Trump ammette il fallimento, Putin guida la danza, a Kiev piovono le bombe
- Postato il 25 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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Donald Trump emette una sentenza: “La guerra in Ucraina è una carneficina senza senso”.
Se è così, per quale ragione si continua a temporeggiare, a dire un giorno sì e l’altro no, a non trovare quel punto di incontro che ponga fine al massacro?
Perché il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov afferma che il tema dei negoziati per “Zelensky è solo un gioco”.
Ancora: per quale misteriosa ragione il vertice russo- ucraino è stato rimandato sine die finendo nel dimenticatoio? Se Donald e Vladimir sono quei potenti che il mondo riconosce per quale motivo non si impegnano a far finire un conflitto che porta soltanto morte e distruzione?
Trump e Putin giocano con le parole

Invece, si preferisce “giocare” con le parole, magari fingere un accordo per poi tornare sui propri passi. Perciò, a Kiev e dintorni si continua a morire oppure a vivere nei ricoveri sotterranei per evitare le bombe che piovono quotidianamente dal cielo.
Eppure, le premesse c’erano tutte per arrivare ad un incontro che poteva dire- in un primo momento- tregua. Il vis a vis in Alaska, la riunione a Washington con il vertice europeo al completo, l’appuntamento tra i due contendenti che si sarebbero visti per trovare un denominatore comune.
Poi, giorno dopo giorno, questa euforia per arrivare alla pace è svanita. Nemmeno, l’ultimo appello del Papa è riuscito a far ritrovare il bandolo della matassa. Niente, tutto come prima: tante chiacchiere, pochi fatti.
Posizioni ferme di Russia e Ucraina
È chiaro che se Putin e Zelensky mantengono ferme le loro posizioni, il traguardo non si taglierà mai. Il Cremlino non vuole rinunciare a quelle terre che ha occupato negli anni di guerra; Kiev ribatte che il loro territorio rimarrà quello che è perché i confini non si cambiano con la forza.
Insomma, siamo punto e da capo, pure se il presidente americano parla di una carneficina senza senso e il dittatore russo risponde che è pronto a trattare senza rinunciare a quel che ha conquistato.
La sicurezza in primo luogo: eccolo il must degli ucraini: Zelensky pensa al domani, non si fida del dittatore russo: perciò chiede di entrare nella Nato. Non se ne parla nemmeno, replica Mosca.
Quale può essere il compromesso? Quello suggerito dall’Unione Europea e in prima fila da Giorgia Meloni: l’impegno a intervenire a Kiev con i soldati della Ue per difendere il Paese da una seconda invasione in modo che il patto venga rispettato. Poteva essere una soluzione, ma anche questa è svanita nel nulla.
Zelensky vuole dare al suo popolo un futuro tranquillo, ecco perchè insiste nella richiesta di avere soldati stranieri che possano difendere il territorio.
L’Europa è divisa. Emmanuel Macron dice si senza se e senza ma, l’Italia è contraria, significherebbe- sostiene la Meloni – l’inizio di una guerra assai pericolosa, il prodromo di un terzo conflitto mondiale.
Antonio Taiani cerca di smussare gli angoli di un dissidio scoppiato fra Matteo Salvini e il presidente francese. “Si metta l’elmetto e ci vada lui a combattere”. Ne è nata una brutta controversia che il nostro ministro degli Esteri ha tentato di placare. “La politica internazionale spetta al sottoscritto ed alla premier”: Comunque sia, rimane la decisione che il nostro esercito non andrà in Ucraina. Tutt’al più. un determinato numero di soldati per sminare la terra e il mare.
Si accontenterà Macron? Chi lo sa? Pensiamo di no e badiamo a quel che succederà domani. Ad esempio, se la Cina vorrà intervenire per promuovere la pace o se la lettera di solidarietà mandata da Xi Jinping a Zelensky (nel giorno del trentaquattresimo anno dell’indipendenza) sia soltanto una formalità.
Arbitro cornuto
Non dimentichiamoci dei problemi del nostro Paese che sono sempre gli stessi con il braccio di ferro tra destra e sinistra per le elezioni regionali. Degli inutili balletti tra maggioranza e opposizione gli italiani ne hanno piene le tasche.
Plaudono invece alla notizia che Sofia Raffaeli ha vinto la medaglia d’oro nel cerchio della ginnastica artistica e guardano con stupore a quel che avviene da ieri sui campi di calcio. Un arbitro annulla un gol e spiega al pubblico perchè è giunto a questa decisione.
Lo fa quasi urlando perchè la folla sugli spalti è tanta. Chissà se in futuro potrà chiedere agli stessi spettatori le ragioni per cui lo hanno fischiato e magari gli hanno detto: “Sei un cornuto”. Vorrei esserci quel giorno se non sarà troppo in là.
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