Trump, l’amico di Meloni, fa il matto: quali sono le colpe di Giorgia?

  • Postato il 24 maggio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Trump, uno e due. Prima elogia Giorgia Meloni e dice che può essere la pontiera tra gli Stati Uniti e l’Europa.

Poi fa una capriola a 180 gradi e minaccia il nostro vecchio continente: dal primo giugno, i dazi saranno al cinquanta per cento, aggiungendo stizzito: “Inutile discutere con Bruxelles”.

Che cosa fare dinanzi ad un simile scenario? Forse attendere tempi migliori sperando che il presidente si acqueti.

Oppure rispondere con iniziative che potrebbero portare al muro contro muro, cioè alla guerra commerciale che nessuno si augura.

Dunque, le previsioni sono impossibili: l’Europa attende e spera, ma senza entrare in quel sonno perenne che l’attanaglia ormai da oltre trent’anni.

Ogni ipotesi dura una mezza giornata, forse qualcosa in più.

Negoziati in Vaticano? Ma non scherziamo

Trump, l’amico di Meloni, fa il matto: quali sono le colpe di Giorgia? Nella foto Silvia Salis
Trump, l’amico di Meloni, fa il matto: quali sono le colpe di Giorgia? Nella foto Silvia Salis- Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Ad esempio: dei negoziati in Vaticano per una possibile pace non si parla più. Anzi, Mosca si dice nettamene contraria e ritiene che non è stata fissata nè una sede, nè una data. Respingendo così l’iniziativa della Santa Sede che aveva offerto ai grandi del mondo un luogo sicuro dove potersi incontrare e discutere in tranquillità senza tifoserie.

A Gaza, la situazione è sempre la stessa: gente che fugge o che muore di fame. Alcuni bambini sono digiuni da 81 giorni e sono alla vigilia di un viaggio nell’al di là. Negli Stati Uniti, l’università di Harvard viene preclusa agli stranieri che hanno poco tempo per trasferirsi, altrimenti saranno radiati.

La Finanza mondiale trema e perde in un giorno 83 miliardi. Per colpa di chi? Di Trump, non c’è dubbio. “Pure di Giorgia Meloni”, aggiungono gli esponenti della minoranza, “perchè è lei l’amica di Donald ed è lei che deve incaricarsi di calmarlo”. Sembrerebbe una boutade, ma è la verità che lascia increduli.

L’ombra di Trump sull’Italia

In un mondo che trema e attraversa un momento terribile, in Italia non c’è pace tra la maggioranza e l’opposizione. Invece di aprire un dialogo per trovare un denominatore comune che possa alleviare le sofferenze che il Paese sta vivendo, si va alla ricerca anche di piccoli episodi che possano mettere all’angolo l’avversario.

Elly Schlein (beata lei ) è ottimista. Guarda subito a Genova dove domani e dopo si voterà per eleggere il nuovo sindaco. La sinistra gongola, è certa di poter sconfiggere l’attuale coalizione, puntando su una ex sportiva, ancora giovane che fa di nome Silvia Salis.

La Schlein è entusiasta di come “la nostra Silvia” si è comportata in campagna elettorale. Dice:” E una donna intelligente e preparata che può impensierire da subito Giorgia Meloni”. L’ottimismo lo si può capire, ma andare oltre con ipotesi per ora fantasiose sembra francamente molto esagerato.

La segretaria è un fiume in piena. In una intervista al Corriere della Sera non ha freni inibitori. Come se le elezioni politiche non fossero nel 2027, ma oggi. “Noi siamo pronti ad andare al voto”, ripete più volte. “La parità è già aperta”.

Forse Elly non ha letto gli ultimi sondaggi o forse, nella frenesia di considerarsi la prima della classe, li ha dimenticati.

Se, però, le ritornassero in mente dovrebbe chiedere al giornalista con cui ha parlato di farne una seconda di chiacchierata. Il sostantivo è appropriato, perchè di chiacchiere si parla, di niente altro.

Esiste nell’opposizione come un riflesso condizionato, per cui ogni problema che sorge è solo responsabilità della premier anche se si tratta di questioni che varcano l’Oceano e oltre.

“La sinistra ha un complesso di inferiorità”, si risponde. “Non ha digerito la pesante sconfitta delle politiche e continua ad arrampicarsi sugli specchi andando alla ricerca di un qualcosa che possa favorirli”.

“Anche per quanto riguarda Harvard?” chiede ironicamente qualcuno. “Perchè no”, si replica. “L’atteggiamento di Harvard è tipicamente fascista”. Eccolo il termine che si aspettava. Ogni volta che la situazione si ingarbuglia la colpa è solo dei nostalgici del ventennio.

Si manifesta in piazza con i soliti slogan: “Più armi, meno welfare”, oppure “Pensiamo ai salari che sono i più bassi d’Europa, alla scuola, alla sanità, alla disoccupazione, alla povertà, ai giovani che fuggono all’estero perchè qui  trovare un posto è come vincere all’Enalotto”.

Con il sorriso che le illumina il viso, la segretaria del Pd guarda al prossimo futuro: “Siamo un sol uomo (absit iniuria verbis) carico di entusiasmo, Il cambio della guardia non è lontano”.

Stando così le cose meglio pensare al Napoli, cioè al Mezzogiorno, che stavolta ha superato i lombardi del Nord.

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Blitz

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