Trump attacca il sistema giudiziario dopo l’alt alle espulsioni dei migranti: “Tribunali Usa fuori controllo”
- Postato il 17 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo lo stop all’ordine di espulsione per 500 mila migranti, Donald Trump alza ancora lo scontro con i tribunali americani, giudicati “totalmente fuori controllo”. L’ultimo attacco, via Truth, è contro il giudice che “ha deciso contro di noi su 530.000 migranti illegali (che Joe Biden ha fatto attraversare il confine con il suo programma per trasportare clandestini nel Paese in aereo), affermando che non possono essere considerati un gruppo, ma che ogni caso deve essere processato individualmente”.
L’ultimatum di Trump – L’invettiva trumpiana è rivolta contro la giudice della Corte distrettuale di Boston Indira Talwani. Ieri la magistrata ha imposto l’alt alla decisione della Casa Bianca di revocare lo status di migrante regolare per oltre 500 mila persone provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela. Stranieri entrati legalmente negli Stati Uniti grazie a un programma dell’ex presidente Joe Biden, criticato ferocemente dal Tycoon. Su di loro pende l’ultimatum di Donald Trump: devono lasciare il Paese entro il 24 aprile, altrimenti possono essere arrestate ed espulse dagli agenti federali dell’immigrazione.
Lo stop del tribunale al provvedimento della Casa Bianca – Talwani ieri ha sospeso gli avvisi di espulsione inviati dal governo e ha proibito ai funzionari di revocare la protezione legale, nota come libertà vigilata in materia di immigrazione. “La cessazione anticipata, senza alcuna giustificazione caso per caso, dello status legale per i non cittadini che hanno rispettato i programmi del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti d’America (Dhs) e sono entrati legalmente nel Paese mina lo stato di diritto”, ha scritto Talwani, membro della corte distrettuale federale di Boston.
L’attacco di Trump ai giudici – Oggi, sul suo social network Truth, la reazione del Presidente contro i tribunali americani. “In base al sistema giudiziario – prosegue – ci vorrebbero circa 100 anni. Cosa sta succedendo con i nostri tribunali? Sono totalmente fuori controllo. Sembrano odiare ‘Trump’ a tal punto che tutto è lecito! Stiamo cercando di salvare il nostro Paese dalla distruzione causata dai Democratici e dal corrotto Joe Biden“. “Ho vinto grazie a una politica di buon senso – aggiunge – ma che buon senso abbiamo quando dobbiamo affrontare 530.000 processi? Questo giudice radicalizzato sta dicendo che sleepy Joe Biden può far entrare in America più di mezzo milione di clandestini in aereo, in un giorno, ma noi dobbiamo tenere molti anni di lunghi e noiosi processi per riportarli a casa tutti quanti. Dov’è la giustizia qui???”.
Il programma di Joe Biden e il pugno duro di Trump – Trump si riferisce al programma dell’ex presidente dem, noto come Chnv. 532 mila migranti giunsero in aereo negli Stati Uniti, con una sponsorizzazione di cittadini americani, ottenendo il permesso di lavorare legalmente nel Paese per due anni. Il programma Chnv è stato sospeso immediatamente dopo il ritorno alla Casa Bianca del Presidente Trump a gennaio. Nei mesi scorsi, si è già cercato di togliere le protezioni a rifugiati di Venezuela – mossa al momento bloccata da un ricorso – e ridurle per quelli di Haiti.
Il caso del Venezuela – A marzo scorso Trump aveva utilizzato una legge risalente al 1798 (l’Alien Enemies Act) per deportare almeno 137 cittadini venezuelani verso le carceri di El Salvador. La norma consente al Presidente di autorizzare arresti, ricollocazioni e deportazioni di qualsiasi persona di sesso maschile sopra i 14 anni, a patto che sia cittadino di un Paese nemico degli Stati Uniti. In un ordine esecutivo del 13 marzo, Trump ha affermato che i venezuelani appartenenti alla gang Tren de Aragua stanno “perpetrando, tentando, minacciando un’invasione o un’incursione predatoria contro il territorio degli Stati Uniti sotto la direzione, clandestina o meno” del governo venezuelano. E’ la motivazione ufficiale della deportazione dei 137 venezuelani. Secondo il segretario di Stato Marco Rubio, la gang Tren de Aragua è “peggio di Al Qaeda”.
I legali dei 137 venezualini si sono rivolti a un giudice di Washington D.C. per bloccare le deportazioni. Invece avrebbero dovuto fare ricorso in Texas, dove i venezuelani erano detenuti: con questa motivazione, puramente formale, la Corte Suprema aveva rigettato il ricorso dei migranti contro l’uso dell’Alien act. I nove giudici, all’unanimità, hanno però affermato che il governo degli Stati Uniti dovrà in futuro avvertire con un congruo anticipo le persone in attesa di deportazione, consentendogli un ricorso in tribunale.
La calciatrice Castellanos e la compressoine dei diritti – La stretta sui migranti si traduce nelle compressione dei diritti. Ad esempio, molte persone dal Venezuela scelgono di non lasciare viaggiare all’estero per paura di non poter tornare negli Usa. E’ accaduto alla calciatrice venezuelana Deyna Castellanos, giocatrice dei Portland Thorns. Ha rifiutato di viaggiare con il Venezuela durante la ‘pausa Nazionali’: “Sono triste di non essere potuta andare a giocare con la Nazionale, ma penso che rimanere in America sia stata la decisione giusta. Non so quando sarà sicuro viaggiare. In Venezuela la situazione è molto complessa e io ho delle responsabilità qui”, ha spiegato la 25enne in un’intervista concessa al quotidiano spagnolo AS.
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