Trump e la mossa sul Venezuela: la vera partita è con la Cina 

  • Postato il 30 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Aumentano le fibrillazioni tra Washington e Caracas. Domenica, il cacciatorpediniere Uss Gravely ha attraccato nella capitale di Trinidad e Tobago. Ufficialmente, l’arrivo della nave era legato all’avvio di alcune esercitazioni finalizzate, secondo le parole dell’incaricata d’affari dell’ambasciata statunitense Jenifer Neidhart de Ortiz, ad “affrontare minacce comuni come la criminalità transnazionale e a rafforzare la resilienza attraverso la formazione, le missioni umanitarie e gli sforzi per la sicurezza”. Il governo di Caracas, dal canto suo, ha parlato di “grave minaccia”, accusando Washington di aver condotto una “provocazione ostile” nei confronti del Venezuela.

Insomma, la pressione statunitense sul Paese latinoamericano sta aumentando. Secondo l’amministrazione Trump, il regime di Nicolas Maduro sarebbe pesantemente coinvolto nelle attività di narcotraffico che colpiscono gli Stati Uniti: è in questo contesto che, nelle scorse settimane, il Pentagono ha effettuato vari attacchi contro imbarcazioni di trafficanti di droga operanti nell’area caraibica. Non solo. La Casa Bianca starebbe prendendo anche in considerazione l’eventualità di condurre azioni militari direttamente sul territorio venezuelano. Caracas, per parte sua, ha negato le accuse di Washington, sostenendo che gli Stati Uniti sarebbero in realtà intenzionati ad attuare un regime change. In questo contesto, mercoledì Maduro ha affermato di aver intercettato tre aerei utilizzati per il traffico di droga.

Tuttavia, la questione del narcotraffico rappresenta soltanto una parte del problema: quella, se vogliamo, più immediata. La crisi tra Stati Uniti e Venezuela si inserisce infatti nel più ampio quadro della competizione tra Washington e Pechino. Da quando è tornato alla Casa Bianca, Donald Trump ha promosso una riedizione aggiornata della Dottrina Monroe con il preciso scopo di arginare l’influenza della Cina sull’America Latina. Ora, non è un mistero che il regime di Caracas rappresenti uno dei principali punti di riferimento di Pechino nell’area. Non a caso, la Repubblica popolare si è schierata con Maduro contro Trump. “Le operazioni unilaterali ed eccessive degli Stati Uniti contro le navi di altri Paesi nelle cosiddette acque internazionali violano il diritto alla vita del personale interessato e altri diritti umani fondamentali”, ha dichiarato, lo scorso 10 ottobre, l’inviato cinese alle Nazioni Unite, Fu Cong.

Tutto questo per dire che l’America Latina è sempre più centrale dal punto di vista geopolitico. Washington vuole rafforzare la propria influenza sull’Emisfero occidentale dopo i fallimentari anni dell’amministrazione Biden. Pechino, dal canto suo, vuole evitare di perdere terreno. Ecco: la crisi venezuelana rappresenta, in un certo senso, l’epicentro di questo duello.

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Panorama

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