“Troppo tardi, non credo alle sue parole”, la mamma di Jennifer Sterlecchini respinge la lettera di scuse di Davide Troilo

  • Postato il 22 novembre 2025
  • Cronaca Nera
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Una lettera di scuse inviata dal carcere non ha lenito il dolore di Fabiola Bacci, madre di Jennifer Sterlecchini, la 26enne uccisa il 2 dicembre 2016 a San Giovanni Teatino con 17 coltellate dal suo ex compagno, Davide Troilo, che sta scontando 30 anni di reclusione. L’assassino, come riporta l’Ansa, esprime un apparente pentimento e scrive di non comprendere ancora oggi le motivazioni del gesto, legate alla fine della relazione con la vittima. “Non ha alcuna giustificazione quel gesto – scrive – ma datemi la possibilità di dire che non capisco ancora oggi la motivazione per la quale ho commesso tutto ciò, non ho accettato che venivo lasciato di nuovo”.

Parole che però non convincono la madre di Jennifer: “È troppo tardi”, commenta. La donna ricorda di aver assistito all’omicidio, bloccata sul pianerottolo mentre la figlia cercava disperatamente aiuto. “Per tre gradi di giudizio l’assassino di mia figlia ha sempre dichiarato di non sapere le ragioni del suo gesto, e ora, dopo nove anni, improvvisamente ha recuperato la memoria?”, afferma la donna. La madre definisce la lettera una “ridicola lettera di scuse”, criticando in particolare il passaggio in cui Troilo afferma di capire il dolore di chi è lontano dalla famiglia. “Suona come un’offesa alla memoria di mia figlia, della quale non fa mai menzione. Se spera in una mitigazione del giudizio, ha sbagliato destinatario: rimane e resterà sempre l’assassino della mia Jennifer”.

Sotto l’aspetto legale anche l’avvocata Rossella Gasbarri nutre dubbi sulle reale motivazione della lettera. “Mi risulta – dice la legale della famiglia Sterlecchini – che non sia la prima volta che uomini che si sono macchiati di femminicidi si sentano in dovere di scrivere lettere di questo tipo rivolte ai cari delle loro vittime, non vorrei si celassero dietro queste missive, altre intenzioni, ciò che è invece certo – conclude – è che l’aspetto giuridicamente assai rilevante è l’ammissione di colpevolezza, senza riserve, e il movente, tra l’altro sempre negato nel corso del processo per evidente convenienza processuale. Ricordiamo la pantomima messa in atto dall’omicida, subito dopo aver ucciso Jennifer colpita per 17 volte con un coltello. Il movente, tanto dibattuto nei vari gradi di processo, oggi viene, in maniera anche ingenua, svelato dal colpevole dell’ignobile omicidio”.

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Il Fatto Quotidiano

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