Trump e leader europei preparano mossa decisiva sulla guerra in Ucraina
- Postato il 12 agosto 2025
- Di Panorama
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Si fa sempre più vicino l’incontro in Alaska fra il Presidente americano Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin. Un colloquio il cui preciso scopo è quello di trovare una quadra per porre fine alla guerra in Ucraina, il più grande conflitto su suolo europeo dai tempi della Seconda guerra mondiale. Domani, proprio in vista del summit del 15 agosto, si terrà una riunione virtuale fra il Presidente americano e i principali leader europei.
La chiamata ha lo scopo di meglio comprendere la posizione negoziale americana, e ribadire quella europea: nessuna pace senza il coinvolgimento dell’Ucraina. Fin dall’annuncio dell’organizzazione dell’incontro, qualche giorno fa, si sono fatte altissime le voci dei leader del Vecchio Continente, sentitisi scavalcati dall’asse negoziale russo-americano. L’ultimo messaggio è arrivato nella notte, quando i Paesi europei, ad eccezione dell’Ungheria, hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui affermano che “il percorso verso la pace in Ucraina non può essere deciso senza l’Ucraina. Negoziati significativi possono aver luogo solo nel contesto di un cessate il fuoco o di una riduzione delle ostilità“.
Anche il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha subito reso noto di non voler accettare qualsiasi accordo che preveda il ritiro delle truppe ucraine dal Donbass, mentre i principali leader europei hanno pubblicato una dichiarazione in cui riaffermavano il loro pieno sostegno a Kiev e sostenevano con fermezza che nessuna pace deve essere decisa senza il coinvolgimento diretto dell’Ucraina.
Tornando alla riunione virtuale prevista per domani, l’iniziativa sembra essere partita dal Cancelliere tedesco Friedrich Merz, ad essa sono stati invitati tutti i firmatari della dichiarazione pubblicata nei giorni scorsi, ovvero i leader di Germania, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia e Polonia, mentre sarà prevista anche la partecipazione della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, oltre naturalmente a quella del Presidente americano Donald Trump, che terrà in solitaria il vertice bilaterale di venerdì con Putin.
A detta del portavoce del governo tedesco, Stefan Kornelius, «queste discussioni, organizzate in diversi gruppi tematici», verteranno sulla «preparazione di possibili negoziati di pace», sulle questioni «relative alle rivendicazioni territoriali e alle garanzie di sicurezza» e su eventuali «azioni supplementari per esercitare pressione sulla Russia».
In una conferenza stampa svoltasi ieri mattina, il premier polacco Donald Tusk ha nuovamente ribadito la posizione europea, ovvero che Kiev deve essere coinvolta nei colloqui di pace, i leader europei «restano uniti nel loro approccio», che potremmo definire “oltranzista”, giacché le formule europee di risoluzione del conflitto si limitano a soddisfare tutti i desideri di Kiev e a ignorare le richieste di Mosca.
Questo è certamente uno dei principali motivi, se non il solo, per cui l’Europa non è mai riuscita a mediare la risoluzione del conflitto. L’Ue parteggia nettamente per Kiev, così come Washington del resto, ma a differenza di Bruxelles, l’America di Trump è riuscita, almeno nei toni, a staccarsi dalle posizioni oltranziste europee e ad aprire un dialogo diretto con Mosca. Perché è solamente così che la guerra potrà terminare, parlando con la Russia. Con il loro atteggiamento partigiano (nelle parole, oltre che nei fatti) i leader europei rischiano di essersi autoesclusi dalle trattative per la risoluzione di un conflitto che li riguarda così da vicino.
Non a caso, dall’altra parte dell’oceano, Donald Trump ha fatto sapere ieri durante una conferenza stampa che se l’accordo presentato da Putin “sarà un accordo equo, lo rivelerò ai leader dell’Unione Europea e ai leader della Nato, e anche al presidente Zelensky, e potrei dire: ‘Buona fortuna, continuate a combattere’. Oppure potrei dire: ‘Possiamo trovare un accordo’“. “Vi dirò questo – ha continuato – ho visto un sondaggio proveniente dall’Ucraina: l’88% delle persone vorrebbe che si raggiungesse un accordo”, il Presidente americano si è quindi detto “contrariato” per via dell’inflessibilità di Zelensky riguardo allo scambio di territori da effettuare con la Russia. Per porre fine alla guerra servirà flessibilità, da entrambe le parti.
Un concetto ribadito anche dal Vicepresidente americano J.D. Vance: «Serve un accordo che non renderà felice né Mosca né Kiev», in altre parole un compromesso. Nell’intervista di domenica rilasciata a Fox News, Vance ha affermato che la Casa Bianca sta lavorando per rendere possibile il trilaterale fra Donald Trump, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Tuttavia, la priorità al momento è l’incontro di venerdì fra Putin e Trump in Alaska.