Truffe sui bonifici: le 6 più diffuse e come difendersi
- Postato il 17 settembre 2025
- Di Panorama
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La vera emergenza, parlando di frodi, si chiama bonifico. Nel secondo semestre del 2024 causa truffe sui pagamenti digitali sono andati bruciati 110 milioni di euro e di questi 65,5 milioni hanno riguardato i bancomat, con un incremento del 61% rispetto all’anno prima (rapporto Bankitalia). Dalle vendite online false ai finti fornitori, dai messaggi phishing ai Ceo fasulli ci sono moltissime tecniche di inganno, sempre più sofisticate. Sono sei le truffe più diffuse sui bonifici secondo l’Unione nazionale consumatori e Cbi e cinque i modi per difendersi. Dal 9 ottobre ci saranno anche le nuove regole a salvaguardia la sicurezza dei cittadini.
Le 6 truffe sui bonifici più diffuse in Italia secondo l’Unione Nazionale Consumatori e Cbi
1. La truffa della vendita online: il bonifico che non c’è
Accade spesso su marketplace o siti di annunci. Il truffatore si dice interessato all’acquisto di un prodotto e spedisce al venditore la “prova” di un bonifico effettuato e chiede l’invio immediato del bene. Ma il pagamento in realtà è solo “ordinato” e non eseguito. E i bonifici possono essere revocati entro il giorno lavorativo successivo. L’oggetto viene spedito, i soldi no. Come evitare? Spedire sempre solo dopo aver ricevuto l’effettivo accredito sul conto.
2. La frode del fornitore: l’Iban che cambia all’improvviso
Un’email apparentemente autentica, con loghi e grafica ufficiali, annuncia la modifica delle coordinate bancarie di un fornitore abituale. Il bonifico finisce su un conto fantasma e i fondi svaniscono. Spesso dietro c’è l’intercettazione delle comunicazioni tra la vittima e il fornitore abituale. Come non cadere in trappola? Verificare sempre telefonicamente i cambi di coordinate bancarie.
3. Il phishing bancario: il clone perfetto del sito
Un sms o un’e-mail con toni allarmistici invita a cliccare su un link per “verificare un’operazione sospetta”. Il sito che appare è identico a quello della banca, ma in realtà è una copia che ruba credenziali e consente ai truffatori di svuotare il conto. Come fare? Mai cliccare sui link ricevuti via sms o e-mail bancarie sospette ma accedere sempre digitando manualmente l’indirizzo della banca.
4. Il falso rimborso: la trappola delle spese di pratica
Un presunto ente pubblico o un’azienda contatta la vittima per comunicare un rimborso a suo favore. Per riceverlo, però, viene richiesto un piccolo bonifico per “le spese di pratica”. Ovviamente il rimborso non esiste e i soldi mandati sono persi. Ricordarsi sempre che nessun ente pretende bonifici per dare dei rimborsi.
5. La manomissione dell’Iban: la truffa invisibile
Forse la più subdola. Tramite malware o violazioni, i criminali modificano l’Iban all’interno delle fatture che ricevi durante la trasmissione via e-mail. Il cliente paga regolarmente, ma i soldi finiscono a chi ha manipolato i dati. È una frode sofisticata che si può contrastare mantenendo aggiornato e attivo l’antivirus e controllando sempre gli Iban dei fornitori per le fatture.
6. La frode del Ceo: l’ordine che non si può rifiutare
Colpisce soprattutto le aziende. I dipendenti ricevono un’e-mail dal “capo” che chiede un bonifico urgente e riservato. I truffatori hanno studiato l’organizzazione interna e giocano sul timore di contraddire i superiori. È una delle frodi più redditizie e difficili da smascherare. Ma una telefonata al “capo” o chi per lui è il metodo per evitare di cadere in trappola
Come difendersi dalle truffe sui bonifici e cosa cambia dal 9 ottobre
Gli esperti di Unione nazionale consumatori e Cbi raccomandano cinque regole basilari: non farsi mai prendere dalla fretta, verificare sempre le informazioni attraverso canali alternativi, diffidare delle e-mail anche se appaiono credibili, mantenere aggiornati antivirus e sistemi informatici e, in caso di dubbi, aspettare prima di procedere con il pagamento. E poi c’è il 9 ottobre, quando entrerà in funzione un nuovo servizio che alza il livello di sicurezza: il Vop – Verification of Payee. È un sistema di verifica automatica del beneficiario. In pratica, quando un cliente inserirà un Iban per un bonifico, la banca confronterà i dati con l’intestatario reale del conto. Se il nome non corrisponde, l’utente riceverà un avviso immediato.