Trump pronto a tagliare del 25% i finanziamenti alla Nasa: a rischio la stazione lunare Gateway e i campionamenti di Marte

  • Postato il 3 maggio 2025
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Un taglio drastico, quasi un quarto del budget attuale, che rischia di ridisegnare radicalmente le priorità e i programmi dell’esplorazione spaziale americana (e mondiale) per i prossimi anni. L’amministrazione del presidente Donald Trump ha presentato la sua proposta di bilancio per l’anno fiscale 2026 (che inizierà il 1° ottobre 2025), e per la Nasa prevede una riduzione del 24%: dai 24,8 miliardi di dollari dell’anno in corso si passerebbe a 18,8 miliardi. Una sforbiciata da 6 miliardi di dollari che, se approvata dal Congresso, avrebbe conseguenze pesantissime su quasi tutte le operazioni dell’agenzia spaziale, come riportato dall’agenzia russa Tass e dal sito Axios citando il documento della Casa Bianca e le note esplicative.

La proposta di bilancio avrebbe infatti un impatto trasversale. I tagli più corposi riguarderebbero missioni scientifiche e programmi di esplorazione umana già avviati, molti dei quali in collaborazione con partner internazionali: ad essere colpita duramente sarebbe la scienza spaziale, con un taglio previsto di 2,3 miliardi di dollari, e le scienze della Terra, che ne perderebbero 1,2. Anche i finanziamenti per la Stazione Spaziale Internazionale verrebbero ridotti di 508 milioni, con probabili conseguenze sulla ricerca scientifica e sulla presenza di astronauti a bordo.

Particolarmente pesante sarebbe poi la revisione del programma Artemis per l’esplorazione lunare. Verrebbe infatti cancellata la missione Mars Sample Return, un’iniziativa congiunta con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) fondamentale per riportare sulla Terra i campioni raccolti su Marte dal rover Perseverance. Si direbbe inoltre addio alla stazione spaziale orbitale lunare Gateway, un progetto cardine a cui anche l’Italia fornisce un contributo significativo attraverso lo sviluppo di moduli abitativi e logistici; i componenti già prodotti, secondo una nota Nasa, potrebbero essere riutilizzati per altre missioni. Di conseguenza, il potente razzo Space Launch System (SLS) e la capsula Orion, sviluppati per Artemis, andrebbero in prepensionamento anticipato dopo solo tre voli, quindi al termine della missione Artemis III.

Dove andrebbero quindi i fondi rimanenti? La proposta di bilancio da 18,8 miliardi, pur ridotta, ridisegna le priorità. Infatti, nonostante i tagli generali, la spesa complessiva per i voli spaziali con equipaggio vedrebbe un aumento netto di 647 milioni di dollari. All’interno del budget ridotto da 18,8 miliardi, oltre 7 miliardi sarebbero destinati specificamente all’esplorazione lunare, con l’obiettivo esplicito, dichiarato dalla Casa Bianca, di “tornare sulla Luna prima della Cina”. Questo sforzo si baserebbe sull’abbandono dei costosi sistemi SLS/Orion per aprire, come recita il documento programmatico, “la strada a sistemi commerciali di nuova generazione più economici”. Viene inoltre introdotto 1 miliardo di dollari in nuovi investimenti per programmi focalizzati su Marte, pur avendo cancellato la missione di recupero campioni, con l’obiettivo finale ribadito di “mandare un americano su Marte“.

La proposta della Casa Bianca rappresenta quindi un cambio di strategia radicale per la Nasa: meno enfasi sulla ricerca scientifica di base e sulle collaborazioni internazionali complesse (Gateway, MSR), ritiro anticipato dei sistemi di lancio pesanti sviluppati internamente (SLS/Orion), e una forte accelerazione sulla corsa alla Luna e a Marte contro la Cina, puntando massicciamente su soluzioni commerciali e partner privati ritenuti più agili ed economici. Si tratta, è bene ricordarlo, di una proposta di bilancio che dovrà ora passare al vaglio del Congresso statunitense per l’approvazione. Se confermata, segnerebbe però un cambio di rotta epocale per la politica spaziale americana.

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