricato di stilare – e consegnare entro 60 giorni al presidente – una lista di possibili misure protettive da mettere in campo nei confronti dei Paesi che non rispettino i trattati fiscali in vigore con gli Usa o che applichino regole dannose per le corporation americane.
Trump rinnega l’accordo Ocse sulla tassazione delle multinazionali. E minaccia ritorsioni contro i Paesi che hanno web tax: anche l’Italia
- Postato il 21 gennaio 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Non solo l‘uscita dall’Oms e dagli accordi di Parigi sul clima e la spada di Damocle dei dazi. Tra le prime mosse di Donald Trump da presidente c’è anche la decisione di ritirare gli Usa dall’intesa sulla tassazione globale delle multinazionali faticosamente raggiunta nel 2021 in sede Ocse. Con tanto di minaccia di ritorsioni nei confronti dei Paesi che abbiano adottato norme da cui derivano svantaggi per le compagnie statunitensi. All’identikit corrispondono l’intera Unione europea e la Gran Bretagna, dove dallo scorso anno è in vigore la global minimum tax del 15%, ma nel mirino finiranno innanzitutto Italia, Austria, Francia e Spagna, Paesi che applicano unilateralmente delle imposte sui servizi digitali.
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