Trump e i tagli mostruosi alla sanità Usa: -40 miliardi di dollari, ossia un terzo del bilancio. Uno schiaffo ai suoi elettori
- Postato il 23 aprile 2025
- Politica
- Di Blitz
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Mentre in Italia si discute di liste di attesa nella sanità, con le regioni che rivendicano la propria autonomia, dagli Stati Uniti arriva una notizia che fa riflettere. Secondo il Washington Post, l’amministrazione di Donald Trump starebbe valutando di tagliare circa 40 miliardi di dollari di finanziamenti al Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (Hhs). Il giornale cita un documento di bilancio preliminare in suo possesso, una fonte quindi che possiamo giudicare come molto veritiera.
Tagli di un terzo della sua spesa al Dipartimento della Salute Usa
I tagli rappresenterebbero circa un terzo della spesa discrezionale dell’Hhs. La bozza di bilancio, nota come “passback”, offre la prima panoramica completa delle priorità sanitarie e dei servizi sociali dell’Ufficio di Gestione e Bilancio del Presidente Donald Trump, in preparazione dell’invio al Congresso della sua richiesta di bilancio per l’anno fiscale 2026. La bozza mostra come l’amministrazione intende riorganizzare le agenzie sanitarie federali che supervisionano la sicurezza alimentare e farmaceutica, gestiscono la risposta nazionale alle minacce di malattie infettive e promuovono la ricerca biomedica.
Anche se la parola usata è “riorganizzazione”, quello che si otterrà è un impoverimento delle cure mediche in un paese già molto deficitario dal punto di vista della sanità pubblica. Non si tratta infatti di tagli limitati e che riguardano alcuni settori. Stiamo parlando di un terzo del budget.
Donald Trump, durante il suo primo mandato aveva fatto una battaglia per abolire la Obamacare, la norma voluta dall’ex presidente Usa per obbligare le assicurazioni sanitarie a sottoscrivere una polizza sempre (prima era a discrezione delle aziende assicurative e molti statunitensi si trovavano senza copertura anche contro la loro volontà). Il tycoon poi fece marcia indietro e lasciò la Obamacare in vigore. Ora è tornato all’attacco e lo ha fatto alla grande, facendo già dei primi tagli a cui si aggiungono ora questi di cui parla il Washington Post.
Viene da chiedersi come si possa attuare una politica del genere in un Paese che, pur essendo il più ricco del mondo se guardiamo al Pil, ha al suo interno enormi sacche di povertà e tassi legati a persone che non si curano vicini al terzo mondo. E pensare che Trump ha preso una montagna di voti dai settori della società più in difficoltà. Persone schiacciate dall’inflazione e dal caro vita che nel passato magari votavano partito Democratico. Cosa penseranno, queste persone, quando cercheranno di curarsi aderendo a qualche programma sanitario federale scoprendo che è stato abolito? L’attuale presidente degli Stati Uniti in campagna elettorale non aveva parlato di tagli alla sanità. Anche se la narrazione politica sposterà le ragioni dei tagli in modo diverso si tratta di una promessa non mantenuta e di uno schiaffo al proprio elettorato.
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