Trump, «C’è intesa sui dazi con la Cina». Nell’accordo: terre rare, studenti e mini tariffe

  • Postato il 11 giugno 2025
  • Di Panorama
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«Il nostro accordo con la Cina è concluso». Ad annunciarlo è lo stesso Presidente americano Donald Trump, che in un post pubblicato sulla sua piattaforma Truth ha chiarito: «Previa autorizzazione finale da parte mia e del Presidente cinese Xi, i magneti e le terre rare necessarie saranno forniti in anticipo dalla Cina».

Il tycoon fa riferimento alla stretta imposta da Pechino sulle esportazioni relative alle terre rare e ai magneti permanenti necessari alle industrie americane del settore tech e dell’automotive. La stretta era arrivata dopo i colloqui di Ginevra, svoltisi tra l’11 e il 12 maggio.

Nonostante l’esito positivo dell’incontro, infatti, che aveva portato ad un forte taglio dei dazi reciproci imposti in seguito alla “guerra commerciale” di aprile, Stati Uniti e Cina avevano fin da lamentato alcune violazioni. Pechino aveva reintrodotto le limitazioni all’esportazione di terre rare e magneti, mentre gli Stati Uniti avevano imposto nuove restrizioni all’esportazione di software avanzati per la progettazione di semiconduttori, oltre a limitazioni su componenti aeronautici e alle restrizioni sui visti per gli studenti cinesi.

Dopo l’esito positivo dei colloqui svoltisi lunedì e martedì a Londra, Trump ha oggi annunciato che mentre Pechino riprenderà le spedizioni di magneti e terre rare, di cui ha un quasi-monopolio, gli Usa «forniranno alla Cina quanto concordato, compresa l’accettazione di studenti cinesi che utilizzano i nostri college e le nostre università».

Il Presidente ha quindi puntualizzato che in tema di tariffe commerciali «noi riceviamo una tariffa del 55%, la Cina del 10%», infine Trump ha sottolineato come le relazioni fra Washington e Pechino siano «eccellenti». Pochi minuti dopo, Trump ha aggiunto a mezzo social: «Il Presidente XI e io lavoreremo a stretto contatto per aprire la Cina al commercio americano. Sarebbe un grande vantaggio per entrambi i Paesi!».

Il messaggio di Trump è arrivato poco prima della pubblicazione dei dati di maggio relativi all’inflazione negli Stati Uniti, che ha registrato una crescita del +0,1% su base mensile (+2,4% su base annuale), sotto le attese dei mercati, che avevano predetto un +0,2%. L’indice core, al netto di energia e alimentari, ha anch’esso registrato un aumento dello 0,1% (2,8% su base annuale). In altre parole, nonostante i dazi, l’inflazione americana non è cresciuta in maniera vertiginosa.

Autore
Panorama

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