Trump in Giappone, alleanza d’acciaio con Takaichi: l’accordo sulle terre rare fa infuriare la Cina

  • Postato il 28 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Washington sta rafforzando i suoi legami con Tokyo. Durante la sua tappa nel Paese del Sol Levante, Donald Trump ha avuto parole di elogio per la nuova premier nipponica, Sanae Takaichi. “Questa donna è una vincitrice”, ha dichiarato il presidente americano, aggiungendo che le relazioni tra Stati Uniti e Giappone saranno “più forti che mai”.  “Nutro un profondo rispetto per il Giappone, e ora nutro un rispetto ancora maggiore per il suo nuovo e straordinario primo ministro”, ha anche detto l’inquilino della Casa Bianca.

Non solo. I due leader hanno altresì sottoscritto un accordo che punta “sostenere la fornitura di minerali essenziali grezzi e lavorati e di terre rare essenziali per le industrie nazionali degli Stati Uniti e del Giappone”. “L’accordo aiuterà entrambi i Paesi a rafforzare la sicurezza economica, promuovere la crescita economica e, di conseguenza, portare costantemente alla prosperità globale”, recita una nota congiunta. D’altronde le terre rare erano anche al centro di un’altra intesa che Trump aveva firmato domenica con la Malesia. Il dossier è infatti delicato e dai profondi risvolti geopolitici, chiamando direttamente in causa la competizione geostrategica in corso tra Washington e Pechino.

E proprio Pechino ha monitorato con attenzione la visita di Trump in Giappone. Non dimentichiamo infatti che la Takaichi è storicamente considerata un falco anticinese, nonché un’energica sostenitrice di Taiwan. Sotto questo aspetto, è da rilevare che la neopremier nipponica ha appena affermato che Tokyo “rafforzerà sostanzialmente le sue capacità di difesa”. Una presa di posizione, questa, che, apprezzata da Trump, è stata accolta con irritazione dalla Cina.

“A causa della storia di aggressione militarista del Giappone nei tempi moderni, le sue azioni militari e di sicurezza sono state a lungo attentamente osservate dai Paesi asiatici vicini e dalla comunità internazionale”, ha dichiarato il ministero degli Esteri di Pechino, che ha anche polemicamente esortato Tokyo “a riflettere profondamente sulle sue azioni passate”. Non è del resto escluso che di questo tema possano parlare, giovedì, Trump e Xi Jinping durante il faccia a faccia che dovrebbero avere in Corea del Sud.

Complessivamente la situazione mostra come, nonostante la distensione commerciale avviata domenica, Washington e Pechino continuino a competere in modo abbastanza serrato sia sul fronte economico che su quello geopolitico. Trump, con il suo tour asiatico, punta d’altronde a rafforzare l’influenza statunitense sia sul Sudest asiatico sia sull’Asia orientale. Un obiettivo, questo, a cui Xi guarda come il fumo negli occhi.

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Panorama

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