Trent’anni senza Mia Martini. Immensa e fragile.
- Postato il 12 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Trent’anni senza Mia Martini. Immensa e fragile.
Nel giorno del trentennale della morte dell’indimenticata artista calabrese, Mia Martini, esce “Tarab” un album con canzoni inedite e interpretazioni alternative di brani già noti
Ogni sua nota sembrava una confessione. Ogni parola una ferita aperta. Musica e testi che prendevano vita con una voce graffiante e inconfondibile, che ha attraversato la musica italiana lasciando un’impronta indelebile.
MIA MARTINI, OGNI PAROLA UNA FERITA APERTA
Oggi, 12 maggio, sono 30 anni dalla morte di Mia Martini. Una grande artista, per Mina (e non solo) “la più grande che abbiamo in Italia”, messa alla gogna dal mondo della discografia per alcune false dicerie sul suo conto. Dicevano che portava sfortuna. E quelle parole, che hanno pesato come macigni, l’hanno portata alla morte nel 1995. A renderle quella giustizia che nessuno le ha mai dato, sono i suoi brani – da “Almeno tu nell’universo” a “Minuetto” fino a “Piccolo uomo” e “Gli uomini non cambiano” – che ancora oggi risuonano come manifesti.
DA BAGNARA A “MINUETTO”
Classe 1947, nata a Bagnara Calabra, da papà Giuseppe (un insegnante di latino e greco) e da mamma Maria (maestra di scuola primaria). “Mimì”, all’anagrafe Domenica Rita Adriana Bertè, era la secondogenita di quattro figlie. Tra queste, la cantautrice Loredana Bertè, che da sempre non perde occasione per ricordare la sorella. Martini ha messo piede nel mondo della musica negli Anni 60. Ha iniziato a farsi notare negli Anni 70, presentando il brano “Minuetto” al Festival di Sanremo del 1972 condotto da Mike Bongiorno. Non ha vinto quell’edizione, eppure da quel momento la sua carriera è decollata.
L’AMORE CON IVANO FOSSATI
In quel periodo, spazio anche all’amore con il cantautore Ivano Fossati. Una relazione che è terminata a causa della gelosia di lui, come ha dichiarato più volte Mimì. Nei primi Anni 80 a stroncare la sua carriera sono state le maldicenze sul suo conto. Le dicevano che portava jella. E l’artista non è più riuscita ad andare avanti. In una vecchia intervista ha raccontato: «C’era gente che aveva paura di me, che rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi».
MIA MARTINI, LE DICERIE E SANREMO
Poi il ritorno nel 1989, anno in cui ha raggiunto il grande successo con “Almeno tu nell’universo”, presentato a Sanremo. Torna al festival nel 1990, bissando il successo dell’anno precedente interpretando “La nevicata del ’56”. Tra i moltissimi brani che continuano ad attraversare il tempo ci sono anche “Cù mmè”, in duetto con Roberto Murolo, e “Gli uomini non cambiano”, presentato a Sanremo del 1992.
AVVOLTE NEL MISTERO, ANCORA OGGI, LE CAUSE DELLA MORTE
Nel 1995 è stata trovata morta nella sua abitazione dal manager Nando Sepe. La Procura aveva aperto un’inchiesta e il decesso era stato attribuito a un arresto cardiaco. Tutt’oggi le cause sono ancora avvolte nel mistero. Negli anni si sono susseguite diverse ipotesi, si è parlato di un’overdose ma anche di un suicidio, che la famiglia ha sempre smentito.
MIA MARTINI E LA SORELLA LOREDANA BERTÈ
A partire dalla sorella Loredana. Con Mia Martini ha avuto un legame stretto fatto di alti e bassi, ma ha sempre rimpianto di non esserle stata accanto: «Il telefono di casa iniziò a squillare ma non risposi. Quella sera morì Mimì e io rimarrò sempre con il dubbio di aver perso la telefonata della vita». Questo «non me lo potrò mai perdonare».
IL NUOVO DISCO, TARAB
A 30 anni dalla morte di Mia Martini, esce “Tarab”, l’album con canzoni inedite e interpretazioni alternative di brani già noti proposti con nuovi arrangiamenti e con la produzione artistica di Maurizio Piccoli, in digitale, in cd e in doppio Vinile Crystal (Nar International/Warner Music Italy). «Quando Maurizio Piccoli mi ha contattato per chiedermi di occuparmi della produzione di questo progetto, senza esitazioni ho detto sì e – afferma Massimo Massagrande, produttore esecutivo – da subito ho notato l’impegno da parte di tutte le persone coinvolte nel voler realizzare un progetto di qualità che esprimesse al meglio l’ammirazione e il rispetto verso Mia Martini”. Tarab deriva dall’arabo tarabi che significa “agitarsi”, “danzare” o “divertirsi con la musica».
TARAB O L’ESTASI QUANDO SI ASCOLTA MUSICA
È una parola che incarna lo stato d’estasi che si vive quando si ascolta una musica che ci piace molto, che ci emoziona e ci permette un distacco dal luogo in cui siamo, per trasportarci altrove. È una delle dieci parole al mondo che non possono essere tradotte con un unico termine in un’altra lingua, ma che devono essere spiegate utilizzando più parole.
IL SINGOLO IN USCITA
Ad accompagnare l’uscita, il singolo “Il fiume dei profumI” in rotazione radiofonica. E se nella versione pubblicata nel 1992 nel disco “Lacrime” «avevamo potuto ascoltare il brano scritto, suonato, arrangiato e prodotto da Biagio Antonacci, in questa versione inedita l’ascoltatore potrà entrare nella casa di Antonacci, in quell’ottavo piano di via Fiordalisi a Rozzano, e ascoltare il provino originale registrato nell’inverno del 1991 quando la grande Mimì cantò per la prima volta il brano accompagnata dallo stesso Antonacci (un giovane cantautore che da lì a poco sarebbe arrivato al grande successo) con la sua tastiera Yamaha DX7», spiega Piccoli.
ONORARE IL TRENTENNALE DALLA MORTE DI MIA MARTINI
«L’idea di onorare il trentennale della scomparsa di Mia Martini è nata all’inizio del 2024. Fin da subito ci è stato chiaro il progetto di elaborare brani, rarità inedite e performance vocali, anch’esse inedite, ascoltabili solo in rare registrazioni dal vivo o realizzate in studio durante le prove per i concerti. Il lavoro vero e proprio – racconta Piccoli – ha preso due strade: quella dell’utilizzo della sola voce presente nelle registrazioni dei provini in audiocassette e Dat e quella di costruire nuovi arrangiamenti per la gran parte dei brani con l’intento di vestire di suoni e ritmi più moderni la sua magnifica voce. Un motto mi ha accompagnato in questo anno di lavoro regalare a Mimì una nuova primavera dopo quel maggio rubato nel 1995. Risultato finale è stata per me una sorta di frequentazione giornaliera con Mimì e la sua voce preziosa presente in una quarantina di brani, quelli scelti inizialmente, sui quali – prosegue Piccoli – ho lavorato sempre in contatto con Franco Canuto, così da fruire dei suoi puntuali e partecipati consigli di profondo conoscitore dell’artista, che ha dato un importante contributo per portare a termine questo progetto che rappresenta le diverse sfaccettature musicali e interpretative di Mia Martini che da più di cinquant’anni ci regala grandi emozioni»
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Trent’anni senza Mia Martini. Immensa e fragile.