Trentini, Ballerini: “Eni? Se si troverà a parlare di affari con Maduro, certa che Descalzi gli chiederà di liberarlo”

  • Postato il 11 giugno 2025
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“Durante la sua testimonianza al processo Regeni, avevo posto una domanda all’ad di Eni, Claudio Descalzi, in merito al fatto che i suoi funzionari potevano incontrare ministri egiziani nei giorni in cui Giulio era sequestrato, mentre il nostro ambasciatore non riusciva a farsi ricevere da nessuno. In virtù di una diplomazia parallela che si basa su un accordo: dentro la Farnesina c’è un uomo dell’Eni, e viceversa. Avevo chiesto se aveva potuto chiedere di Giulio, ma di fatto non c’era stato il tempo. Quel tempo era interminabile per Giulio, poco per la diplomazia. Avevo chiesto se in altri casi, dove l’Eni opera e dove i presidenti non sono in buoni rapporti col nostro governo, si può portare avanti questa diplomazia parallela. E avevo fatto il caso di Alberto a Descalzi: non avevo ricevuto un rifiuto, ma mi sembrava che ci fosse un’apertura“. Queste le parole di Alessandra Ballerini, legale della famiglia Trentini, nel corso di una conferenza stampa a Roma, organizzata insieme alla madre del cooperante arrestato in Venezuela, lo scorso 15 novembre 2024.

“Nel momento in cui abbiamo delle informazioni possiamo mettere questi elementi a disposizione di chi ha le competenze”, aveva spiegato Descalzi, nelle vesti di teste in Aula, sulla possibile attivazione dell’Eni in determinati casi. L’amministratore delegato aveva ricordato che l’azienda è una società quotata in borsa, il cui 70% è in mano ad azionisti presenti in tutto il mondo, e rispetta “regole di segregazione”. Cioè, l’azienda petrolifera ha “competenze ingegneristiche, forse anche commerciali” e difficilmente può essere sollecitata per coprire un ruolo diplomatico. A differenza dell’omicidio Regeni – che l’Eni spiega di aver appreso sulla stampa – l’azienda viene a conoscenza dei casi di sparizione di italiani all’estero che si protraggono per “un periodo molto lungo”. Al di là dei ragionevoli limiti posti dall’amministratore delegato, resta così il fatto che l’azienda abbia potenzialmente la possibilità di fare da trait d’union – anche solo per meri scopi estrattivi – tra Roma e altri Stati con cui i rapporti non sono sempre facili.

Replicando al Fattoquotidiano.it, in merito alla possibilità che qualche canale si sia attivato o si possa attivare sul caso Trentini, Ballerini ha quindi spiegato: “Voglio essere certa che se Descalzi o i suoi funzionari parleranno con il presidente Maduro, la prima cosa che gli chiederanno è la liberazione di Alberto”. E ancora: “Non si possono portare affari in Paesi con i quali non abbiamo buoni rapporti senza rivendicare quell’onore, quella dignità dei figli del nostro Paese. Sono certa che la prima cosa che farà è dirgli: ‘ridateci Alberto Trentini a casa’”.

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Il Fatto Quotidiano

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