Trump e Zelensky al fresco dell’Alaska, mentre Donnarumma fa le valigie: era ora

  • Postato il 12 agosto 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Quel giorno di agosto, il 15, Zelensky non sarà a cena con Trump e Putin.

Il leader russo non vuole vederlo attorno a quel tavolo e riesce a convincere il presidente americano, il quale tronfio sorride ironicamente e dice: “Se il mio interlocutore fa il furbo, ci metterò due minuti a capire che ci marcia”.

Questo è lo scenario per l’incontro del secolo che si svolgerà in Alaska. I protagonisti saranno due, ma gli spettatori saranno milioni, quegli stessi che, stanchi della guerra, non ne vogliono più sapere di parole che volano via con il vento.

La verità è che nessuno si fida più dei due “potenti” che guidano il mondo e lo vorrebbero a loro piacimento.

Il premier ucraino è lapidario: “Con lo scambio dei territori non si arriverà a nulla, la pace continuerà ad essere ancora un miraggio”.

Trump e Putin a banchetto

Trump e Zelensky al fresco dell’Alaska, mentre Donnarumma fa le valigie: era ora, nella foto Donald Trump e Vladimir Putin
Trump e Zelensky al fresco dell’Alaska, mentre Donnarumma fa le valigie: era ora- Blitzquotidiano.it (Donald Trump e Vladimir Putin nella Foto Ansa)

Quali territori? Il Cremlino non potrà mai rinunciare al Donbass sperando un giorno di poter conquistare pure Odessa e lo sbocco al mare. Trump non vorrebbe che qualcuno ostacolasse il predominio in Europa che considera un suo territorio.

In questo palcoscenico l’Europa che fa? Nulla o quasi, non ha possibilità di intervenire perchè si ritiene che non abbia voce in capitolo. Sono oltre trent’anni che è dormiente, deve continuare ad esserlo.

Immobile, così piace ai due commensali di metà agosto.

D’altronde Bruxelles non può fare promesse perché non potrebbe mantenerle. Quindi, rimane alla finestra nella speranza di non sparire del tutto dallo scenario internazionale.

L’Alaska sarà una nuova Yalta? Allora, alla fine della seconda guerra mondiale, i protagonisti erano quattro, oggi soltanto due, ma l’obiettivo è lo stesso: come spartirsi la torta che è sul piatto.

Anche se Putin la guerra con l’Ucraina non l’ha vinta sarà lui a porre le condizioni. Diceva che Kiev l’avrebbe conquistata in una settimana, cacciando quei “nazisti” che la governavano. La realtà è stata ben diversa, ma oggi si parla soltanto di quali territori Zelensky dovrà cedere se vuole far trionfare la pace e ridare al suo popolo la tranquillità che merita.

Come finirà è difficile se non impossibile prevederlo: attorno a quel tavolo ci saranno due leader che vogliono dimostrare entrambi di essere “il più forte”. Allora se Trump dice che ci metterà due minuti a sbugiardare Putin, a sua volta il capo del Cremlino tace e manovra sottobanco per arrivare a far dama ed a mettere all’angolo l’amico-nemico.

È un momento difficile che dovrebbe preoccupare non poco i vertici europei e quei paesi che sperano di uscire indenni da questa situazione. Ursula von der Leyen cerca in tutti i modi di apparire una protagonista, ma lei è la prima a convincersi che non lo è.

Meloni turista

Giorgia Meloni, la “pontiera” fra le due sponde dell’Oceano, non si espone, è guardinga e limita al massimo i suoi interventi. Usa l’arte del dribbling che fa di un calciatore un asso della pelota.

Vola in vacanza, si gode il successo che ha ottenuto in Europa quando tutti la consideravano una sovranista e basta e aspetta tempi migliori per pronunciarsi.

In casa propria, la premier incassa un’altra vittoria perché quanti la criticavano per una estate da poveri, hanno dovuto fare marcia indietro se diamo uno sguardo ai numeri.

Si diceva che le spiagge erano vuote, che molti italiani avevano dovuto rinunciare alle ferie: spiagge deserte, gli ombrelloni chiusi. “Ecco come si è ridotta l’Italia guidata dalla Meloni”.

I numeri non si discutono e senza ombra di dubbio annunciano che in Italia si viaggia di più e il turismo è aumentato di oltre il 7 per cento.

Così Elly Schlein, battuta ancora una volta, si trincera dietro le elezioni regionali. “I sondaggi ritengono che vinceremo certamente”. Dove? In Toscana dove la sinistra non ha mai perso. E dopo? L’interrogativo è d’obbligo ed esporsi sarebbe un gravissimo errore.

Però la segretaria del Pd deve trovare un appiglio per non  cadere ed ogni occasione è buona per strappare un titolo sui giornali.

In questo mondo che non ha più certezze anche i miti cadono. Attori, attrici che fino a qualche tempo  o fa furoreggiavano, oggi segnano il passo.

Anche il calcio mostra le sue crepe. Gigio Donnarumma. il portiere numero uno, voluto a tutti i costi dal Paris Saint Germain, deve fare le valigie per lasciare la capitale di Macron. Costa troppo e non è più il campione di un tempo.

È la verità o il solito atteggiamento di superiorità dei nostri amici d’oltr’Alpe? L’Eliseo segue il problema e il premier spera che anche in questa vicenda sportiva la sua Francia non faccia una brutta figura.

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Autore
Blitz

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