Trump annuncia la costruzione di un centro di detenzione a Guantanamo per i migranti

  • Postato il 30 gennaio 2025
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Dopo aver firmato, tra le prime leggi del secondo mandato, un provvedimento che facilita gli arresti dei migranti irregolari, compresi i richiedenti asilo senza documenti, il neo presidente Donald Trump ha annunciato la creazione di un centro di detenzione da 30.000 posti a Guantanamo.

La sua intenzione, insomma, sarebbe quella di trasformare l’ex carcere per terroristi in una struttura per trattenere i migranti illegali, rivendicando che, grazie alle nuove politiche, “nessuno entra più negli Stati Uniti”. L’inquilino della Casa Bianca ha anche sostenuto che la sua amministrazione ha “raggiunto un livello record di contenimento dell’immigrazione negli Usa”.

La legge, denominata Laken Riley Act, prende il nome da una studentessa della Georgia assassinata lo scorso anno da un venezuelano senza documenti ricercato per furto. Prevede la detenzione fino all’espulsione di immigrati irregolari che abbiano commesso reati minori come furto o taccheggio. Alla cerimonia di firma alla Casa Bianca erano presenti i familiari della vittima. Trump ha attaccato duramente l’amministrazione Biden, definendo le sue politiche migratorie “arroganti e stupide”.

Parallelamente, il presidente ha firmato un ordine esecutivo per avviare la costruzione del centro di detenzione a Guantanamo, affidando il compito ai dipartimenti della Difesa e della Sicurezza interna. Ha poi smentito indirettamente le voci di un possibile passo indietro sul congelamento di sovvenzioni e prestiti federali, insistendo che il blocco rimane in vigore.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha confermato la linea dell’amministrazione, mentre Trump ha assicurato che pensioni e sanità non subiranno tagli. Tuttavia, la situazione resta confusa, con scuole, ospedali, organizzazioni no-profit e forze dell’ordine nel caos per capire se abbiano perso i finanziamenti federali. Il presidente ha ribadito l’ultimatum ai dipendenti pubblici: chi non tornerà in ufficio dal 6 febbraio sarà licenziato. Secondo Axios, la Casa Bianca è pronta a pagare fino al 30 settembre gli impiegati che scelgano di dimettersi entro il prossimo lunedì, con una stima di adesione tra il 5% e il 10%, che potrebbe coinvolgere centinaia di migliaia di persone.

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Il Fatto Quotidiano

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