Troppi turisti sulle Dolomiti, la provocazione: rinunciare al marchio UNESCO
- Postato il 9 agosto 2025
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- Di SiViaggia.it
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Le Dolomiti, patrimonio naturale di straordinaria bellezza e riconosciute dall’UNESCO come sito patrimonio dell’Umanità, si trovano oggi a dover affrontare un problema sempre più urgente: l’overtourism. Non solo città d’arte o località di mare, ma anche le montagne stanno pagando il prezzo di flussi turistici eccessivi, soprattutto durante i periodi di alta stagione.
Le proposte istituzionali
L’idea avanzata dal governatore del Veneto Luca Zaia è quella di stabilire un limite massimo di turisti sulle Dolomiti, accompagnato da un sistema di prenotazione obbligatoria per regolamentare l’accesso e ridurre così la pressione sulle aree più fragili. Ma mentre questa proposta si sta facendo strada, c’è chi spinge per soluzioni ancora più radicali.
Il Comitato per la salvaguardia dei Passi Dolomitici, rappresentato da Osvaldo Finazzer, ha infatti lanciato una provocazione netta: rinunciare al riconoscimento UNESCO. Secondo Finazzer, la fama legata a questo prestigioso riconoscimento ha finito per attirare un turismo di massa che danneggia l’ecosistema e l’identità culturale delle montagne, trasformando le Dolomiti in una “cartolina da vendere” più che in un territorio da vivere e preservare. «Vogliamo costruire un’economia turistica di qualità — sottolinea — con servizi all’altezza, un turismo che conosca e rispetti la cultura e la natura dei luoghi» ha detto.
Di tutt’altro avviso è la Regione, che non intende rinunciare all’UNESCO. L’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, spiega che il problema nasce dalla concentrazione dei flussi turistici in determinati periodi, in particolare i week end di luglio e agosto. La soluzione, spiega, non è vietare l’accesso, ma gestire i flussi con un sistema di contingentamento, simile a quanto avviene in città affollate come Venezia.
Nel dibattito si inserisce anche Mattia Gottardi, assessore provinciale di Trento alle Aree protette e membro del consiglio della Fondazione Dolomiti UNESCO, che critica le semplificazioni di Finazzer definendole paradossali e controproducenti. Tuttavia, il tema di introdurre un ticket d’ingresso o un numero chiuso, un tempo tabù, oggi viene preso in considerazione anche da albergatori e operatori del settore turistico, come il Comitato per la salvaguardia dei Passi Dolomitici, che rappresenta una quarantina di imprenditori locali.

Tra le proposte più concrete c’è quella di potenziare la rete degli impianti a fune, considerata da Caner una soluzione sostenibile per ridurre il traffico di auto e limitare così l’inquinamento e il sovraffollamento sulle strade. Un progetto particolarmente discusso riguarda il collegamento tra Civetta e Giau, che permetterebbe di raggiungere Cortina partendo da altre località senza usare l’auto, agevolando anche una futura regolamentazione dei flussi.
Non mancano però posizioni contrarie, come quella di Walter De Cassan, presidente della Federalberghi Belluno, che si dissocia dall’idea di rinunciare all’UNESCO, definendo un insulto affermare che il riconoscimento abbia portato solo danni. Inoltre, De Cassan sottolinea che il problema dell’overtourism è forse sovradimensionato, visto che l’occupazione media delle camere durante l’anno è attorno al 40-50%.
Sandra Ruatti, presidente dell’Associazione Albergatori di Cortina, conferma invece un cambiamento nelle modalità di fruizione turistica: i visitatori prediligono soggiorni brevi e intensivi, soprattutto weekend o escursioni giornaliere, e questo comporta un turnover molto rapido e una pressione costante sulle infrastrutture. Ruatti evidenzia anche come riconoscimenti come quello UNESCO e grandi eventi, come le Olimpiadi invernali, aumentino la notorietà e l’attrattiva delle località alpine, ma è la maggiore mobilità di oggi a generare un incremento continuo dei flussi.
A chiudere il quadro è Gildo Trevisan, presidente del Consorzio Cadore, che riassume la situazione con una frase efficace: «Il successo turistico delle Dolomiti è strepitoso, ma mancano le infrastrutture adeguate per gestirlo».

Tecnologia e sostenibilità: la nuova frontiera
Oltre alle proposte di regolamentazione e infrastrutture, un’importante novità arriva dalla tecnologia: nasce “Skadii Flow”, un sistema basato sull’intelligenza artificiale ideato dall’azienda altoatesina Skadii, che permette di monitorare in tempo reale i flussi turistici tramite videocamere installate su impianti di risalita, parcheggi, sentieri e centri storici.
Questo sistema innovativo, già utilizzato con successo in alcune stazioni sciistiche e ora adottato da destinazioni come Vipiteno, è capace di contare con precisione il numero di visitatori e di distinguere tra diversi tipi di utenti, come escursionisti e bikers, garantendo al contempo il rispetto della privacy grazie all completo anonimato.
Grazie a “Skadii Flow” le località possono ricevere informazioni dettagliate sull’affollamento e il comportamento dei turisti, permettendo una gestione dinamica e mirata dei flussi. In questo modo, è possibile intervenire tempestivamente per evitare sovraffollamenti, attivare navette su richiesta, fornire aggiornamenti in tempo reale su piattaforme web e indirizzare i visitatori verso percorsi alternativi meno frequentati.
L’obiettivo è duplice: migliorare l’esperienza turistica rendendola più piacevole e rilassante, e allo stesso tempo tutelare l’ambiente montano, promuovendo un turismo più sostenibile e consapevole.
Verso un turismo alpino sostenibile
In sintesi, le Dolomiti sono al bivio tra preservare un patrimonio ambientale e culturale fragile e sostenere un’economia turistica vitale per il territorio. La sfida si gioca non solo sulle scelte politiche e infrastrutturali, ma anche sulla capacità di innovare grazie alla tecnologia, con l’obiettivo di conciliare accoglienza e tutela per un futuro sostenibile.
È evidente che la gestione del turismo di massa richiederà un approccio integrato che coinvolga istituzioni, operatori, comunità locali e innovazione tecnologica. Solo così sarà possibile garantire una fruizione equilibrata delle Dolomiti, preservandone la bellezza e i valori culturali per le generazioni future.