Trump: “Musk è impazzito”. La replica: “Il suo nome nei file di Epstein”. Cronaca di una rissa fra super-ego

  • Postato il 6 giugno 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Dopo essersi tanto amati, per un anno o giù di lì, tra Donald Trump e Elon Musk sono volati gli stracci. “Abbiamo avuto un ottimo rapporto, ma sono sorpreso, Elon mi ha molto deluso”, ha detto il presidente americano ai giornalisti durante un’apparizione nello Studio Ovale accanto al cancelliere tedesco Friedrich Merz.

“Elon mi ha molto deluso”

Sentendosi dare in diretta su X dal suo ormai ex alleato dell'”ingrato”: “Senza di me non avrebbe vinto le elezioni”, ha tuonato il patron di Tesla mentre il titolo della società crollava a Wall Street. Ormai è scontro aperto, dopo che per giorni i due hanno negato i dissidi dietro all’addio di Musk al suo ruolo nel governo. Il tycoon ha svelato di averlo cacciato. Ed Elon ha “dato di matto”.

musk trump alla casa bianca
Trump: “Musk è impazzito”. La replica: “Il suo nome nei file di Epstein”. Rissa fra super-ego, la cronaca (foto Ansa-Blitzquotidiano)

“È ora di sganciare la bomba più grande: Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici. Buona giornata, Djt!”, ha poi rincarato Musk. “Segna questo post per il futuro. La verità verrà a galla”, aggiunge il patron di Tesla.

Finito dunque l’idillio della ‘strana coppia’ dell’Oval Office. Uno a capo della superpotenza Usa interpretata con formule sempre più imperiali, l’altro alla guida di una galassia industriale legata a doppio filo con l’esecutivo grazie a contratti miliardari col governo. Commesse che ora The Donald minaccia di azzerare.

La manovra finanziaria all’origine dello scontro

È stato il “Big Beautiful Bill”, la legge di spesa del partito repubblicano in discussione a Capitol Hill, a far precipitare i rapporti: “Elon ne conosceva tutti i meccanismi dall’interno”, ha detto Trump, facendosi dare in diretta su X del bugiardo.

“È falso, non ne sapevo nulla”, ha replicato Musk lamentando che “la legge é stata approvata nel cuore della notte, così velocemente che quasi nessuno l’aveva letta”. Che il rapporto tra i due si stesse incrinando, a dispetto della “chiave d’oro” della Casa Bianca regalata dal presidente al miliardario nel giorno del suo addio ai palazzi di Washington, era nell’aria da giorni.

“Senza di me Trump avrebbe perso le elezioni, i Democratici controllerebbero la Camera e i Repubblicani sarebbero 51 a 49 al Senato”, ha attaccato Elon su X, dando al presidente dell'”ingrato”. Mentre le azioni del suo colosso, nel pieno della buriana, lasciavano sul terreno un altro 8%, bruciando in un batter d’occhio circa 100 miliardi di dollari.

“Non so se avremo più una grande relazione”

“Non so se avremo più una grande relazione”, ha ammesso Trump nello Studio Ovale, tornando a difendere la manovra di bilancio, convinto che le critiche del patron di Tesla e di Space X siano legate all’azzeramento degli incentivi per le auto elettriche. Senza contare il no del presidente alla scelta dell’uomo di Musk come capo della Nasa.

Per il miliardario una ricostruzione “falsa: mantenete i tagli agli incentivi per veicoli elettrici e il solare nella legge, anche se non vengono toccati i sussidi a petrolio e gas (molto ingiusto!!), ma eliminate la montagna di spese di ogni tipo presente nella legge. O fai una legge grassa e brutta, o una legge magra e bellissima”.

“È ora di creare un nuovo partito politico in America?”

Sempre su X, poi, l’ultima provocazione di Musk che lancia un sondaggio che in pochi minuti raccoglie un fiume di sì: “È ora di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti effettivamente l’80% della popolazione di mezzo?”. Il quesito, cui si può rispondere per 24 ore, impazza incassando in meno di un’ora quasi 300 mila risposte, l’84% a favore.

Musk, protagonista anche nel giorno del giuramento del tycoon, si era innamorato di Trump dopo l’acquisizione di Twitter: dopo averlo ribattezzato X, come ‘il figlio preferito’, aveva adottato posizioni sempre più favorevoli alla libertà d’espressione incontrollata, criticando la “censura liberal” e i Democratici, tutti temi cari a Trump.

Lo scorso luglio, dopo l’attentato in Pennsylvania al candidato presidenziale repubblicano, Elon gli aveva dato l’endorsement e da allora aveva speso oltre 277 milioni di dollari per riportare il leader dei Maga alla Casa Bianca: ricambiato, dopo la vittoria, con un mandato illimitato per tagliare la spesa pubblica americana con il cosiddetto Department of Government Efficiency. Un rapporto che sembrava inossidabile ma, come molte storie, è durato poco.

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Autore
Blitz

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