Travolta da un furgone in porto, Elena Zito muore dopo anni di agonia: “Lasci un vuoto immenso”

  • Postato il 17 aprile 2025
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elena zito

Genova. La sua vita si è fermata nel novembre del 2021 ed è finita poco meno di quattro anni dopo. Elena Zito, 43enne genovese investita da un furgone mentre andava al lavoro la mattina del 18 novembre 2021, è morta dopo avere trascorso anni in coma, sottoposta a una lunga serie di interventi invasivi e trasferita da un ospedale all’altro. E adesso l’uomo che l’ha travolta deve rispondere di omicidio stradale.

L’incidente di Elena Zito

Elena la mattina del 18 novembre 2021 stava andando al lavoro l’Arci di Molo Giano, dove era impiegata come educatrice. All’incrocio fra via al Molo Giano e via al varco delle Grazie era stata investita, sulle strisce, da un furgone guidato da un uomo di 54 anni. Portata in condizioni disperate all’ospedale Galliera, era stata ricoverata in Rianimazione. Da allora non si è mai più ripresa.

Il compagno Andrea e i familiari le sono stati accanto sino all’ultimo istante, e nei giorni scorsi, dopo la sua morte e la celebrazione dei funerali, hanno voluto diffondere una lettera in cui ripercorrono il calvario vissuto, ricordando una donna “pacata e dai modi gentili. Una grande ascoltatrice, all’apparenza timida, ma con un gran cuore e sempre disposta a spendersi per gli altri. Per questo è stata e continua ad essere amata dai suoi familiari, così come dagli amici, dai colleghi e dalle persone che ha aiutato durante il suo lavoro nel sociale”.

Le indagini

Le indagini sulla morte di Zito erano partite soltanto dopo la querela presentata dai familiari, attraverso il sequestro delle immagini delle telecamere di sorveglianza. Impossibile per chi le voleva bene spiegare ai medici cosa le fosse accaduto nelle prime ore successive all’incidente. Solo i successivi approfondimenti hanno consentito di ricostruire l’accaduto. Dopo la sua morte, avvenuta a inizio aprile, Giesse, cui la famiglia si è affidata a seguito dell’incidente, ha nominato un consulente di parte per assistere all’autopsia, eseguita martedì. 

“Elena ha vissuto un calvario fatto di diversi interventi salvavita e immense sofferenze. Termini come ‘craniectomia’, ‘PIC’, ‘shock settico’, ‘sepsi’, ‘tracheotomia’, ‘lesioni da decubito’ sono entrate prepotentemente nel nostro vocabolario quotidiano. Dietro a queste parole, si nasconde una sofferenza che difficilmente si può immaginare, per Elena in primis. Ma anche per i suoi familiari, che le sono stati vicino giorno dopo giorno, ospedale dopo ospedale, struttura dopo struttura e quelle sofferenze le hanno dovute vedere con i propri occhi”.

Il ricordo e il dolore della famiglia

Elena, prosegue la famiglia, aveva la passione per la musica, da piccola ha studiato canto e pianoforte e crescendo ha iniziato a suonare anche il basso elettrico. Le piacevano anche la lettura, il cinema, la vita nella sua casa in campagna, nella quale curava il giardino e si dedicava ai propri animali ed alla cucina insieme al proprio compagno. Ed era educatrice nei progetti di accoglienza di Arci rivolti a richiedenti asilo e rifugiati: “Tutte cose che Elena negli ultimi 3 anni e mezzo non ha più potuto fare e che non potrà fare mai più”.

“Come familiari, abbiamo investito tutto il nostro tempo ed ogni nostra energia nella speranza di poter un giorno riportarla a casa. Abbiamo rinunciato a ogni nostro precedente interesse e l’unico argomento giornaliero sono state le condizioni di salute di Elena, apparse da subito gravissime e che ne hanno compromesso il possibile recupero, lasciandola in uno stato di minima coscienza – prosegue la lettera – Elena è sempre restata attaccata a questo filo di vita, riuscendo a stupire tutti con la sua tenacia e regalando impagabili momenti di risposta ai suoi cari. Noi non abbiamo potuto far altro che provare a stare al suo passo, garantirle le migliori cure possibili e qualsiasi possibilità di riabilitazione, trasferendoci dove necessario e stravolgendo le nostre vite per lei. A nulla purtroppo è valso questo immenso sforzo, Elena questa volta non ce l’ha fatta e se n’è andata lasciandoci un immenso vuoto. Un sentito ringraziamento a tutte le persone che hanno condiviso con noi questa tragedia”.

Autore
Genova24

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