Travaglio presenta al Salone del libro “Ucraina, Russia e Nato in poche parole”: “I ‘volenterosi’? Dei sabotatori guerrafondai”
- Postato il 19 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Intanto il fatto che ci sia un negoziato di pace e che sia partito con la prima seduta l’altro giorno a Istanbul è un fatto positivo. Erano tre anni che aspettavo questo momento”. Così il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio alla presentazione del libro “Ucraina, Russia e Nato in poche parole” al Salone del Libro di Torino. Un volume che, ha precisato, “non contiene opinioni”, ma una ricostruzione cronologica “di tutto ciò che bisogna mettere insieme per sapere quello che è successo”.
Travaglio ha ripercorso le tappe del conflitto, tornando ai negoziati avviati nel 2022: “Sono sempre stato convinto che avremmo perso la guerra, che l’Ucraina avrebbe perso un sacco di uomini e di donne, di civili e di militari oltre che di territori. Quindi il modo migliore per salvare l’Ucraina era fermare la guerra, possibilmente prima che partisse. Dopo l’invasione russa, bisognava fermare subito le bocce, con un compromesso che era possibile a Istanbul tre anni fa. Adesso è molto più difficile: quando esce quasi tutto il dentifricio dal tubetto, rimetterlo dentro è impossibile”.
Nel libro, ha spiegato, c’è anche la Nato: “Perché ha avuto un ruolo fondamentale nel causare questa guerra. Dopo quasi tre anni di propaganda e di morti, era il caso di mettere dei punti fermi”.
Durante l’incontro, Travaglio ha mostrato due cartine tratte dal volume: una rappresenta la situazione militare dopo il primo mese dell’invasione, l’altra lo stato attuale del fronte. “I sacrifici richiesti oggi all’Ucraina sono molto superiori a quelli che erano richiesti tre anni fa, ma inferiori a quelli che saranno richiesti se si dovesse continuare la guerra e riaprire un negoziato fra uno o due anni”.
Sull’origine del conflitto ha citato la storia delle rivolte in Ucraina, il cambio di rotta rispetto alla neutralità e l’espansione della Nato: “Dopo il 2014 iniziò la marcia di avvicinamento dell’Ucraina alla Nato, che la Russia considerò una minaccia esistenziale. Come disse Papa Francesco, la Nato abbaiava alle porte della Russia”.
A proposito delle reazioni internazionali, Travaglio ha evidenziato un doppio standard: “L’altro ieri è stato varato il diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Quanti pacchetti di sanzioni contro Israele? Zero”. “I civili che muoiono a Gaza non sono effetti collaterali, sono effetti diretti, perché Israele sta colpendo quasi soltanto civili”, ha aggiunto. “In quella che chiamiamo guerra, ma non è una guerra, ci sono due eserciti che si fronteggiano. Qui no”.
Travaglio ha insistito sulla necessità di distinguere tra giustificazione e causa: “L’aggressione resta inaccettabile, ma le cause della guerra sono strutturali, e vanno rimosse se si vuole davvero finirla, non solo sospenderla”. Senza risparmiare critiche all’Occidente, ha citato il ruolo dell’amministrazione Biden, della Gran Bretagna e dell’Unione Europea: “Von der Leyen, Kallas, Macron, Scholz, Johnson, Draghi, la Meloni. Hanno sbagliato tutto. Quando dicono che l’Europa è disarmata e bisogna riarmarla, Cottarelli ha fatto un calcolo: l’Europa spende il 38 per cento in più della Russia per armamenti. Se prepari la guerra, ottieni la guerra. E se prepari la pace, ottieni la pace. ‘Si vis pacem para bellum’ non è che, essendo in latino, è giusto: è una stronzata galattica, soprattutto nell’era nucleare”. E sui cosiddetti “volenterosi” ha concluso: “Dovrebbero essere chiamati per quello che sono, dei sabotatori guerrafondai“.
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