Trump lancia il suo smartphone per patrioti

  • Postato il 19 giugno 2025
  • Di Focus.it
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Un telefono dorato, con la bandiera americana incisa sul retro e il nome Trump ben visibile: è il T1 Phone, lo smartphone "per patrioti" annunciato alla Trump Tower di Manhattan e in uscita tra agosto e settembre 2025. Costa 499 dollari, funziona con il sistema operativo Android 15 e promette prestazioni da fascia alta: display da 6,78 pollici a 120 Hz, tripla fotocamera con sensore principale da 50 MP, 12 GB di RAM e 256 GB di memoria. Oltre al telefono, la Trump Organization ha lanciato anche Trump Mobile, un servizio di telefonia che sfrutterà le reti dei principali operatori americani e offrirà un piano "illimitato" da 47,45 dollari al mese. Tra i benefit: assistenza stradale, chiamate internazionali gratuite e servizi di telemedicina. L'operazione, secondo i promotori, ha un obiettivo politico e simbolico: costruire un'alternativa tecnologica "tutta americana" e "a misura dei lavoratori". Ma è proprio questo il punto più controverso.. Made in… dubbio! Trump Mobile sostiene che il T1 sia "progettato e costruito interamente negli Stati Uniti", ma diversi esperti hanno sollevato dubbi pesanti: secondo AppleInsider, il telefono sarebbe in realtà un semplice restyling del REVVL 7 Pro 5G prodotto da Wingtech/Luxshare, una compagnia cinese. The Verge è ancora più netto: "È estremamente improbabile che il T1 sia davvero made in USA". Il problema è tecnico ed economico: nessuna azienda statunitense, nemmeno Apple, riesce oggi a produrre uno smartphone di fascia alta interamente in patria a un prezzo così competitivo. Per farlo, servirebbe una rete di fornitori che, al momento, è localizzata quasi tutta in Asia. Trump da tempo spinge per un ritorno alla manifattura americana e ha anche minacciato Apple di imporre dazi sui prodotti assemblati all'estero, ma tra propaganda e realtà industriale c'è ancora un oceano.. Conflitto d'interessi? Il lancio del T1 arriva in un momento delicato, proprio mentre le politiche sui dazi imposte da Trump stanno facendo tentennare i mercati di tutto il mondo. E poi c'è un secondo problema: quello del conflitto d'interessi: la Costituzione americana prevede, con la cosiddetta Emoluments Clause, che il presidente non possa trarre guadagni personali dall'esercizio della sua funzione. Per decenni, i presidenti hanno evitato qualunque attività imprenditoriale durante il mandato, arrivando persino — come fece Jimmy Carter — a cedere temporaneamente le proprie attività, mentre Trump, anche durante la sua prima presidenza, ha reinterpretato questa norma in chiave più flessibile, e ora torna alla carica con un prodotto commerciale che porta il suo nome, punta sugli elettori più fedeli e cerca di trasformare la politica in business. È lecito chiedersi dove finisca l'operazione economica e dove cominci quella politica.. Marchio personale. Il T1 Phone si propone di essere più un simbolo che un semplice smartphone: incarna l'ideale trumpiano di una tecnologia "alternativa", libera dai colossi della Silicon Valley considerati troppo liberal, e rivolta a un pubblico conservatore e diffidente verso il mainstream. Non è un caso che non venga venduto come un telefono "migliore", ma come uno "nostro". Un oggetto identitario, che si inserisce in una strategia più ampia. Dopo i social network alternativi, ora tocca all'hardware, ma quanto può durare un prodotto basato più sull'appartenenza che sull'innovazione? Al momento non si conosce né il produttore né l'effettivo livello di autonomia dell'azienda, quel che è certo è che Trump, ancora una volta, ha trovato il modo di tenere alta l'attenzione su di sé. D'altra parte, come diceva Oscar Wilde: "non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli"..
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Focus.it

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